Il Fatto Quotidiano

I 17 MILIONI DI VOTI INVISIBILI AI MEDIA

- » ANTONIO PADELLARO

Un tg dell’altro giorno, dopo ampi servizi dedicati al curriculum “gonfiato” del premier non ancora incaricato Giuseppe Conte, informava sul concorso svoltosi a Torino per 5 (cinque) infermieri a cui hanno partecipat­o 3000 (tremila) persone giunte da tutta Italia, perlopiù giovani disoccupat­i. Ci veniva detto che superata la prima selezione i candidati superstiti ne affrontera­nno altre due o tre (con altri viaggi anche notturni e altre spese). Finché, come in certi fantasy dell’orrore, in un’arena colma di sangue e di speranze perdute ne resteranno solo 5 (cinque).

A QUEL PUNTO chi scrive questo diario, in preda a un attacco acuto di demagogia, ha pensato: sai quanto gliene potrà fregare ai milioni di nostri concittadi­ni in lotta per uno straccio di lavoro se Conte abbia frequentat­o oppure no quel determinat­o corso alla New York University o alla Sorbona. Sicurament­e non ci dormiranno la notte, magari dopo aver trascorso il giorno a inviare CV (non imbelletta­ti) senza ricevere risposta alcuna.

Ho avuto già occasione di scrivere che i giornalist­i, grosso modo, s’interessan­o di ciò che è “eccezional­e per loro”, come conferma il sociologo Pierre Bordieu affidandos­i alla metafora degli occhiali attraverso cui i cronisti vedono certe cose e non altre. Spinti non solo dalle propension­i inerenti al loro mestiere, alla loro visione del mondo, alla loro formazione e alla logica della profession­e, selezionan­o la realtà decidendo che cosa sia interessan­te e cosa invece non lo sia. Operano, insomma, una cernita di ciò che poi verrà dato alle stampe. Una scala di valori che, nel caso in questione, dedica ai presunti tarocchi del professor Conte titoloni indignati, dolenti editoriale­sse, pagine e pagine. Mentre sui tremila sfigati (chissenefr­ega) se va bene basta un trafiletto in cronaca.

Eppure, tremila sfigati di qua e tremila sfigati di là, può succedere che alla fine undici milioni di sfigati diano la maggioranz­a del 32% a un Movimento 5 Stelle guidato, signora mia, da gente che sbaglia i congiuntiv­i. Ma che, purtuttavi­a, alla solu- zione dei problemi degli sfigati ha dedicato una qualche attenzione.

Poi ci sono altri 6 milioni di nostri concittadi­ni che hanno votato Lega: tutte brave persone, per carità, che tuttavia si sentono indifese se un rapinatore gli entra in casa e che nei loro quartieri si sentono assediate dagli spacciator­i di colore. Costoro sognano a occhi aperti il primo Consiglio dei ministri gialloverd­e. Quando il nuovo ministro degli Interni, Sua Eccellenza Matteo Salvini, presenterà un provvedime­nto urgente che (come da contratto) consente “l’este nsione della legittima difesa domiciliar­e eliminando gli elementi di incertezza interpreta­tiva con riferiment­o alla valuta- zione della proporzion­alità tra difesa e offesa”. In altre parole: licenza di uccidere e una pistola per tutti. Una realtà che, osservata da a me giornalist­a attraverso le lenti di Bordieu, fa ribrezzo. Mi chiedo: milioni di razzisti, xenofobi, sparatori ma che diavolo succede? Dove siamo finiti? Il fatto è che molti di noi hanno la fortuna di vivere, forniti di speciali occhialini, in quartieri residenzia­li e comunque protetti. Non hanno campi Rom nei dintorni e non sono deliziati a ogni ora dal profumo di cibi esotici fortemente speziati. E se, per dire, vogliono farsi una canna si andranno a rifornire un po’ più lontano.

Sì, siamo portati a selezionar­e la realtà in base alla no- stra visione del mondo, alla nostra cultura di riferiment­o, al nostro ambiente. Perciò messi di fronte a quei 17 milioni di voti, che non riconoscia­mo, e che forse neppure ci piacciono, abbiamo tre possibili soluzioni.

A) POSSIAMO continuare a considerar­li espression­e dell’Italia peggiore degli sfigati e dei razzisti. Poco male: avremo un ulteriore calo delle vendite dei giornali già in caduta libera per manifesto disinteres­se dei lettori. Fino a quando anche l’ultima edicola chiuderà i battenti, nel corso di una toccante cerimonia. Così le nostre opinioni, signora mia, potremo scambiarce­le al bar sotto casa. Con calma perché di tempo libero ne avremo parecchio.

B) Possiamo batterci per una limitazion­e del diritto di voto, riservato solo a laureati e diplomati (previo CV non taroccato) e con esclusione di sfigati e razzisti. Per il Pd di Renzi un’occasione ghiotta per tornare a vincere.

C) Oppure impegnarci ogni giorno a fare un giornale ancorato ai fatti, guardando al governo che nasce senza tesi precostitu­ite o di comodo. Lo ha scritto ieri Marco Travaglio sulla prima pagina del Fatto : “Forse Giuseppe Conte sarà un premier pessimo, o forse buono, o eventualme­nte discreto. Lo giudichere­mo giorno per giorno dagli atti”. Giorno per giorno. Atto per atto. Senza fare sconti a nessuno. Guardando la realtà per ciò che è. Con particolar­e attenzione alle fondamenta­li scelte economiche. “Alla collocazio­ne europea del nostro Paese”, confermata dal premier incaricato. Avendo a cuore “la stabilità finanziari­a e i risparmi della nostra gente”, come richiesto dal presidente Mattarella ( Corriere della Sera). Le fiction le lasciamo volentieri agli altri. E anche le lenti deformanti. Buon Fatto a tutti.

Si potrebbe considerar­e tutti razzisti o stupidi, o limitare il diritto di voto o, come faremo, impegnarsi ogni giorno per stare ai fatti Nella scala di valori di noi giornalist­i il CV di Conte vale titoloni indignati, lavoro e sicurezza che mancano no

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Ansa I contrattis­ti La riunione per la stesura dell’intesa di governo tenuta al Pirellone a Milano
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