Il Fatto Quotidiano

Per i 40mila euro di Caprotti, Centemero andrà in aula il 16 luglio

- FQ

In casa Lega l’esselunga non è un’azienda sconosciut­a. Proprio per un versamento che la onlus di area leghista “Più Voci” ha ricevuto dalla catena di supermerca­ti nel 2015, Giulio Centemero, il tesoriere del Carroccio, è finito a processo a Milano. La prima udienza è fissata per il 16 luglio. Centemero è imputato per un presunto finanziame­nto illecito di 40 mila euro finiti alla “Più Voci” di cui è stato legale rappresent­ante. I pm titolari del fascicolo, Stefano Civardi e Gianluca Prisco, nei mesi scorsi hanno firmato una citazione diretta a giudizio. Al centro dell’indagine milanese, c’è un versamento di 40mila euro risalente al periodo tra 2015 e 2016. Un’erogazione regolarmen­te iscritta a bilancio dalla società della famiglia Caprotti. L’unico indagato è Centemero, anche perché il finanziato­re Caprotti è deceduto nel 2016. Secondo gli atti però quel denaro non sarebbe rimasto alla onlus, ma sarebbe stato triangolat­o per dare ossigeno alle casse di Radio Padania. All’espresso – che per primo parlò di questa erogazione – la catena di supermerca­ti aveva spiegato che quella somma era “stata destinata a Radio Padania nell’am b it o della pianificaz­ione legata agli investimen­ti pubblicita­ri su oltre 70 radio”. Il processo per Centemero inizierà il 16 luglio.

INTANTO IL TESORIERE della Lega ha anche una grana romana, ancora irrisolta. Anche nella capitale è indagato per finanziame­nto illecito ma per vicende diverse. Al centro dell’i nchiesta capitolina c’è un finanziame­nto da 250 mila euro erogati in due tranche tra dicembre 2015 e febbraio 2016 dalla Immobiliar­e Pentapigna srl, società in passato riconducib­ile all’imprendito­re romano Luca Parnasi, e finiti nelle casse della “Più Voci”. Si tratta di contributi “erogati – secondo il capo di imputazion­e – in assenza di delibera da parte dell’organo sociale competente e senza l’annotazion­e dell’erogazione nel bilancio di esercizio”. In passato Centemero ha sempre spiegato che quei versamenti erano regolari e che neanche un centesimo era andato al partito di Matteo Salvini. Ma la Procura è convinta che la “Più Voci” sia un’associazio­ne “riconducib­ile alla Lega Nord quale sua diretta emanazione e comunque costituent­e una sua articolazi­one”. Nel novembre 2019 la Procura di Roma ha chiuso l’indagine, atto che di norma prelude a una richiesta di rinvio a giudizio. Che però finora non c’è stata.

LA ONLUS AL CENTRO DELL’INDAGINE I SOLDI FINITI ALLA “PIÙ VOCI”

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