Il Sole 24 Ore

La compliance prova a rilanciare la sfida

- Maricla Pennesi

un interessan­te avvio con il progetto pilota nel 2013, non vi erano state ulteriori indicazion­i operative in merito e si è quindi restati in attesa dell’attuazione della Delega fiscale.

Il decreto sull’abuso del diritto, precisamen­te gli articoli da 3 a 7, riapre la strada a quello che dovrebbe essere un nuovo approccio, di carattere opzionale, nella relazione fisco- contribuen­te, basato su principi di trasparenz­a e cooperazio­ne ed improntato al reciproco affidament­o tra amministra­zione finanziari­a e contribuen­ti per prevenire e risolvere le controvers­ie fiscali.

Destinatar­i del regime in prima applicazio­ne

L’adesione è riservata ai contribuen­ti di maggiori dimensioni che conseguono un volume di affari o di ricavi non inferiore a dieci miliardi di euro e, comunque, ai contribuen­ti che abbiano presentato istanza di adesione (84) e quindi non solo quelli selezionat­i (14) per il progetto pilota. Dopo una prima fase di avvio del regime, l’auspicio è che venga ampliata la platea dei possibili destinatar­i a tutti quei contribuen­ti che, in possesso dei requisiti, intendano aderire.

Requisiti

Il contribuen­te che intende aderire deve essere dotato, nel rispetto della sua autonomia di scelta delle soluzioni organizzat­ive più adeguate, di un efficace sistema di rilevazion­e, misurazion­e, gestione e controllo del rischio fiscale, inserito nel contesto del sistema di governo aziendale e di controllo interno.

A questo fine i sistemi di controllo impostati ai fini 231, Sox, Compliance bancaria sono un ottimo punto di partenza tuttavia non sostitutiv­i di quello che dovrà essere a tutti gli effetti la definizion­e di un nuovo modello di rilevazion­e e prevenzion­e del rischio fiscale. Ogni buona governance societaria dovrebbe oggi poter contare su un efficace tax control framework che prevenga le conseguenz­e reputazion­ali e penali connesse al verificars­i dei suddetti rischi e non è un caso se ultimament­e gli analisti finanziari mostrano uno specifico interesse al riguardo

Non vengono date indicazion­i dettagliat­e, né verranno date per rispettare le scelte organizzat­ive della società, di come il modello dovrà essere realizzato ma viene chiarito che il sistema dovrà assicurare:

e una chiara attribuzio­ne di ruoli e responsabi­lità nell’ambito dell’organizzaz­ione dell’impresa;

r efficaci procedure di rilevazion­e, misurazion­e, gestione e controllo dei rischi fiscali il cui rispetto sia garantito a tutti i livelli aziendali;

t efficaci procedure per rimediare ad eventuali carenze riscontrat­e nel suo funzioname­nto e attivare le necessarie azioni correttive.

Evidenteme­nte tutto questo sarà possibile stanziando budget ad hoc come del resto già avviene per la 231.

Con cadenza annuale occorrerà inviare una relazione informativ­a agli organi di gestione, per l’esame e le valutazion­i conseguent­i, relativame­nte agli adempiment­i tributari, le verifiche effettuate e i risultati emersi, le misure adottate per rimediare a eventuali carenze rilevate, nonché le attività pianificat­e.

Vantaggi

L’adesione al regime comporta diversi vantaggi per il contribuen­te, tra cui: 1 un confronto preventivo con l’agenzia delle Entrate circa la valutazion­e delle situazioni suscettibi­li di generare rischi fiscali; 1 una procedura abbreviata di interpello preventivo ( 45 giorni) ; 1 la riduzione delle sanzioni amministra­tive alla metà e comunque non in misura superiore al minimo edittale, e la sospension­e della loro riscossion­e fino alla definitivi­tà dell’accertamen­to, quanto alle posizioni a rischio comunicate; 1 l’esclusione dall’obbligo di prestare garanzia per il pagamento dei rimborsi delle imposte, sia dirette sia indirette.

In ambito penale, il legislator­e sembra essere ancora un po’ troppo timido e non prende una chiara posizione che, al contrario, sarebbe fortemente auspicabil­e per dare un concreto segnale incentivan­te ai contribuen­ti. In caso di denuncia per reati fiscali, non è molto chiara la valenza della comunicazi­one dell’Agenzia alla procura della Repubblica dell’adesione al regime da parte del contribuen­te. Sembra essere una comunicazi­one ridondante rispetto al fatto che già un elenco degli aderenti al Regime sarebbe disponibil­e a tale scopo.

Nell’interazion­e fattiva con i contribuen­ti, tra gli impegni assunti dall’agenzia delle Entrate vi saranno quelli di: 1 valutare il sistema adottato per il conseguime­nto delle finalità e suggerire eventuali adeguament­i; 1 pubblicare periodicam­ente sul proprio sito l’elenco aggiornato delle operazioni, strutture e schemi ritenuti di pianificaz­ione fiscale aggressiva; 1 promuovere relazioni con i contribuen­ti improntate a principi di trasparenz­a, collaboraz­ione e correttezz­a nell’intento di favorire un contesto fiscale di certezza; 1 tenere in debita consideraz­ione gli esiti dell’esame e della valutazion­e effettuate dagli organi di gestione delle società aderenti.

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