Il Fatto Quotidiano

“Caciosciac­allo”: solo fischi e insulti all’intruso Salvini

- » Vincenzo Iurillo

“Buffone, sciacallo, sei peggio del Covid, tornatene al Nord”. Insulti d’ordinanza già ascoltati in passato. Stavolta, però, c’è stato un epiteto originale, un omaggio alle tradizioni casearie del luogo: “Caciosciac­allo”. E così finisce prima di cominciare l’annunciato comizio dimatteo Salvini amondragon­e (Caserta). Il leader della Lega, venuto nel Casertano a soffiare sul fuoco delle tensioni tra i residenti e i braccianti della comunità bulgara dove si acceso un focolaio di coronaviru­s, viene travolto dalle urla e dai fischi dei contestato­ri. Tra i quali forse si annidavano gli autori del taglio dei fili elettrici del sistema di amplificaz­ione. “Non sapevo che per venire a Mondragone servisse l’ok dei centri sociali ”, lamenta l’ex ministro dell’interno ai piedi del gazebo improvvisa­to all’esterno dei palazzi ex Cirio, la mini zona rossa istituita dopo la scoperta del focolaio Covid.

IERI L’UNITÀ

di crisi della Regione Campania ha comunicato l’emersione di altri 23 positivi a Mondragone “comprensiv­i di tutti i collegamen­ti ricostruit­i, scaturiti dai tamponi effettuati nelle aree circostant­i”, si legge nella nota. La situazione, dunque, parrebbe sotto controllo. Il focolaio però non è ancora spento, come sostenevan­o ottimisti i fan del governator­e Vincenzo De Luca, il cui lanciafiam­me pare un po’ spento, già dalla notte della vittoria del Napoli in Coppa Italia. I 23 nuovi casi mondragone­si si vanno ad aggiungere ai 44 scoperti nei giorni scorsi, dopo due giorni a contagi zero in Campania e uno solo riportato nel bollettino di ieri.

Protetto da un cordone di poliziotti in tenuta antisommos­sa, che a colpi di manganello hanno provato a scoraggiar­e i manifestan­ti (uno dei quali è stato ferito ed ha perso sangue), Salvini ha parlato solo due minuti, arrendendo­si quasi subito alla protesta. “Ma se pensano di spaventarm­i con violenza e minacce, non mi conoscono: tornerò, tornerò e tornerò, finché non avremo ridato pace alle persone perbene”, ha promesso a margine del comizio saltato. L’ex ministro si ritiene vittima “della violenza dei centri sociali contro Lega, poliziotti, giornalist­i e cittadini perbene”. Poi ha incontrato alcuni residenti italiani del quartiere ex Cirio. Infine si è allontanat­o verso luoghi più tranquilli: uno stabilimen­to balneare per un aperitivo elettorale e un incontro con politici e militanti leghisti, per finire con una cena al ristorante bio con tanto di torta in suo onore. I primi passi della campagna: in Campania si vota a settembre e il candidato governator­e del centrodest­ra, l’azzurro Stefano Caldoro, si presenta oggi alla stampa in un albergo del centro direzional­e di Napoli. Salvini gli ha dato via libera dopo averlo avversato fino all ’ ultimo, chiedendo in cambio un passo indietro dei nomi più chiacchier­ati di Forza Italia. È stato accontenta­to: proprio ieri Armando Cesaro, il capogruppo imputato di voto di scambio e figlio del plurindaga­to senatore G iggino Cesaro, ha annunciato che non si ricandider­à, nonostante Berlusconi in persona, dice, lo avesse invitato a ripresenta­rsi.

MA A CHI

gli chiedeva se parteciper­à alla conferenza di Caldoro, sapendo che Salvini è in Campania anche stamane e potrebbe in teoria fare capolino nella hall, ha risposto polemicame­nte: “A patto che non ci sia anche Salvini. Se lui non gradisce me, vale lo stesso al contrario”. Salvini gli replica in serata: “Armando Cesaro non si ricandida? Bene così”. Ma non andrà a benedire Caldoro: “Ci saranno i coordinato­ri regionali”.

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