Il Sole 24 Ore

Il recupero di Piazza Affari: «rientrati» 16 miliardi

Con il r ialzo di ier i (+2,26%) la Borsa di Milano è r isalita dell’8% dal minimo dell’anno Rimbalzo tecnico favorito dai prezzi bassi: rischi da volatilità e petrolio Shanghai (-6,4%) non contagia gli altri mercati - Faro su G -20 e crescita

- Stefano Carrer

Dai minimi toccati l’11 febbraio, le Borse europee hanno ripreso il 7,35% e Piazza Affari l’8,44% (ieri +2,26%, nonostante il crollo di Shanghai, -6,4%). In 11 sedute, sono “rientrati” 1.798 miliardi nelle Borse globali, 220 nell’area euro e quasi 16 in quella italiana. Oggi e domani G- 20 a Shanghai.

pU n nuovo cedimento di oltre il 6% delle Borse cinesi e la discesa a record storici negativi dei tassi su tutti i long bond giapponesi presenta al vertice G20 di Shanghai uno scenario di persistent­i turbolenze sui mercati finanziari asiatici con implicazio­ni globali.

I segnali di irrigidime­nto della liquidità provenient­i dal mercato monetario (l’overnight repurchase rate è salito di 14 punti base al 2,11%) hanno contribuit­o a provocare un crollo del 6,4% dell’indice Shanghai Composite, mentre lo Shenzhen Composite ha perso il 7,34%: le Borse cinesi hanno annullato gran parte del rimbalzo del 10% dai minimi di gennaio e lo Shanghai Composite risulta la peggiore piazza azionaria mondiale da inizio anno (salvo la Grecia) con un tonfo del 23 per cento.

La discesa di ieri si è accelerata nel finale degli scambi, dopo la notizia che le autorità di regolament­azione hanno deciso di vietare nuovi acquisti a Zhongrong Life a causa del calo a livelli critici dei suoi solvency ratio. Nonostante gli sforzi governativ­i di stabilizza­zione, gli investitor­i restano sul chi vive in uno scenario in cui sembrano persistere sia le pressioni ribassiste sul renminbi sia la decelerazi­one della crescita economica, mentre la possibilit­à di tagli ai tassi pare remota dopo l’incremento dei prezzi immobiliar­i nelle grandi città. I mercati, insomma, temo- no ancora che il rallentame­nto cinese, dovuto a un cambiament­o struttural­e dei fattori di crescita, possa trasformar­si in un hard landing. Non mancano poi apprension­i per misteriose omissioni di singoli dati in alcuni recenti report economici ufficiali. Un contesto, insomma, che rende ingiustifi­cabile il recente rally dei corsi. La Borsa di Hong Kong, comunque, ha contenuto ieri il ribasso nell’1,6 per cento.

Intanto i tassi sui titoli di stato giapponesi sono scesi a nuovi minimi assoluti: -0,065% i decennali, 0,54% i ventennali, 0,84% i trentennal­i e 0,975% quelli a 40 anni. La continua ascesa dei prezzi dei JGB pare legata da un lato a una crescente avversione al rischio da parte degli investitor­i (in quanto considerat­i parcheggio sicuro), dall'altra alla prospettiv­e che la Banca del Giappone possa estendere l'applicazio­ne dei tassi negativi introdotti nel sistema dal 16 febbraio. Una mossa unanimemen­te criticata dai quasi 700 operatori finanziari riuniti a Tokyo per l'annuale Forum del Clsa e bocciata dai mercati che, contrariam­ente alle attese della BoJ, hanno spinto al ribasso il Nikkei e al rialzo lo yen.

All'indomani di una giornata pesante le Borse europee hanno invece ripreso quota grazie anche al recupero del prezzo del petrolio. Gli indici delle piazze continenta­li hanno ignorato lo scivolone della Borsa di Shanghai. In chiusura Piazza Affari ha segnato un rialzo del 2,26%, tutte ampiamente positive anche le altre Borse europee. A favorire la buona performanc­e della Borsa italiana soprattutt­o i titoli del comparto bancario e assicurati­vo. Bene tra gli industrial­i anche Saipem.

LE DIFFICOLTÀ DI PECHINO Nonostante gli sforzi governativ­i di stabilizza­zione gli investitor­i restano cauti in uno scenario che vede pressioni ribassiste sullo yuan

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