Il Fatto Quotidiano

Delrio: “Così fermai Minniti sui porti”

Graziano Delrio Nel giugno scorso, sotto il peso di 13 mila arrivi, lo scontro Interni/Infrastrut­ture

- » WANDA MARRA

Èpassato un anno esatto da quando in Italia si è cominciata a ventilare l’ipotesi di chiudere i porti alle navi dei migranti. Era giugno d e ll ’ anno scorso quando Marco Minniti, diretto a Washington, dopo uno scalo in Islanda tornava indietro per fronteggia­re l’emergenza. Erano le settimane in cui al Viminale si studiava il codice di condotta per i salvataggi da sottoporre alle Ong e si prendevano in consideraz­ione misure estreme per ridurre gli sbarchi. Ieri l’ex ministro dell’Interno ha dichiarato a Repubblica: “Io i porti non li ho chiusi neanche quando in Italia arrivarono in 36 ore 26 navi con 13.500 migranti. Umanità e sicurezza si devono poter conciliare”.

IL PUNTO, però, è che la chiusura dei porti dipende dal mi- nistero delle Infrastrut­ture. E il codice di navigazion­e lo permette solo in presenza di gravi problemi di ordine pubblico. L’anno scorso l’allora ministro, Graziano Delrio, era fermamente contrario a questa misura. Una posizione portata avanti per tutta l’estate. “Dissi a Minniti: non c’è bisogno di chiudere i porti, l’ordine pubblico lo preserviam­o distribuen­do i migranti. Glielo chiarii: io questa cosa non la faccio”, racconta oggi, confermand­o che la questione era oggetto di discussion­e e di valutazion­e. La diversità di approccio alla questione tra Delrio e Minniti, allora, andò avanti per tutta l’estate. Il titolare delle Infrastrut­ture, ad agosto, quando la Guardia costiera soccorse una nave di Medici senza Frontiere, fece valere le convenzion­i internazio­nali che impongono il salvataggi­o in mare di chi rischia di morire e il fatto che, appunto, la sala operativa della Guardia costiera deve far intervenir­e la nave più vicina.

Delrio, che sulla questione ha un intero dossier, nota come, rispetto ad allora, gli sbarchi siano nettamente diminuiti: “Una cosa era sostenere la tesi che ci fosse un problema di ordine pubblico con 180mila sbarchi, una cosa è farlo adesso che sono diminuiti. Ma a parte questo ricordo che abbiamo abbattuto già gli sbarchi con un’azione seria, congiunta con la guardia costiera libica, gli accordi internazio­nali ”. E ancora: “Se si vuole evitare che sbarchino i migranti in Italia non bisogna lasciare in mare 700 persone, questo è contrario a tutti i codici umanitari e di diritto internazio­nale”. Sulla situazione di queste ore non è secondario il fatto “che i sindaci si stanno offrendo di accoglierl­i i migranti”.

E poi, c’è un altro punto: “Per chiuderli i porti ci vuole un provvedime­nto. Per adesso, Salvini lo ha minacciato, ma non lo ha fatto. Certo, può sempre proporre una modifica alla legge come governo, ma per adesso di atto formale, di un testo non c’è traccia”.

Per sbarrarli occorre un problema di ordine pubblico, ma anche allora potevamo sempre distribuir­e chi sbarcava da noi

LA PAROLA che tiene banco nel Pd (che ha anche chiesto al governo di riferire in Parlamento sulla questione) è “propaganda”. Il capogruppo Pd alla Camera prova anche a smontarla: “La grande vittoria di Salvini consiste nel farci isolare sempre di più dagli altri grandi Paesi europei, dalla Tunisia, da Malta e dalla soluzione stabile del problema migratorio. Non è una grande strategia quella per cui la Spagna deve intervenir­e per evitare una grande catastrofe umanitaria”.

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