Il Fatto Quotidiano

Malasanità alla francese: Naomi e gli altri vittime del 118

- » LUANA DE MICCO

Naomi è morta perché, quando si è sentita male e ha chiamato i soccorsi, l’operatrice del 118 non le ha creduto e anzi l’ha sbeffeggia­ta con un collega. Forse, se le avessero inviato l’ambulanza in tempo, la giovane mamma di 22 anni, che viveva a Strasburgo, ora sarebbe viva. Invece, Naomi è morta poco dopo in sala rianimazio­ne. I fatti risalgono al dicembre scorso ma i francesi li hanno scoperti solo alcuni giorni fa, quando la registrazi­one della telefonata con la centralini­sta è stata pubblicata dai media. Poi ieri si è scoperto che un dramma di malasanità come quello di Naomi non è il solo nella Francia di cui si vanta spesso la qualità del sistema sanitario.

Ne sono già stati segnalati “una decina”ma per il ministro della Sanità, Agnès Buzyn, sono molti di più. L’Autority della sanità sta censendo tutti i disfunzion­amenti comunicati dalle agenzie sanitarie regionali.

Dopo la morte di Naomi, un’inchiesta è stata aperta ma, a sei mesi di distanza, i suoi genitori sono sempre senza risposta sulle circorstan­ze della morte della figlia.

Erano le 11 del 29 dicembre quando Naomi Musenga chiamò al telefono il pronto soccorso per i forti dolori. “Mi aiuti signora, sto malissimo”, disse all’operatrice. E quest’ultima: “Se non mi spiega cosa succede, riagga ncio ”. Naomi: “S to molto male. Sto per morire”. L’operatrice ( che è stata sospesa) la prende in giro, sprezzante: “Sì, un giorno morirà, come tutti”. Naomi: “Mi aiuti, per favore”. “Non posso, non so cosa si sente”.

“Ho male dappertutt­o”. “Chiami il medico di guardia”. Nella registrazi­one si sente poi l’operatrice scherzare sulla richiesta di aiuto che nessuno prende sul serio. Intanto Naomi fa il numero della guardia medica, che però la rinvia di nuovo al 118. Sono le 17,30 quando la donna arriva in ospedale, l’autopsia rivelerà “una grave emorragia interna”.

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