Congressi e matrimoni aiutano il turismo
Il 2016 secondo anno consecutivo con il segno più per il comparto dei meeting ed eventi Ruolo chiave del Convention Bureau Italia - Dall’estero richieste in aumento
pGli anni della grande crisi – quando i soldi a circolare erano pochi e chi ne aveva non li spendeva per questioni di understatement – sono ormai alle spalle. E allora il comparto del turismo congressuale si rimette in movimento, infilando il secondo anno consecutivo di crescita. I dati definitivi sul 2016 sono ancora in corso di elaborazione, ma il sentiment di Federcongressi&Eventi è positivo: «È un momento – sottolinea il presidente Mario Buscema - di discreta vivacità di mercato sui principali segmenti di attività. Gli eventi aziendali sono contraddistinti dal segno più rispetto alle performance 2015, quelli associativi tengono anche grazie al contributo degli sponsor». Per avere qualche numero bisogna fare riferimento alle rilevazioni dell’ultimo Osservatorio italiano dei congressi e degli eventi curato dall’Alta scuola in Economia e relazioni internazionali dell’Università Cattolica. Ne emerge che nel 2015 i meeting sono stati contrassegnati da una crescita dell’11,5% e un aumento del 15% delle presenze. E la quantità di pernottamenti legati a congressi o eventi che si svolgono per più di un giorno ha fatto registrare circa 25 milioni di presenze, pari al 9,6% sul totale di quelle degli esercizi alberghieri nel 2015. Lo studio – condotto sulla base di un questionario online distribuito a 5.704 sedi per congressi ed eventi – mostra che nell’anno in questione in Italia sono stati complessivamente realizzati 392.658 eventi con un minimo di dieci partecipanti ciascuno (+11,5% rispetto al 2014) per un totale di 25,9 milioni di partecipanti (+7,3%) e 35,1 milioni di presenze (+15,0%). Congressi e eventi promossi da associazioni, aziende e istituzioni hanno fatto la parte del leone. Nel loro insieme hanno rappresentato l’87,2% degli eventi totali a fronte di un 5,7% di eventi culturali e di un 7,1% di altri eventi.
Il traino degli eventi aziendali
Considerando le principali tre ti- pologie di clienti, vale a dire aziende, associazioni e istituzioni, le prime sono state quelle più attive. Il bisogno e la volontà di stimolare la forza vendita, di incentivare le buone performance dei propri dipendenti e di lanciare sempre nuovi prodotti sul mercato hanno fatto sì che oltre la metà degli eventi svoltisi nel 2015 in Italia (il 55,4%) sia stata promossa dal segmento corporate. Gli eventi aziendali registrano il 47% dei partecipanti e il 49,3% delle presenze. Buona anche la performance del segmento associativo che trova soprattutto nei congressi occasioni di crescita, formazione e confronto (si pensi soprattutto ai congressi medico-scientifici). Gli incontri promossi dalle associazioni hanno rappresentato complessivamente il 34,8% degli eventi, il 41,7% dei partecipanti totali e il 39,5% delle presenze. Gli eventi promossi da enti e istituzioni di tipo governativo, politico, sindacale e sociale hanno invece costituito il 9,8% degli eventi totali, l’11,3% dei partecipanti e l’11,2% delle presenze.
Paese a due velocità
La carenza di infrastrutture e la non sempre facile raggiungibili- tà continuano a penalizzare le regioni meridionali. Nonostante il Sud e le Isole abbiano registrato un aumento dell’8,9% di congressi ed eventi ospitati, pari al 16,5% del totale, il Nord si conferma l’area geografica più “attraente”. Di tutti gli eventi rilevati il 56,1% si è svolto nelle regioni settentrionali, che hanno assistito a un incremento del 13,7%. Il Centro si è aggiudicato il 27,4% degli eventi, segnando un +8,7%. Domanda e offerta procedono parallelamente: la metà delle sedi è dislocata al Nord (il 52,8%) con Milano che dispone di 220 sedi; il 25,9% al Centro con capofila le città di Roma e Firenze e le loro rispettive 400 e 108 sedi; il 13,2% al Sud e l’8,1% nelle Isole.
Italia sesta potenza mondiale
Come si posiziona l’Italia a livello globale per gli eventi congressuali? A questa domanda rispondono i dati di Icca, l’associazione internazionale di settore che monitora soltanto gli eventi organizzati dalle associazioni. Ne emerge che il nostro nel 2015 è stato il sesto Paese con 452 happening, alle spalle di Usa, Germania, Regno Unito, Spagna e Francia. Tra le città prevale Roma (99 eventi), soltanto 17esima nella classifica mondiale guidata da Berlino. Qui da noi, secondo l’osservatorio, solo il 9,1% degli eventi è classificabile come internazionale, con un numero significativo di partecipanti provenienti dall’estero. «L’internazionalizzazione – secondo il presidente Buscema – è un tema fondamentale per lo sviluppo del comparto. L’Italia esercita un grande appeal sui mercati internazionali: esiste una domanda crescente per l’organizzazione di eventi esteri nel nostro Paese». Non è un caso se nel 2014, analogamente ad altri Paesi, si è costituito il Convention Bureau Italia, società consortile che oggi raggruppa cento imprese di settore con lo scopo di fare massa critica nel promuovere la destinazione Italia all’estero. «Su alcuni mercati come Stati Uniti ed Europa – spiega la presidente Carlotta Ferrari – abbiamo una buona tradizione. Ci sono poi mercati emergenti, come quelli del Far East e dell’India, che dimostrano sempre maggiore interesse riguardo alla possibilità di organizzare eventi congressuali qui da noi. Il nostro compito – conclude la Ferrari - è stimolare questa domanda con una promozione efficace». «Il congressua- le può giocare un ruolo strategico nel nostro Paese e rappresenta un settore su cui possiamo investire e crescere ancora molto – aggiunge Giorgio Palmucci, presidente di Confindustria Alberghi -. Non a caso aderiamo al Convention Bureau nazionale con una presenza nello stesso direttivo per promuovere l’Italia come destinazione Mice. Disponiamo di un potenziale enorme quando si parla di location dedicate ai convegni ed il comparto alberghiero, da un lato alimenta con proprie aree ad hoc il panorama di offerte rivolte a chi organizza meeting, e dall’altro incrementa il portafoglio clienti intercettando quel movimento di ospiti che transitano attorno agli appuntamenti legati al mondo degli eventi».
«Location come la “Nuvola” a Roma - conclude Palmucci - possono dare una nuova ulteriore spinta al settore, ma attrattori naturali quali arte, cultura e buon cibo, tipici dell’Italia, concorrono assieme ai settori dell’ospitalità, della ristorazione, dei pubblici esercizi e delle infrastrutture a favorire l’economia del Paese».