Ai confini del Codice civile
Qualche precursore aveva provato anche in Italia a stabilireinanticipochiecomeavrebbe pagato il conto degli eventuali cocci delle nozze ancora da celebrare.Conscarsirisultatiperchéil tentativo di importare i patti prematrimoniali così usati nel mondo anglosassone (e sbandierati dalle star) si è sempre infranto contro il muro del Codice civile.
La legge li considera nulli perché relativi a materie che richiedono l’intervento del giudice, come appunto l’assegno di divorzio. E c’è poi un radicato costume nazionale votato al matrimonio indissolubile del tutto contrario a premunirsi, almeno sul fronte economico, per l’eventuale “dopo”.
Ma ora che la Cassazione ha abbandonato il concetto del tenore di vita da garantire all’eventuale ex, è stato anche archiviato quel che restava del matrimonio per tutta la vita, resiliente oltre che al varo del divorzio al progressivo semplificarsi di tempi e modi per ottenerlo e a tutte le novità, comprese unioni civili e convivenze regolamentate. Cessano le nozze, finisce anche l’economia di coppia e si ritorna singoli, senza se e senza ma. Si apre un terreno incognito, di riconoscimento di pari dignità ai coniugi e di altolà ad eventuali “approfittamenti”, ma anche di grandi rischi di ingiustizie perché la parte debole – di solito la donna – la parità economica o le uguali chance nel mondo del lavoro ancora non li ha.
Tra gli effetti collaterali di una decisione che preannuncia conseguenze e ombre lunghe (non esclusi altri passaggi in Cassazione), c’è dunque una domanda di tutela che rischia di rimanere senza risposta e che riporta in gioco il varo dei patti prematrimoniali. In realtà la stessa Cassazione con alcune sentenze ha aperto la porta a una considerazione diversa di questi contratti riconoscendo validità, ad esempio, a un accordo di trasferimento di un immobile in vista di una separazione. E a ottobre 2014, in epoca di divorzio breve, è stata presentata in Parlamento una proposta di legge (C 2669) che vuole disciplinare i patti: finora senza la fortuna di qualche passo avanti.
Eppure anche questo tassello contribuirebbe (contribuirà) ad adeguare il diritto di famiglia, inteso in senso ampio, alla moderna, accidentata, realtà. Ci penseranno i giudici, se non il legislatore: come è stato in tutto il recente percorso, fatto di strappi in avanti e di stop spesso dettati dall’urgenza dei casi più che da un disegno coerente.