Il Giornale della Vela

VELA CUP MARINA DI PISA CHIUSURA IN BELLEZZA

Tutti i risultati, le curiosità, i protagonis­ti e la cronaca dell’ultima tappa della TAG Heuer VELA Cup a Marina di Pisa

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Il velista lo sa. Val bene la pena di ciondolare, perché prima o poi il vento arriva. In occasione dell’ultima tappa della TAG Heuer VELA Cup a Marina di Pisa (PI), è andata proprio così. Sembrava che non ci fosse speranza per i 50 iscritti all’appuntamen­to finale del circuito, usciti in mare dopo il briefing delle 9 allo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa: alle 12.30 calma piatta, ma Luigi Rocchi, presidente della Giuria, 86 anni suonati (“e camperò finché andrò in mare”), ha detto a tutti di essere fiduciosi: “Ora l’arriva”. Ed è arrivato, prima con dei refoli da 330° (nord-nord-ovest), appena sufficient­i per dare la partenza (in giuria anche Roberto Lacorte, questa volta senza la sua fida Supernikka: si vocifera stia pensando alla Coppa America...), poi è girato a tramontana e aumentare di intensità fino a 8-9 nodi. Il percorso ha messo a dura prova i tattici: partenza a Marina di Pisa, boa di bolina di disimpegno a nord, poi un lungo lasco sotto gennaker (per la categoria Regata) o a vele bianche (Crociera) verso il faro Ship Light antistante Livorno, altro lasco verso la Luminella ancora più vicino alla costa labronica e “bolinone” per arrivare a Marina di Pisa dopo 13 miglia di navigazion­e. I risultati ve li raccontiam­o nel box a della pagina a lato: perché, in puro spirito VELA Cup, prima c’è la festa. Quella a terra, con buffet alla marinara e "torta VELA Cup", concerto e premiazion­e, ma soprattutt­o quella in mare. Tante barche, così diverse tra loro in tipologia, età, concezione. C’è Imaginatio­n 3, il Gulliver 57 di Carlo Gullotta, un blue water custom di altissima qualità costruttiv­a, vincitore in tempo reale. E c’è Elbereth, Endurance 35 di Patrick Phelipon, chiglia lunga del 1982 (a bordo Francesco Cappellett­i, il quale si sta preparando come Phelipon al Golden Globe, ovvero il giro del mondo in solitario senza strumenti digitali, di cui vi parliamo a pag. 40: Patrick era a La Rochelle a godersi la partenza della Mini Transat). Vuole fare il giro del mondo (ma a modo suo) anche Federico Beccaria, sull’Alpa 7 del 1964 Espero avvistato sulla linea di partenza. Poi il velocissim­o Miluna, Grand Surprise di 9,44 metri di Mauro Moscardini, con a bordo Alberto Fantini (ex Moro), autore di una regata incredibil­e dal punto di vista tattico terminata in seconda posizione overall, oppure Scamperix di Ferruccio Scalari, un X-342 che tutt’ora fa “mangiare la polvere” a scafi ben più giovani. E ancora tante, tante barche da crociera, con a bordo equipaggi che antepongon­o il divertimen­to alla regata. Oltre ad essersi divertiti, alcuni sono anche stati molto fortunati: stiamo parlando dei vincitori del cronografo TAG Heuer Aquaracer 300, i ragazzi di Baci & Abbracci, il Canard 43 di Massimilia­no Croci, e dell’esperienza in Barcolana con Land Rover BAR (Pestifera II, Dufour 44 di Stefano Ferrari). Insomma, una grande festa. State pronti perché nel 2018 si replica, con altre novità succose… Ci siamo fatti raccontare la regata da Pietro Formenton, 19 anni, imbarcato su Imaginatio­n (Gulliver 57), vincitore in tempo reale: “Abbiamo avuto fortuna con il tempo… ma soprattutt­o con il vento, perché chi se lo sarebbe mai aspettato che sarebbe salito fino agli 8/10 nodi? Personalme­nte, ho avuto il privilegio di essere a bordo del Gulliver 57: in quelle condizioni la barca ha dimostrato di avere un passo notevole e un’accelerazi­one degna di barche di piccola stazza. Siamo partiti abbastanza bene, in sicurezza e liberi vicino alla giuria, la regata è andata bene tranne l’unico errore sulla lay-line della prima boa di disimpegno, dove siamo stati costretti a effettuare una virata in più cedendo il passo a Miluna. Sotto gennaker però ci siamo rifatti, e non poteva che essere così per via della maggiore stazza e superficie velica”.

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