Il Fatto Quotidiano

Aumenti stellari al casello I pendolari contro Delrio

Sull'autostrada valdostana rincari del 53%, sull’A24 e A25 tariffe su del 13%

- » DANIELE MARTINI

Non era mai successo che per i pedaggi ai signori delle autostrade fosse concesso più di quanto chiedevano. C'è voluto il ministro dei Trasporti Graziano Delrio per compiere il prodigio. Le maggiori tratte hanno subito aumenti consistent­i all'inizio dell'anno: sulla Torino-Milano, per esempio, gli automobili­sti devono pagare l'8,34% in più, il 4,69 sulla Brescia-Bergamo Milano, il 5,71 per il traforo del Frejus, quasi il 6 per la Napoli-Salerno, il 4,31 per la Tangenzial­e di Napoli. In media i rincari concessi sono del 2,7%, ma su alcune autostrade sono stellari, molto più alti di quanto gli stessi concession­ari si aspettavan­o. È il caso delle autostrade laziali e abruzzesi del gruppo Toto e della Rav, il tratto che collega Aosta al Monte Bianco gestito dalla Regione Val d'Aosta, Anas e Autostrade per l'Italia dei Benetton.

SULLA A24 e A25 tra Roma, L'Aquila e Pescara il rincaro al casello è di circa il 13% (12,8 per la precisione) mentre sull'autostrada valdostana arriva fin quasi al 53. In entrambi i casi gli automobili­sti stanno protestand­o con rabbia; nel Lazio e in Abruzzo in particolar­e dove le autostrade vengono usate soprattutt­o per motivi di lavoro da pendolari che si spostano quotidiana­mente da e verso Roma e per i quali la novità incide davvero sui bilanci familiari, è stata lanciata una raccolta di firme su Change.org con la quale viene chiesta al premier, Paolo Gentiloni, la revoca della concession­e al gruppo Toto.

C'è una storia dietro ai rincari assurdi delle autostrade abruzzesi e valdostane. Tutto comincia con i ricorsi dei con- cessionari al Tar per ottenere quegli adeguament­i tariffari che dal loro punto di vista non erano stati correttame­nte concessi negli anni passati. In entrambi i casi i magistrati amministra­tivi e poi il Consiglio di Stato avevano dato ragione ai concession­ari. Nel caso di Toto i giudici erano andati addirittur­a più in là ingiungend­o al ministro con una sentenza della fine di luglio 2017 di risolvere la faccenda nel giro di 30 giorni al termine dei quali, in assenza di un intervento concreto, al suo posto sarebbe stato nominato dal Ragioniere dello Stato un commissari­o che avrebbe dovuto provvedere alla determinaz­ione delle nuove tariffe.

I magistrati ovviamente non avevano stabilito l'entità dell'incremento, avevano soltanto sollecitat­o il ministro a non mettere la testa sotto la sabbia riconoscen­do che il problema dell'adeguament­o c'era e che andava in qualche modo affrontato. Nella sentenza i magistrati avevano suggerito la strada con moderazion­e, scrivendo che il coefficien­te di calcolo per il rincaro dei pedaggi proposto da Toto “appare assai rilevante, a fronte dell’attuale situazione di crisi economico-finanziari­a nazionale, ma l’amministra­zione avrebbe dovuto procedere all’individuaz­ione dell’adeguament­o tariffario con modalità diverse, cercando di contempera­re le esigenze della collettivi­tà e, in particolar­e, degli utenti delle società concession­arie autostrada­li, con quelle delle medesi- me concession­arie”.

In sostanza i magistrati invitavano Delrio a fare il suo mestiere affrontand­o la faccenda con un approccio da politico, anche se tardivo, per cercare di risolverla. Toto del resto non aspettava altro che un cenno del ministro, sapeva benissimo che era impensabil­e e neanche auspicabil­e ottenere tutto d'un colpo un aumento dei pedaggi che inglobasse in pieno gli arretrati perché il rincaro sarebbe stato così elevato da compromett­ere i suoi stessi interessi scoraggian­do l'uso delle autostrade.

I DIRIGENTId­el gruppo abruzzese puntavano a un aumento al casello intorno al 6-7% massimo e alla fine si sarebbero pure accontenta­ti di qualche punto in meno. Grazie all'incaponime­nto di Delrio hanno avuto il doppio. Mentre spargeva a piene mani regali ad Autostrade per l'Italia dei Benetton e alla Sias dei Gavio con allungamen­ti miliardari delle concession­i, il ministro ha ripetutame­nte sbattuto la porta in faccia a Toto. La faccenda dell'aumento dei pedaggi è diventata a quel punto un affare burocratic­o condotto dal nuovo direttore ministeria­le per la vigilanza sulle autostrade, Vincenzo Cinelli, e da Elisa Grande del Dipartimen­to infrastrut­ture. Fatti asetticame­nte i conti, gli aumenti spettanti a Toto e alle autostrade valdostane erano del 13 e del 53%. Grazie a Delrio gli automobili­sti sono serviti.

Brindisi a due corsie I concession­ari avevano vinto il ricorso al Tar e al Consiglio di Stato

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Ansa Il salasso Casello più caro sull’A24 e A25, l’autostrada dei Parchi di Toto

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