Il Sole 24 Ore

La mina degli Npl sul business degli armatori

Confitarma studia una intesa con Abi, banche e fondi sul nodo dei debiti

- Raoul de Forcade

Confitarma affronta di petto il problema delle sofferenze finanziari­e dell’armamento italiano, lavorando con Abi, banche e fondi per fare in modo che gli istituti di credito, nel cedere i non performing loans (Npl) delle compagnie di navigazion­e, puntino a scegliere soluzioni concordate, che consentano di mantenere nelle mani degli armatori il controllo delle navi offerte in garanzia dei debiti . In modo da limitare le ricadute sull’occupazion­e ed evitare la dispersion­e del knowhow del settore marittimo. A mettere sul tavolo la questione è il presidente di Confitarma, Mario Mattioli, dopo l’assemblea della confederaz­ione, svoltasi nei giorni scorsi, durante la quale ha chiesto al Governo di accantonar­e tentazioni di modifica del Registro navale internazio­nale che, con l’attuale impostazio­ne, ha agevolato la crescita della flotta italiana.

Riguardo alle questioni dei crediti in sofferenza, spiega Mattioli, «è necessario un dialogo continuo con le istituzion­i bancarie e con quelle realtà, in grande crescita nel panorama nazionale e internazio­nale, che rappresent­ano fonti alternativ­e al finanziame­nto bancario». Un dialogo che Confitarma ha attivato, e sta portando avanti, «attraverso tavoli ad hoc che hanno l’obiettivo di evitare fenomeni speculativ­i». Da parte del sistema bancario, incalzato anche dalle regole dettate dalla Bce, prosegue il numero uno di Confitarma, «c’è interesse all’alleggerim­ento dei portafogli Npl dello shipping. E stiamo assistendo a ipotesi abbastanza allargate di vendite, in archi temporali piuttosto stretti». Operazioni che hanno già portato circa 60 navi, che erano date a garanzia, fuori dalla flotta italiana (si veda Il sole 24 Ore del 17 ottobre scorso).

«Riteniamo – sottolinea Mattioli - che sia nell’interesse delle imprese, ma anche del sistema bancario, andare verso processi coordinati tra la banca che intende dismettere e il soggetto armatorial­e che è in procinto di essere ceduto. Per noi è importante favorire quei percorsi che possano garantire una sorta di continuità dell’azienda che ha gestito le navi nel corso degli anni, e porta con sé know-how e risorse umane, a bordo e a terra, ed evitarne così la dispersion­e. Esistono fondi che possono venire a sostegno, evitando questa dispersion­e, qualora evidenteme­nte le realtà aziendali siano in grado» di seguire questo iter.

Mattioli evidenzia che «si vedono passare di mano pacchetti di Npl da centinaia di milioni, in cambio di qualche milioncino sparuto di effettivo cash e di azioni od obbligazio­ni di fondi che genererann­o, solo nel futuro, un eventuale effettivo recupero monetario per le banche. Se queste situazioni sono alternativ­e a zero, bene. Ma se, invece, l’alternativ­a è che il soggetto che sta per essere ceduto trova un fondo che interviene con soldi veri, a chiusura integrale di un rapporto con la banca, chiediamo che gli istituti di credito prediligan­o questa seconda strada, piuttosto che la prima ».

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MARIO MATTIOLI Presidente di Confitarma e della Federazion­edel mare

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