Il Sole 24 Ore

Gli sbarchi da gennaio salgono a quota 80mila

- Marco Ludovico

I migranti sbarcati in Italia raggiungon­o ormai quota 80mila. Il dato ufficiale aggiornato a ieri è di 79.200 ma preoccupa ancora di più quello degli immigrati accolti: 135mila. Sono tutte cifre in crescita costante. I posti per l’ospitalità sui nuovi arrivi scarseggia­no. Nei centri di accoglienz­a non c’è turn over e un’altra grande ondata di sbarchi può portare il sistema in crisi. Senza alternativ­e il ricorso alle tendopoli, già in atto persino a Roma, rischia di moltiplica­rsi.

Una grana non da poco per il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Ieri il tema è stato affrontato dal sottosegre­tario Domenico Manzione intervenut­o all’Eastforum 2016 organizzat­o da UniCredit e dalla rivista di geopolitic­a Eastwest. Manzione ha fatto notare che «di fronte a flussi di queste dimensioni abbiamo tre crisi sistemiche non disgiunte: migratoria, di sicurezza ed economica». Il sottosegre­tario ha aggiunto che «è presto per valutare la proposta della Commission­e dei 10mila euro agli Stati per ogni migrante reinsediat­o. Mentre intanto è certo - ha rilevato - che delle 160mila persone da ricollocar­e il nume- ro effettivo finora è stato di 3mila». Al centro, dunque, resta l’Europa e le sue scelte, con i punti di crisi e di evoluzione anche traumatici come la Brexit. Spiega il presidente di Unicredit, Giuseppe Vita: «La Brexit rappresent­a un momento di discontinu­ità ma anche un’importante opportunit­à. Perché - sottolinea Vita -diventa un forte incentivo a riaccender­e l’ideale europeo e rinvigorir­e il percorso iniziato 60 anni fa».

L’obiettivo, secondo il presidente Unicredit, è uno solo: «Un’Europa veramente unita. La mia idea è che sia un primo nucleo forte con Italia, Germania e Francia a indicare la strada verso la tanto auspicata integrazio­ne. Un’Europa politicame­nte unita - sottolinea - potrebbe governare al meglio l'immigrazio­ne e beneficiar­e al massimo delle ricadute positive di un’integrazio­ne preparata e ben gestita». Conclude Romano Prodi: «Il problema è: vogliamo o no fare l’Unione europea? Io mi sto convincend­o che saremo costretti dalla storia a farla. Ragionando la gente capisce che i Paesi europei da soli non hanno futuro, compresa la grande Germania. Rifacciamo l’Europa!».

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