Record a Wall Street E Trump twitta: #congratulations Usa
Dow Jones e S&P da primato Gli investitori non temono Brexit e lo scontro sui dazi Effetto positivo sugli indici europei che chiudono tutti in territorio positivo Fink (BlackRock): America nel breve termine vincitrice della guerra commerciale
I risultati sopra le attese dell’economia Usa hanno dato la carica a Wall Street che continua a macinare primati e ha trascina al rialzo i listini europei, ieri tutti in territorio positivo. I nuovi record degli indici Dow Jones e S&P 500 – spinti in alto dai rialzi di Amazon e Apple – testimoniano il calo dei timori degli investitori internazionali rispetto alle tensioni commerciali tra Usa e Cina a pochi giorni dall’introduzione di nuovi dazi. I mercati non sembrano poi spaventati dall’ipotesi, che tiene banco tra Londra e Bruxelles, di una Brexit senza accordo. La corsa record di Wall Street è stato salutata dal presidente Donald Trump, che subito dopo l’apertura degli scambi ha esultato su Twitter: «Congratulazioni Usa!». A sostenere i rialzi anche il livello record (ben 433,6 miliardi di dollari) raggiunto dai buy back dei grandi gruppi Usa. Larry Fink (BlackRock) lancia però l’allarme: «Usa vincitori nel breve termine della guerra commerciale, ma non è detto che lo siano anche in futuro». Timori per l’Europa: «È meno forte di un anno fa, sono troppi gli elementi di instabilità».
Continua il rally dei mercati finanziari. Ieri a Wall Street hanno ritoccato i record l’S&P 500 e il Dow Jones. L’indice delle prime 500 società americane si è portato al di sopra del massimo toccato il 29 agosto scorso, pari a 2.914,04 punti. Grazie al buon andamento dei titoli tecnologici, farmaceutici e finanziari. Anche il Dow Jones Industrial Average ha raggiunto un nuovo massimo, con tutti i 30 titoli dell’indice in rialzo durante la seduta: il precedente record, pari a 26.616,71 punti, risale al 26 gennaio scorso. Il presidente americano Donald Trump ha subito festeggiato via Twitter a caratteri cubitali: «L’S&P 500 RAGGIUNGE I MASSIMI DI SEMPRE: Congratulazioni USA!».
Il buon andamento dei mercati continua ininterrotto da lunedì, sulla spinta delle notizie sui dazi americani e cinesi più contenuti del previsto. A migliorare il quadro, il buon andamento delle richieste dei sussidi di disoccupazione scesi ieri per la terza settimana di fila sui minimi da 49 anni. Intonate positivamente anche le Borse europee con l'indice Stoxx Europe 600 aumentato dello 0,7% (Piazza Affari +0,51%). Anche l'indice Msci sui mercati emergenti è salito ai massimi da due settimane. Insomma, le nubi della “trade war” sembrano non spaventare più di tanto gli investitori. In vista della riunione della Fed di mercoledì prossimo, con un rialzo dei tassi monetari americani dato ormai per scontato.
La Borsa americana continua la sua corsa favorita dal buon andamento dell’economia Usa. La disoccupazione è scesa al 3,9%, ai livelli più bassi da 20 anni. Il Pil nell’ultimo trimestre è aumentato del 4,2%, tasso di crescita maggiore dal 2014. Grazie anche agli effetti della riforma fiscale di Trump che nel gennaio scorso ha abbassato l’aliquota alle aziende dal 35% al 21%, dando nuova linfa alla stagione dei buyback azionari della Corporate America che si sta per chiudere. I buyback nel secondo trimestre sono arrivati al record di 433,6 miliardi di dollari. Raddoppiando quasi la cifra già da primato di 242,1 miliardi fatta segnare nel primo trimestre, dati TrimTabs.
Un elemento che nei prossimi giorni potrebbe favorire la volatilità è la riclassificazione tecnica dell'indice S&P 500. La più significativa per l'indice benchmark della Borsa americana dal 1999, che avverrà oggi dopo la chiusura delle contrattazioni, ed entrerà in vigore lunedì prossimo. L'indice S&P verrà riorganizzato secondo i Global Industry Classification Standard (Gics).
Delle cinque grandi big tech, le cosiddette Faang, ad esempio solo una, Apple, rimarrà nell'indice tecnologico dello S&P. Facebook e Alphabet, la holding di Google, entreranno a far parte dei servizi alle comunicazioni. Amazon resterà nei beni di consumo discrezionali a cui si aggiungeranno Netflix, Walt Disney e Comcast. Un rimescolamento di carte che potrebbe creare problemi.
Sulla situazione dei mercati globali ieri è intervenuto Larry Fink, numero uno di BlackRock, la prima società di investimento al mondo con un portafoglio di 6,3mila miliardi $ di asset gestiti. Parlando alla conferenza annuale di Yahoo! Finance, Fink ha detto che «gli Stati Uniti sono i grandi vincitori della guerra commerciale con la Cina nel breve termine». Ma non è detto che saranno vincitori nel lungo termine perché «si creeranno inevitabilmente problemi che influenzeranno le relazioni e le decisioni dei governi e degli investitori». Certo, «i mercati sono ai massimi da 10 anni», ha rilevato Fink che teme però le conseguenze della politica unilaterale degli Stati Uniti: «L'economia mondiale è probabilmente meno sicura ora».
Anche l'Europa e l'Italia preoccupano il ceo di BlackRock. «L'Europa è più forte di cinque anni fa perché è riuscita a superare la crisi delle banche. Ma è meno forte rispetto a un anno fa. Ci sono tanti elementi di instabilità: la debolezza della Merkel, la Francia di Macron, la crisi istituzionale in Spagna con la Catalogna e l’avanzata dei populisti in Italia».