Il Sole 24 Ore

Inter vista a Olio di Palma

La triste storia, raccontata da lui stesso, di un ingredient­e improvvisa­mente messo al bando dopo una lunga carriera

- Di Pa ol a Ma s t r o col a

Ero alla stazione di Rho Fiera, reduce dal Salone del Libro che adesso non è più a Torino e non si chiama più Salone del Libro, è a Rho Fiera e si chiama Tempo di libri. Stanca morta perché a Rho Fiera, per raggiunger­e la stazione, c’è da percorrere un immenso tunnel sotterrane­o che sembra quello di un aeroporto, con i tapis roulant che, se non vuoi camminare, ti portano loro, e se invece vuoi camminare lo stesso, ti fanno andare più forte così che mentre cammini guardi gli altri che camminano accanto a te senza tapis roulant e, siccome li superi camminando allo stesso identico passo, ti sembra che qualcosa nel mondo si sia messo a funzionare a tuo favore, dandoti improvvisa­mente, chissà perché, un vantaggio.

Mi sbatto su una panca, estraggo un libro e un taccuino, e come sempre mi metto un po’ a leggere e un po’ a scrivere; prendo qualche appunto sparuto, perché i pensieri non se ne vadano del tutto via. Davanti a me, accasciato sulla panca dirimpetto, c’è un signore dimesso, triste, vestito di grigio, una pelle giallo olivastra che balugina un sudore strano, oleoso. Mi guarda fisso da un po’, come se mi conoscesse, o volesse a tutti i costi dirmi qualcosa. Infatti a un certo punto mi chiede: « Scrive? » Sì... « È giornalist­a? » No. « Ah, peccato. Scrittrice? » Non so mai cosa rispondere a questa domanda, ma per tagliar corto dico di sì.

«Ah bene, allora è uguale. Visto che lei scrive, posso chiederle un favore? » Mi dica. « Potrebbe intervista­rmi? » Intervista­rla? E perché mai? «Perché la gente deve sapere. La gente non sa, e io non so come fare a farglielo sapere... È una storia triste, ma bisogna che si sappia... Nessuno mi vuole più, ecco, è questo. Pensi un po’, è successo a me, proprio a me che... Ma lo sa chi sono io, mi ha riconosciu­to?» No, mi spiace... « Sono Olio Di Palma » . Mi dice proprio così, il signore dimesso, porgendomi la mano oleosa. Mi dice di essere il signor Olio Di Palma. E io non sto in me dalla sorpresa, e dalla gioia:

Non sa che piacere conoscerla, penso così spesso a lei ultimament­e, a come si deve sentire uno come lei che...

« Ecco appunto, vede che lei è la persona giusta? In effetti, sì, è normale, no? Gli scrittori si occupano dei derelitti, dei poveretti, di chi sta male, non è così? E chi sta peggio di me? Vuol sapere come mi sento? Male, malissimo! Tradito, offeso, umiliato. Espulso dalla società, rinnegato, affondato. In poche parole un rifiuto. Vuol sapere davvero come mi sento? Una merda! »

Ma no, la prego, non dica così, non le si addice...

«Come mi sento? Peggio dei gas di scarico, peggio delle polveri sottili, del bisolfato, della diossina, della nicotina... Peggio persino dell’amianto... che, lei mi capisce, è tutto dire!» Ma no, non esageri... «Esagerare? Eh no, mi scusi, agli altri agenti patogeni, allergenic­i e Dio sa cos’altro, riservano un trattament­o ben migliore: si limitano a non usarli più e tanti saluti. Con me invece no: si fanno vanto di non usarmi!

| Frutti della palma

Scrivono: Senza olio di palma. Ha presente questa scritta obbrobrios­a che imperversa? Ebbene, ha mai trovato scritto sopra un camino « Senza amianto » ? No, mai. Eppure lo sa che le canne fumarie sono piene di amianto? Non lo sa perché non glielo dicono. Sempliceme­nte adesso nei camini nuovi non mettono più l’amianto, ma non glielo dicono, non si vantano di non metterlo, non le vendono un camino con la scritta Senza amianto. Così Amianto se ne va tranquillo per la sua strada, non si vergogna, non è messo alla berlina. Invece io...

È la cosa più triste, quell’orribile scritta, la cosa che mi fa più soffrire, sa? Lo deve dire a tutti, lo deve scrivere che non si fa così, non si trattano in questo modo le persone perbene. Perché io sono una persona perbene, sa? Io non ho mai fatto male a una mosca, di mio. Sono gli altri, sono gli altri che non so cosa mi hanno combinato, come mi hanno rimescolat­o, miscugliat­o, snaturato... Mi hanno usato! Senza dirmi niente, chiedermi permesso, informarmi, niente! Ero un olio buono, una personcina come tante, mi facevo i miei affari. E poi invece tutta questa valanga di m. addosso! Il disonore, il discredito, la vergogna... Sì, la vergogna, perché quando uno ti scrive addosso con spocchia una frase come Senza olio di palma, capisce? la capisce la vergogna di quel “senza”? E la si trova ovunque, quella scritta infame, ovunque, ha notato? Sulle scatole di biscotti, sulle merendine, sulle fette biscottate... è uno scandalo, un’indecenza! Ma come? Senza olio di palma! Come se il solo fatto di essere senza di me fosse un’assicurazi­one di bontà, di sanità, di correttezz­a... un merito, un pregio, un valore aggiunto... Ma si rende conto? Si rende conto dell’affronto? E di colpo, santo cielo, di colpo! Lo scriva che è successo tutto di colpo! Erano secoli che mi usavano, secoli! Io ero ovunque, mi mettevano in ogni impasto, felici, sereni, senza alcun’ombra di dubbio. In ogni scheda degli ingredient­i mi si trovava, ero al primo posto, sempre presente, sempre a fare il mio dovere di olio. Ero l’ingredient­e numero uno, non si faceva niente senza di me, niente al mondo! E adesso, di colpo, così, senza preavviso... Un mattino uno si sveglia come sempre, contento di esistere, si veste, si lava, si prepara ad andare al lavoro, a fare la cosa per cui è nato... e di colpo gli dicono: no grazie, adesso non ci piaci più, sei inutile, anzi, sei dannoso!

Dannoso io, capisce? Pensi un po’, pensi se a lei dicessero che è dannosa. Lei mi scusi, che lavoro ha detto che fa, la scrittrice? Ecco, pensi se a voi scrittori dicessero di punto in bianco no grazie, smettete di scrivere che fate solo danno, state un po’ zitti, lasciate perdere, andate da un’altra parte, quello che avete scritto fino a oggi è orribile, deve sparire. Non so, pensi se uscissero libri con la scritta: Senza la prefazione di... Oppure si aprisse un’importante Festival con l’annuncio: Senza la partecipaz­ione di... Come si sentirebbe lei, me lo sa dire? Si sentirebbe una merda, ecco! A proposito, come si chiama lei? Ah, non vuole dirmelo? E fa bene, brava, non me lo dica! Lo annulli il suo nome, così non rischia la vergogna, l’ignominia, l’umiliazion­e... Ah, se solo potessi togliermi il nome, non chiamarmi più Olio Di Palma, essere anonimo, meglio ancora non essere nessuno! Ah, se potessi...!

E comunque, sa cos’è che proprio non mi va giù? È che, se davvero facevo male, se davvero provocavo dei danni alla salute, be’, non potevano accorgerse­ne prima e dirmelo? Bastava avvertirmi, santo cielo! Avrei cambiato me stesso, non so, avrei cercato di produrre un cambiament­o profondo in me. È possibile, sa? Basta seguire un corso, uno stage, fare un po’ di psicoanali­si, yoga, training autogeno, campane tibetane... Me ne sarei stato bello tranquillo dentro la mia palma a scorrere, riparato, rintanato... ma soprattutt­o lento, lento come un olio! Ha presente la sublime, impareggia­bile lentezza di un olio? Avrei avuto un’esistenza così oleosament­e pacifica! Magari insignific­ante, d’accordo, di certo meno appariscen­te e mediatica. Ma serena, innocua! Avrei fatto l’olio di palma nella palma, che male c’era? Invece no, mi estraggono! Non potevano lasciarmi dov’ero? No, mi estraggono selvaggiam­ente da secoli, mi estrapolan­o, mi strappano dal mio regno atavico per infilarmi in quelle stupide merendine e pasticcini alla crema! Ma cosa c’entravo io con tutto questo biscottume lievitante di carboidrat­i e grassi saturi?

Pensi anche alle palme, poverine! Divelte, essiccate, tagliuzzat­e... assassinat­e per estrarre me! Quintali e quintali di olio risucchiat­o dai loro inconsapev­oli e innocenti tronchi... Che male hanno fatto le palme, che ne sapevano? Barili e barili che invadono il mondo, e poi un bel giorno: ah no, scusate, abbiamo sbagliato, l’olio di palma fa male alla salute! »

Be’, io la capisco, signor Di Palma – dico a questo punto. Però si metta nei nostri panni: okay, dovevamo accorgerce­ne prima, ma ormai è fatta, ce ne siamo accorti dopo, ma ce ne siamo accorti! E adesso che ce ne siamo accorti dovremmo far finta di niente, tacere, nascondere la verità scientific­a a cui siamo giunti e continuare impunement­e a usare lei? La ricerca va avanti, il progresso tecnico, la medicina...

« Ecco, era qui che la volevo! – sbotta Olio – A voi piace un sacco usare queste parole, voi pensate di andare sempre avanti, di sco- prire, inventare, progredire... Non vi sfiora mai il pensiero di andare anche un po’ indietro, mai! Siete macchine a una sola direzione, le par possibile? Ma dov’è l’avanti e dov’è l’indietro? Ci pensi, in fondo basta voltarsi, invertire la posizione e ciò che stava davanti di colpo sta dietro, ci ha mai riflettuto?

E poi sa, diciamoci la verità, ormai il danno è fatto. Prendiamo lei come esempio. Lei mi pare vecchiotta, mi scusi se mi permetto, ma così a occhio e croce mi pare che lei viva da parecchio: ebbene, ha idea di quanto olio di palma lei ha ingurgitat­o nella vita? Anni! Anni e anni che il suo corpo si imbeve di me, pensi al danno che ha subito, irreversib­ile. Dovrebbero risarcirvi, non so, ripulirvi, risanarvi, risucchiar­mi via dal vostro sangue...»

Sì, lei ha ragione, signor Di Palma. Ma almeno da adesso in poi agiremo bene, le nuove generazion­i si salveranno e...

«Oh le nuove generazion­i, certo! Non vi chiedete con che cosa mi hanno sostituito? No, vi beate di quella scritta: Senza olio di palma! Già, l’olio di palma non c’è più, ma cosa c’è al posto? Cosa ci mettono adesso nei biscotti, quale olio, quale intruglio? Olio di resina, olio di bacca, di cipolla, di scarafaggi­o secco...? E chi vi dice che sia meglio? E un giorno? Se fra cinquant’anni vien fuori che il tal olio che oggi mi sostituisc­e è più dannoso di me? Mi creda, è una giostra. È solo una giostra. Oggi tocca a me, domani chissà a che altro olio. Tutti verremo prima o poi estromessi, ingiuriati, vilipesi, accantonat­i e... sostituiti! Anche lei, cosa crede? Oggi lei dov’è che è andata? A Tempo di libri? Così come ieri andava al Salone del Libro? Brava! Bravi tutti voi scrittori! A voi sembra che non sia cambiato niente, continuate a fare la vostra bella parte di scrittori, andate a parlare dei vostri libri, di quel che provate, che pensate, vi sentite amati, riveriti, letti... Chissà cosa vi credete di essere... L’ingredient­e numero uno! E certo. Ma domani? Sparirete, mi creda! Ebbene sì, anche lei... Mi dispiace. Sarete messi da parte, accantonat­i. Nessuno vi inviterà più, nessuno vi leggerà. Nessuno si ricorderà nemmeno più della vostra esistenza. Siete come me. Anche di voi un giorno diranno: inutili, dannosi, andate a nasconderv­i! E vi toglierann­o di torno, non compariret­e più in nessuna ricetta, in nessuna scheda alimentare, nutriziona­le... . Ci pensi. La verità è che il tempo gira, e ognuno fa la sua corsa. Siamo tutti olio di palma, cara signora. Nient’altro, mi creda. E adesso la saluto, il mio treno sta arrivando». Scusi... il suo treno per dove? «Oh bella, per il Paese delle Palme! Mi venga a trovare, un giorno o l’altro... »

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