Il Sole 24 Ore

Authority, se ci sei batti un colpo (in fretta)

- Marco Morino

Cara Autorità dei trasporti (presidente Andrea Camanzi), se ci sei batti un colpo. E fallo in fretta, per favore, perché la decisione del Tribunale di Milano che ha sospeso Uber Pop in tutta Italia rischia di causare strascichi giudiziari pesantissi­mi. Serve una parola chiara. Secondo l’opinione di molti, Uber è un servizio privato che, allo stato attuale, non è soggetto ad alcuna disciplina, neanche a livello comunitari­o. È arrivato il momento di riflettere su questa vicenda, sostengono costoro: chi entra nel mercato non può operare in assenza di regole chiare. Secondo altri, per esempio la vicepresid­ente del Senato Linda Lanzillott­a, Uber Pop non è il diavolo: ok regolament­are, però non bisogna limitare la libertà di scelta dei cittadini. La questione incendia gli animi, soprattutt­o dei tassisti. Da un lato è giusto difendere il principio del libero mercato, ma va anche tutelato il consumator­e, per evitare di ritrovarsi alla guida dell’auto persone poco profession­ali. È evidente che si pone un problema di sicurezza che dev’essere garantita al cittadino e su cui va fatto un serio approfondi­mento. Su questo i tassisti hanno ragione. Ecco perché gli occhi sono puntati verso l’Autorità dei trasporti, che in queste ore sta esaminando la legittimit­à del servizio Uber rispetto alla legislazio­ne italiana. Perché la vicenda Uber offre l’opportunit­à, una volta per tutte, di riordinare il settore, sferrando un colpo decisivo al lavoro nero, all’illegalità e all’abusivismo. La concorrenz­a fa bene. Il caso Uber solleva una serie di interrogat­ivi che, se risolti in maniera corretta, porteranno a una sicura modernizza­zione del servizio taxi.

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