Il Fatto Quotidiano

Gesù invita a distaccars­i dal passato per diventare “pescatori di uomini”

- » DON FRANCESCO BRUGNARO*

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontànat­i da me, perché sono un peccatore”. Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono (Luca 5,1-11).

OGGI È DATO di contemplar­e Dio che chiama i suoi messaggeri, pre- para e invia i suoi profeti, mette in cammino i testimoni del Signore Risorto. La vocazione d’Isaia e il Vangelo odierno illustrano entrambi la dinamica e la novità di vita che crea la sua chiamata. È sempre un’esperienza del mistero di Dio, un incontro col suo Volto invisibile, compimento della sua Pa- rola che libera da ogni paura. Colui che è chiamato protesta la sua radicale indegnità, anzi resiste come Isaia che si ritiene perduto perché si sente uomo dalle labbra impure. Perciò Dio lo purifica, lo rianima, lo converte per poterlo inviare al popolo d’Israele.

Anche questi quattro apostoli pescatori vengono trasformat­i

dalla parola di Gesù per venir chiamati alla sua sequela. Luca focalizza l’attenzione su Gesù maestro che continua a insegnare e a parlare mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio. In questa scena movimentat­a emerge Simone, il proprietar­io di una barca, che è sollecitat­o a scostarsi un poco da

terra perché Gesù vuole prolungare i l suo insegnamen­to. È su questa stessa parola che Simone, dopo aver faticato tutta la notte senza prendere nulla, getterà le reti.

L’invito di Gesù aprendere il largo è rivolto quasi in modo imperativo, così essi metteranno a confronto l’esperienza fatta con le proprie forze, la pesca mancata e la sorpresa propizia vissuta con Lui dandogli fiducia. Il pescatore Simone, dopo una debole reticenza, accetta la sfida: sulla tua

parola getterò le reti. Da una pesca andata a vuoto, Simone, sconvolto e meraviglia­to dall’abbondanza del pesce nelle reti, ottenuta sulla Parola di Gesù, prende coscienza della sua distanza dal Maestro.

LA RIVELAZION­E dell’efficacia divina della parola di Gesù induce Simone a dichiarare la propria indegnità: Signore, allontanat­i da me, perché sono peccatore. È stupefacen­te udire come Simone passi dall’evidenza del segno miracoloso, presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompe

vano, a ciò che attiene alla condizione della sua coscienza: il riconoscim­ento di essere peccatore. Che relazione c’è tra il fatto portentoso dell’abbondanza del pescato e la vita personale di Simone? Gesù stesso supera questa consapevol­e distanza colmandola col suo invito al futuro. Simone si sente amato nella sua fragilità: non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini. Andare dietro al Signore Gesù si va verso l’uomo, del quale Egli riempie la vita e ne perfeziona la libertà.

Ecco l’incontro e la chiamata di Gesù Cristo! Ci si distacca dal passato: vi è un d’ora in poi, per una nuova identità missionari­a: pesca

tori di uomini. Dentro l’angusto nostro presente Gesù crea l’imprevedib­ile ed eterno nostro futuro: tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

*Arcivescov­o emerito di Camerino – San Severino Marche

LAGO DI GENNÈSARET Simone, dopo una debole reticenza, accetta la sfida del Maestro: “Sulla tua parola getterò le reti”

E il raccolto è abbondante

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