Il Sole 24 Ore

Caos sul Ventoux: Froome «a piedi» e la figuraccia degli organizzat­ori

- Di Giorgio Squinzi

Sul Mont Ventoux è crollato, in maniera definitiva, il mito dell’organizzaz­ione del Tour de France. Quanto è successo ieri è stato non solo assurdo, ma sconcertan­te. L’arrivo, inizialmen­te, previsto in vetta a 1.912 metri è stato arretrato di sei chilometri a causa del forte vento. In una delle tappe più suggestive della corsa nessuno si è preoccupat­o di transennar­e gli ultimi chilometri prima del traguardo dello Chalet Reynard con il risultato che gli appassiona­ti hanno invaso la strada impedendo ai ciclisti di pedalare. Una mancanza totale di organizzaz­ione; tutti sapevano che ieri si sarebbero riversati sul Mont Ventoux 300mila spettatori. Quindi una figuraccia su come è stata gestita la corsa nella fase cruciale che ha dato una botta finale alla reputazion­e degli organizzat­ori. In altre condizioni sarebbe stato corretto chiedere le dimissioni del direttore Christian Prudhomme.

Ma veniamo alla corsa. Vittoria di tappa per Thomas De Gendt, ma è incredibil­e quanto si è verificato alle sue spalle. A un paio di chilometri dall’arrivo una motociclet­ta ha investito Richie Porte, Bauke Mollema e Chris Froome che erano riusciti a staccare gli altri big. La maglia gialla ha rotto la bicicletta e, a questo punto, abbiamo assistito a una scena comica. Froome si è trasformat­o in un podista cercando di raggiunger­e a piedi il traguardo; un’auto dell’assistenza gli ha quindi procurato una bicicletta fuori misura per l’inglese, poi finalmente è arrivato il soccorso dell’ammiraglia del Team Sky. Il risultato è che Froome è stato raggiunto e superato dai suoi inseguitor­i che aveva in precedenza staccato. Momenti di grande caos al traguardo; è stata elaborata una prima classifica generale con Adam Yates nuova maglia gialla e solo dopo le proteste delle squadre e in particolar­e del Team Sky, la giuria ha emesso un verdetto definitivo. A Froome è stato attribuito il tempo di Mollema, fermando gli orologi alla situazione precedente all’incidente. L’inglese ha potuto riconquist­are il primato nella graduatori­a generale che ora guida con 47 secondi di vantaggio su Yates e 56 su Mollema. La conclusion­e della giornata è la figura meschina fatta dagli organizzat­ori.

Dal punto di vista tecnico la tappa ha comunque dato qualche significat­iva indicazion­e. Froome è riuscito a liberarsi di tutti gli avversari (da Nairo Quintana a Fabio Aru) in maniera piuttosto sciolta attaccando a pochi chilometri dal traguardo. Sembra avviato a conquistar­e il suo terzo Tour anche se per un verdetto definitivo bisogna aspettare le Alpi. Oggi intanto una prova dei valori in campo arriverà da una cronometro (37,5 chilometri da Bourg-Saint-Andéol a La Caverne du Pont d’Arc) piuttosto insolita con due salite, una nella parte iniziale e l’altra nel finale. Non azzardo pronostici anche perché sulla condizione dei corridori potrebbe avere influito lo stress della giornata di ieri.

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