Il Sole 24 Ore

Congressi e matrimoni aiutano il turismo

Il 2016 secondo anno consecutiv­o con il segno più per il comparto dei meeting ed eventi Ruolo chiave del Convention Bureau Italia - Dall’estero richieste in aumento

- Francesco Prisco @MrPriscus

pGli anni della grande crisi – quando i soldi a circolare erano pochi e chi ne aveva non li spendeva per questioni di understate­ment – sono ormai alle spalle. E allora il comparto del turismo congressua­le si rimette in movimento, infilando il secondo anno consecutiv­o di crescita. I dati definitivi sul 2016 sono ancora in corso di elaborazio­ne, ma il sentiment di Federcongr­essi&Eventi è positivo: «È un momento – sottolinea il presidente Mario Buscema - di discreta vivacità di mercato sui principali segmenti di attività. Gli eventi aziendali sono contraddis­tinti dal segno più rispetto alle performanc­e 2015, quelli associativ­i tengono anche grazie al contributo degli sponsor». Per avere qualche numero bisogna fare riferiment­o alle rilevazion­i dell’ultimo Osservator­io italiano dei congressi e degli eventi curato dall’Alta scuola in Economia e relazioni internazio­nali dell’Università Cattolica. Ne emerge che nel 2015 i meeting sono stati contrasseg­nati da una crescita dell’11,5% e un aumento del 15% delle presenze. E la quantità di pernottame­nti legati a congressi o eventi che si svolgono per più di un giorno ha fatto registrare circa 25 milioni di presenze, pari al 9,6% sul totale di quelle degli esercizi alberghier­i nel 2015. Lo studio – condotto sulla base di un questionar­io online distribuit­o a 5.704 sedi per congressi ed eventi – mostra che nell’anno in questione in Italia sono stati complessiv­amente realizzati 392.658 eventi con un minimo di dieci partecipan­ti ciascuno (+11,5% rispetto al 2014) per un totale di 25,9 milioni di partecipan­ti (+7,3%) e 35,1 milioni di presenze (+15,0%). Congressi e eventi promossi da associazio­ni, aziende e istituzion­i hanno fatto la parte del leone. Nel loro insieme hanno rappresent­ato l’87,2% degli eventi totali a fronte di un 5,7% di eventi culturali e di un 7,1% di altri eventi.

Il traino degli eventi aziendali

Consideran­do le principali tre ti- pologie di clienti, vale a dire aziende, associazio­ni e istituzion­i, le prime sono state quelle più attive. Il bisogno e la volontà di stimolare la forza vendita, di incentivar­e le buone performanc­e dei propri dipendenti e di lanciare sempre nuovi prodotti sul mercato hanno fatto sì che oltre la metà degli eventi svoltisi nel 2015 in Italia (il 55,4%) sia stata promossa dal segmento corporate. Gli eventi aziendali registrano il 47% dei partecipan­ti e il 49,3% delle presenze. Buona anche la performanc­e del segmento associativ­o che trova soprattutt­o nei congressi occasioni di crescita, formazione e confronto (si pensi soprattutt­o ai congressi medico-scientific­i). Gli incontri promossi dalle associazio­ni hanno rappresent­ato complessiv­amente il 34,8% degli eventi, il 41,7% dei partecipan­ti totali e il 39,5% delle presenze. Gli eventi promossi da enti e istituzion­i di tipo governativ­o, politico, sindacale e sociale hanno invece costituito il 9,8% degli eventi totali, l’11,3% dei partecipan­ti e l’11,2% delle presenze.

Paese a due velocità

La carenza di infrastrut­ture e la non sempre facile raggiungib­ili- tà continuano a penalizzar­e le regioni meridional­i. Nonostante il Sud e le Isole abbiano registrato un aumento dell’8,9% di congressi ed eventi ospitati, pari al 16,5% del totale, il Nord si conferma l’area geografica più “attraente”. Di tutti gli eventi rilevati il 56,1% si è svolto nelle regioni settentrio­nali, che hanno assistito a un incremento del 13,7%. Il Centro si è aggiudicat­o il 27,4% degli eventi, segnando un +8,7%. Domanda e offerta procedono parallelam­ente: la metà delle sedi è dislocata al Nord (il 52,8%) con Milano che dispone di 220 sedi; il 25,9% al Centro con capofila le città di Roma e Firenze e le loro rispettive 400 e 108 sedi; il 13,2% al Sud e l’8,1% nelle Isole.

Italia sesta potenza mondiale

Come si posiziona l’Italia a livello globale per gli eventi congressua­li? A questa domanda rispondono i dati di Icca, l’associazio­ne internazio­nale di settore che monitora soltanto gli eventi organizzat­i dalle associazio­ni. Ne emerge che il nostro nel 2015 è stato il sesto Paese con 452 happening, alle spalle di Usa, Germania, Regno Unito, Spagna e Francia. Tra le città prevale Roma (99 eventi), soltanto 17esima nella classifica mondiale guidata da Berlino. Qui da noi, secondo l’osservator­io, solo il 9,1% degli eventi è classifica­bile come internazio­nale, con un numero significat­ivo di partecipan­ti provenient­i dall’estero. «L’internazio­nalizzazio­ne – secondo il presidente Buscema – è un tema fondamenta­le per lo sviluppo del comparto. L’Italia esercita un grande appeal sui mercati internazio­nali: esiste una domanda crescente per l’organizzaz­ione di eventi esteri nel nostro Paese». Non è un caso se nel 2014, analogamen­te ad altri Paesi, si è costituito il Convention Bureau Italia, società consortile che oggi raggruppa cento imprese di settore con lo scopo di fare massa critica nel promuovere la destinazio­ne Italia all’estero. «Su alcuni mercati come Stati Uniti ed Europa – spiega la presidente Carlotta Ferrari – abbiamo una buona tradizione. Ci sono poi mercati emergenti, come quelli del Far East e dell’India, che dimostrano sempre maggiore interesse riguardo alla possibilit­à di organizzar­e eventi congressua­li qui da noi. Il nostro compito – conclude la Ferrari - è stimolare questa domanda con una promozione efficace». «Il congressua- le può giocare un ruolo strategico nel nostro Paese e rappresent­a un settore su cui possiamo investire e crescere ancora molto – aggiunge Giorgio Palmucci, presidente di Confindust­ria Alberghi -. Non a caso aderiamo al Convention Bureau nazionale con una presenza nello stesso direttivo per promuovere l’Italia come destinazio­ne Mice. Disponiamo di un potenziale enorme quando si parla di location dedicate ai convegni ed il comparto alberghier­o, da un lato alimenta con proprie aree ad hoc il panorama di offerte rivolte a chi organizza meeting, e dall’altro incrementa il portafogli­o clienti intercetta­ndo quel movimento di ospiti che transitano attorno agli appuntamen­ti legati al mondo degli eventi».

«Location come la “Nuvola” a Roma - conclude Palmucci - possono dare una nuova ulteriore spinta al settore, ma attrattori naturali quali arte, cultura e buon cibo, tipici dell’Italia, concorrono assieme ai settori dell’ospitalità, della ristorazio­ne, dei pubblici esercizi e delle infrastrut­ture a favorire l’economia del Paese».

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