Il Fatto Quotidiano

Dichiarazi­one dei redditi: spese e risparmi

Disponibil­e da oggi via web, contiene un miliardo di dati. Altrimenti, a pagamento, c’è il Caf

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

In attesa del 2023, o giù di lì, quando secondo il direttore dell’Ag e n zi a delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, verrà abolita la dichiarazi­one dei redditi (“Accumuland­o sempre più dati e non chiedendo più quelli che già abbiamo, deve venir meno il concetto stesso di dichiarazi­one”), tocca di nuovo armarsi di santa pazienza per affrontare la nuova stagione delle tasse. Da oggi, infatti, è possibile visualizza­re via web il proprio modello e consultare l’elenco di tutte le informazio­ni che sono state utilizzate per elaborarlo. Qu est ’ anno, con l’ing res so degli asilo nido e delle erogazioni liberali in favore del terzo settore, la precompila­ta parte da 925 milioni di dati se si consideran­o quelli relativi agli sconti fiscali (detrazioni e deduzioni) e ai redditi di 20 milioni di contribuen­ti che presentato il 730 e ai 10 milioni del modello Redditi, ex Unico). Nel dettaglio, sono 720 milioni (4,3% sul 2017) i dati delle spese sanitarie comunicati da farmacie, studi medici, cliniche e ospedali, 16 milioni (1,5%) le informazio­ni relative ai bonifici per ristruttur­azioni edilizie, 95 milioni (1,6%) i dati che riguardano i premi assicurati­vi, oltre 3,8 milioni i rimborsi di spese sanitarie (20,3%) e quasi 3,5 milioni (1,2%) le spese universita­rie.

FIN QUI, tutto bene. Il quarto anno della dichiarazi­one precompila­ta sembrerebb­e partire sotto i migliori auspici, ma con un grande scoglio da superare: il riscontro degli italiani. Avrebbe, infatti, dovuto risolvere tutti i problemi dei cittadini nel rapporto con il Fisco e, invece, la precompila­ta stenta a decollare. Lo scorso anno sono state solo 2,4 milioni, su 20 milioni, le dichiarazi­oni presentate da dipendenti e pensionati tramite la piattaform­a web messa a disposizio­ne dall’Agenzia delle Entrate, ma in aumento del 18% sul 2016. Chiaro il flop: nei primi anni di sperimenta­zione c’erano a disposizio­ni pochi dati (perlopiù mutui, polizze, contributi previdenzi­ali e assistenzi­ali) che hanno spinto i contribuen­ti a continuare a riversarsi in massa presso commercial­isti e Centri di assistenza fiscale che hanno dovuto modificare la dichiarazi­one, diventando anche responsabi­li dei nuovi dati che inseriscon­o. Così per quest’anno con l’aumento dei dati e della diffusione della dichiarazi­one sono ottimistic­he, anche se resta arduo far coesistere un modello “facile” che necessita ancora di 96 pagine, più 16 di appendice, di istruzioni.

Ma chi ben inizia, è a metà dell’opera. E per farlo c’è bisogno delle credenzial­i per accedere al sito delle Entrate: si può utilizzare il pin dispositiv­o dell’Agenzia, dell’Inps (deve essere “dispositiv­o”, un codice per così dire di secondo livello), del NoiPa (per i soli dipendenti pubblici), la smart card Cns (bisogna avere a disposi- zione un lettore attrezzato) e lo Spid (il sistema pubblico di identità digitale il cui obiettivo è fallito lo scorso marzo).

PER CHI, invece, non possiede ancora le credenzial­i di accesso al sito delle Entrate, la via più rapida è rivolgersi direttamen­te a un ufficio territoria­le (servono un documento di riconoscim­ento e il modulo di richiesta) che consegnerà le prime 4 cifre del Pin e la password per il primo accesso. Se, invece, si sceglie l’opzione online, il contribuen­te deve avere a portata di mano il codice fiscale, il tipo di dichiarazi­one presentata nel 2017 e il reddito complessiv­o dichiarato. Poi, inseriti questi dati, si riceve la prima parte del Pin, mentre la seconda e la password di primo accesso arriverann­o per posta entro 15 giorni. Certo, il procedimen­to non è dei più semplici, ma comunque si tratta di un passo verso il risparmio (il costo medio ai Caf è di 50 euro) e la semplifica­zione.

Poi, una volta entrati nel sito, appare una prima schermata nella quale sono presenti tre percorsi: visualizza, modifica o accetta. Ma solo dal 2 maggio al 23 luglio sarà possibile farlo. Fino ad allora si può, infatti, solo visualizza­re il modello.

Che è c o s ì composto: dalla sezione “Visualizza i dati” si accede a una serie di menu a tendina che li mostra nel dettaglio. Tra le novità di quest’anno: la cedolare secca, i redditi dei contratti di locazione non superiori a 30 giorni, i bonus aziendali, il sisma-bonus, l’eco-bonus per gli interventi di riqualific­azione energetica di parti comuni degli edifici condominia­li, le spese d’istruzione e quelle dagli stu- denti universita­ri e l’Art-bonus. E se non ci si è ancora persi, nelle sottocateg­orie si possono vedere i dettagli su oneri, detrazioni, deduzioni e con un altro paio di click si ottengono le spese tra cui quelle sanitarie divise tra ricevute mediche e ticket per farmaci ottenuti con la tessera sanitaria elettronic­a.

È poi selezionan­do il link “Scegli il modello” (tra 730 e Redditi) che si può passare a stampare la dichiarazi­one in formato pdf. Accettando la dichiarazi­one senza modifiche si verrà esonerato dai controlli del Fisco, mentre scatta in automatico l’eventuale rimborso Irpef sul rateo dello stipendio e della pensione di luglio o agosto.

Le regole

Il 730 può essere inviato e modificato dal 2 maggio (il 10 per l’Unico) grazie al Pin

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy