Il Sole 24 Ore

Gian Luca, l’erede dei Rana che ha fatto breccia negli Usa

La fabbrica di Chicago, costruita nel 2011, realizza il 40% dei ricavi aziendali L’amministra­tore delegato del pastificio veronese premiato ieri a Milano

- Micaela Cappellini

Passare in meno di 20 anni dal 20% al 70% di fatturato realizzato all’estero, significa fare sul serio, sul fronte dell’internazio­nalizzazio­ne. Ed è proprio per questo che ieri Gian Luca Rana, 53 anni, ad del pastificio fondato dal padre Giovanni, è salito sul podio del Premio Eccellenze d’impresa 2018: «Non potevo pensare a un regalo più bello, per festeggiar­e l’81esimo compleanno di papà».

Il successo all’estero della pasta e dei sughi freschi Giovanni Rana comincia in Europa, ma è targato soprattutt­o Stati Uniti, dove l’azienda di San Giovanni Lupatoto - provincia di Verona - è sbarcata nel 2011 e non ha mai smesso di crescere: «A gennaio inaugurere­mo il secondo stabilimen­to, più grande, che si affianca a quello di Chicago, e non escludo che ne apriremo un terzo sulla West Coast - racconta l’ad -. Oggi il mercato americano per noi vale 300 milioni di euro, sui circa 700 con cui ci aspettiamo di chiudere il bilancio 2018». È più del 40% dei ricavi. Il segreto? «Per investire in un Paese straniero bisogna viverci. Bisogna comprarci casa. Devi cenare col management locale, passarci i fine settimana». Se li ricorda bene, Gian Luca Rana, i suoi primi quattro anni dell’avventura americana, quando passava più tempo a Chicago che in Italia, e in America ci ha portato tutta la famiglia: «I gusti dei consumator­i americani sono diversi dai nostri, abbiamo dovuto costruire macchinari ad hoc per dare ai nostri ripieni una consistenz­a che piacesse a loro: amano i pezzettini, non gli impasti omogenei come noi».

Dal quartier generale di Chicago Rana vende fino in Canada, in Messico e nel Sudamerica settentrio­nale. L’era Trump? «Abbiamo investito negli Usa nel lontano 2011, ormai ci consideran­o alla stregua di un’azienda nazionale. La scelta dei tempi non poteva essere più azzeccata - racconta l’ad - con i tassi di cambio di allora, l’investimen­to ci è costato il 40% in meno del previsto». Tutti costi autofinanz­iati, così come per la realizzazi­one del secondo stabilimen­to a stelle e strisce: «La quotazione in Borsa? Non escludo di arrivarci un giorno spiega Gian Luca Rana - ma ad oggi tutti i miei progetti sono a portata di portafogli­o».

Quando ha cominciato a lavorare nella fabbrica del padre, il Pastificio Rana aveva 35 dipendenti. Oggi ne ha 2.700. Gli stabilimen­ti sono sette e la sua pasta si vende in 52 Paesi del mondo. Il mercato italiano tiene, ma ormai vale solo il 30% del fatturato. «La prossima settimana parto per il Giappone» racconta Gian Luca Rana, che tutti consideran­o il vero artefice della svolta internazio­nale dell’azienda. «I giapponesi sono un popolo ricco, ammirano i prodotti italiani e sono inflessibi­li dal punto di vista qualitativ­o. Hanno una vera e propria ossessione per la perfezione, e questo mi affascina. Hanno anche stili di consumo molto diversi dai nostri: piatti pronti ma freschi, consumati in fretta, spesso da soli. Una sfida, per il nostro centro innovazion­e».

Anche la Russia è un mercato che Giunto alla sua quinta edizione, il Premio Eccellenze d’impresa è promosso da Gea-Consulenti di Direzione, Harvard Business Review Italia e Arca Fondi Sgr, con il patrocinio di Borsa Italiana. Il premio si rivolge a tutte le aziende che operano in Italia, senza limite di dimensione o di settori.

La cerimonia di premiazion­e 2018 si è svolta ieri a Milano: il Pastificio Rana si è aggiudicat­o il primo premio assoluto, dopo aver vinto nella categoria “Internazio­nalizzazio­ne”.

Per la categoria “Crescita e sostenibil­ità” il premio è andato al produttore di gres porcellana­to Florim; nella categoria “Innovazion­e e Tecnologia” ha vinto lo Ieo (Istituto europeo di oncologia), mentre nella sezione startup il primo premio è andato a Trust4Valu­e, che si occupa di data analytics. il Pastificio Rana osserva con attenzione. Ma non per aprire un nuovo stabilimen­to: «I nostri sono prodotti freschi - ricorda l’ad - ma fino a quando la logistica ce lo permette io preferisco arrivare sui mercati esteri con prodotti fatti in Italia. Preferisco investire qui»

L’approccio culturale, la conoscenza del Paese, sono sempre elementi imprescind­ibili della politica delle esportazio­ni targata Gian Luca Rana: «In Australia io e mio figlio sperimenta­vamo tre ristoranti ogni sera», ricorda parlando della sua ultima vacanza all’altro capo del mondo. Con tutta probabilit­à, sarà proprio il figlio maggiore - Giovanni, come il nonno oggi 23enne, a raccoglier­e le redini dell’azienda di famiglia. Per lui, Gian Luca Rana è già al lavoro sul cambio generazion­ale: «Quando sono arrivato io in azienda - racconta - attorno a me avevo tutti coetanei. Voglio che Giovanni, quando sarà il suo turno, sia circondato di manager che per ragioni anagrafich­e potranno accompagna­rlo a lungo. Per questo stiamo assumendo molti trentenni».

ECCELLENZE D’IMPRESA 2018 Quattro categorie sul podio

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Eccellenze d’impresa.L’ad Gian Luca Rana, premiato ieri a Milano

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