È sfida aperta Hollande-Macron
Il presidente francese attacca il ministro dell’Economia, intenzionato a candidarsi all’Eliseo
Nel tradizionale anniversario della presa della Bastiglia il presidente francese François Hollande ha avvertito l’ambizioso e scalpitante ministro dell’Economia, Emanuel Macron, di «rispettare le regole» o di lasciare il governo.
Macron, leader del movimento “En Marche”, è uno strenuo critico delle politiche del governo socialista e in particolare dell’operato del premier Manuel Valls.
Hollande ha minacciato di licenziare Macron in tronco che ha, di fatto, anticipato di voler concorrere per l’Eliseo nel 2017. «In un governo non ci possono essere iniziative personali e ancora meno presidenziali. Rispettare queste regole significa restare nel governo. Non rispettarle significa andarsene», ha detto Hollande in un’intervista dopo la sfilata militare su Campi Elisi del 14 luglio.
Il presidente ha dovuto anche affrontare la questione dei costi esorbitanti del bar- biere dell’Eliseo. Il coiffeur personale a diecimila euro al mese? «Per questo non posso essere rimproverato. Ho letto l’articolo del giornale Canard Enchainé, posso capire le reazioni, ma ciò che conta è che dal 2012 ho tagliato le spese dell’Eliseo da 109 milioni a 100 milioni di euro».
Il capo dello Stato ha anche riferito di aver «tagliato del 10%» il personale del palazzo presidenziale e di essersi ridotto lo stipendio «del 30%» non appena varcato il portone dell'Eliseo. «Per la coiffure c’erano prestazioni esterne, io ho preferito che fossero interne», ha spiegato il leader francese, ricordando, inoltre, di «non essere» direttamente responsabile di quel contratto stellare, firmato dalla sua ex capo di gabinetto all’Eliseo.
Quanto al ciclone politico provocato dal referendum su Brexit «il Regno unito non potrà avere da fuori ciò che aveva da dentro. I vantaggi non sono più gli stessi», ha detto il presidente francese. Hollande è tornato a chiedere al nuovo governo di Lon- dra di Theresa May di inviare «al più presto» la notifica come previsto dall’articolo 50 del Trattato di Lisbona per avviare le trattative di uscita dall’Ue. Un passo che contribuirà a spazzare via le attuali «incertezze» che pesano sull’Europa.
Quanto alla sicurezza e alla situazione dell’ordine pubblico «la minaccia terroristica non è meno importante», ha spiegato l’inquilino dell’Eliseo, confermando però che non vi sarà un’ulteriore proroga dello stato di emergenza nel paese oltre il 26 luglio. «Una legge è stata votata per darci i mezzi per agire», ha dichiarato. «Non si può prorogare lo stato di emergenza eternamente. Rientra nelle situazioni eccezionali».
Di fronte alle minacce che persistono resterà invece in vigore al suo massimo livello il piano di sicurezza Vigipirate, ha ancora reso noto Hollande, precisando poi che l’operazione “Sentinelle”, il dispiegamento di militari deciso all’indomani degli attentati del 7,8 e 9 gennaio 2015 e rafforzato dopo gli attacchi del 13 novembre scorso verrà ridotta da 10mila a 7mila militari. Quanto infine alle operazioni esterne, l'inquilino dell'Eliseo ha annunciato che la Francia rafforzerà «l’appoggio agli iracheni perché riprendano Mosul».
Infine il presidente socialista non ha mancato di dare una stoccata finale all’incarico da consulente dell’ex presidente della Commissione europea, il portoghese José Manuel Barroso presso la maggiore banca d’affari americana, la Goldman Sachs.
«Barroso - ha affermato Hollande - non l’ho certo scelto io. Per dieci anni è stato alla guida della Commissione europea, incluso durante la crisi dei subprime di cui Goldman Sachs era una delle principali istituzioni. Goldman Sachs ha anche consigliato la Grecia (...) e ora, qualche anno dopo, vediamo che Barroso viene nominato come l oro consulente». E’ «giuridicamente possibile» ma «moralmente inaccettabile», ha concluso Hollande senza mezzi termini.