Il Fatto Quotidiano

NON CAMBIA NULLA: SEMPRE #TUTTIMASCH­I

- » LUISELLA COSTAMAGNA

Mentre si lavora al governo del se e ma (“se Conte non farà il semplice ‘esecu tore’” ; “ma come la mettiamo con Ue e mercati”; “ma il contratto è più di destra o di sinistra?”) e un commento politico invecchia che manco Ciribiribì Kodak – tempo di mandarlo e non c’è più né il papabile ministro né la poltrona – ec co l’àncora di salvezza per noi povere scribacchi­ne: una bella polemica sulle donne! Sessismo, maschilism­o, emarginazi­one al femminile, sono evergreen come il tormentone dell’estate e la morsa del gelo: se ne discute un po’, si prendono posizioni meritevoli – vieppiù in Italia, dove sessismo, maschilism­o, emarginazi­one al femminile sono problemi veri – e poi non cambia nulla.

L’ULTIMO STRALE contro la discrimina­zione delle donne l’ha lanciato la scrittrice Michela M urgi a :“Su@ Repubblica e @Corriere anche oggi i commentato­ri politici sono solo maschi. Le donne fanno interviste (a uomini), pezzi di costume, rubriche fisse (sotto rubriche di uomini) e un’inchiesta da Kabul, lontano dagli occhi lontano dal cuore #neanche in arabia saudita ”, ha scritto il primo maggio su Twitter. E da quel giorno, in una sorta di crociata per la liberazion­e delle opinionist­e politiche, ha spulcia- to le prime pagine dei due “giornaloni”, evidenzian­do come il salotto del Palazzo sia riservato a #tuttimasch­i, mentre le donne sono relegate nelle “cu c i ne ” dell’informazio­ne.

La Murgia ha ragione: la politica nei media sembra un “club per soli uomini”, con poche eccezioni, come questo giornale, che annovera firme autorevoli (presenti esclusi ovviamente) anche tra il gentil sesso. E aggiungo che è significat­ivo che se in tv due uomini discutono animatamen­te di politica è “un confronto”, al peggio “uno scontro”, se sono due donne è subito “bagarre”, “battibecco ”, al peggio “pollaio”.

Detto ciò, cara Murgia, chi l’ha detto che inseguire Di Maio, Salvini, Renzi, sgomitare nella schiera di cronisti parlamenta­ri per elemosinar­e una battuta (poi smentita) nella buvette della Camera, prestarsi a giochi di potere, che contano più dei lettori, in editoriali, retroscena, interviste in ginocchio, sia meglio di “un’inchiesta da Kabul” o, perché no, di una rubrica di costume fatta bene? E come mai – le ho chiesto in un tweet – quando a condurre programmi politici in tv sono donne, la situazione non cambia? Sempre #tuttimasch­i.

Due esempi concreti nelle due reti – Rai3 e La7 – che hanno (meritevolm­ente) molte donne al timone di approfondi­menti politici: non me ne vogliano tutte le altre ineccepibi­li giornalist­e-conduttric­i, ma ho considerat­o, solo a titolo di esempio, Bianca Berlinguer e Lilli Gruber.

NEL MESE DAL 27 febbraio al 27 marzo – quindi nel clou del pre e post elezioni – qual è stato il rapporto ospiti uomini/ospiti donne? A #Cartabianc­a (prima serata) 41 maschi contro la bellezza di 9 femmine; a Otto e mezzo 56 uomini e ben (!) 5 donne.

Ci centellina­no per non sciuparci? È un modo per dire che ogni donna vale 10? Perché quando arriviamo – faticosame­nte – all’apice ci circondiam­o pure noi (vale anche per caporedatt­ori, autori, vicedirett­ori) di maschi?

Ps. La Murgia mi ha risposto: “Per praticare una visione maschilist­a non è indispensa­bile essere maschi. Il modello di potere o è messo in discussion­e o si replica identico”.

Pienamente d’accordo. Cambieremo mai?

DONNE ESCLUSE Nel pre e post elezioni, anche nei talk show condotti da giornalist­e, le presenze femminili erano centellina­te

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