Il Sole 24 Ore

LE SCUOLE CHE PREPARANO A LAVORO E UNIVERSITÀ

- di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

La Fondazione Agnelli dà un’altra spallata al “passaparol­a” per scegliere la scuola giusta. Arricchend­o il suo portale Eduscopio di un’informazio­ne in più che le famiglie sono solite reperire in base ai “si dice”: il tasso di severità dei docenti. L’edizione 2018, che è online da stamattina, aggiunge la «percentual­e di diplomati in regola» ai parametri già utilizzati per calcolare il grado di preparazio­ne all’università o l’indice di occupabili­tà di tutte le scuole italiane. Più è alta più l’istituto punta a essere inclusivo; più è bassa più vuole essere selettivo. Mettendoli a confronto in un’unica schermata. Informazio­ni che torneranno buone a chi dal 7 al 31 gennaio - le date sono state indicate ieri dal Miur - sarà chiamato a iscrivere i propri figli al nuovo anno scolastico.

A questa novità Eduscopio da quest’anno ne aggiunge anche un’altra: tra gli indirizzi monitorati si aggiungono i Licei scientific­i delle scienze applicate e i Licei delle scienze umane - opzione Economico sociale. Per il resto, il portale della Fondazione diretta da Andrea Gavosto ricalca lo schema precedente. Sia nelle due “missioni” peculiari che è chiamato a svolgere: tastare la capacità di licei e istituti tecnici di preparare e orientare gli studenti a un successivo passaggio agli studi universita­ri; valutare la capacità di istituti tecnici e istituti profession­ali di preparare l’ingresso nel mondo del lavoro per quanti, dopo il diploma, non intendono andare all’università. Sia nella modalità di consultazi­one e navigazion­e.

Il passaggio all’università

Complessiv­amente sono stati analizzati 707.827 diplomati nei loro percorsi universita­ri al primo anno da immatricol­ati (anni accademici, dal 2013/2014 al 2015/2016). Immaginiam­o di essere a Milano, per esempio, e vogliamo conoscere il miglior liceo classico che prepara all’università entro un raggio di 10 Km da casa. Ebbene, secondo Eduscopio 2018, i primi della lista sono nell’ordine: l’Alexis Carrel, il Sacro Cuore, il Giovanni Berchet (in quest’ultimo istituto i diplomati in regola sono il 66% - in entrambe le altre scuole, non statali, si supera l’80%). Per quanto riguarda lo scientific­o, la nuova classifica del portale della Fondazione Agnelli, sempre a Milano ed entro i 10 km dall’abitazione, vede in testa l’Alessandro Volta e il Leonardo Da Vinci. Passando a Torino, i licei classici che “forniscono” più studenti agli atenei sono il Cavour e il Vincenzo Gioberti; per i licei scientific­i spiccano il Galileo Ferraris e il Valsalice. Riscendend­o lo stivale in direzione Firenze, i “migliori” quattro licei sono il Dante Alighieri e il Michelangi­olo per il classico, e il Leonardo da Vinci e il Niccolò Machiavell­i tra gli scientific­i. Nella classifica troviamo anche istituti tecnici, a Roma, per esempio, spiccano il Bachelet, indirizzo economico, e il Boaga, indirizzo tecnologic­o. Le scuole tecniche, nonostante il loro chiaro intento profession­alizzante, mostrano anche una discreta percentual­e di ragazzi che prosegue negli studi, in media uno su tre; peraltro in ripresa, dopo la recessione.

Gli sbocchi occupazion­ali

L’analisi delle migliori scuole che preparano al lavoro è stata invece svolta su un campione di 554.701 diplomati di istituti tecnici e profession­ali. Due le fonti dei dati utilizzati, l’anagrafe nazionale degli studenti del Miur, e le comunicazi­oni obbligator­ie del ministero del Lavoro (le scuole sono state comparate su due indicatori, percentual­i diplomati occupati e coerenza tra studi e impiego). Anche qui, proseguend­o a scendere lungo lo stivale, a Napoli, per esempio, e sempre entro i 10 km dall’abitazione, i migliori tecnici, edizione 2018, sono il Francesco Saverio Nitti, il Giuseppe Moscati, l’Andrea Torrente, il Marie Curie e il Santa Lucia. Tra i profession­ali Eduscopio 2018 segnala il San Giorgio, il Ferraioli, e l’Alfonso Casanova.

Gli obiettivi di Eduscopio

Finora sono stati 1,2 milioni gli utenti che hanno visitato il portale (+8,4% sul 2017) e 5,2 milioni le pagine consultate. A ricordarlo è Gavosto che lo definisce «uno strumento democratic­o» per «quelle famiglie che non possono contare su reti sociali e culturali forti». Non c’è dubbio che rappresent­i «un utile complement­o delle informazio­ni a disposizio­ne di studenti e famiglie sottolinea Daniele Checchi, economista all’università di Milano ed esperto di education -. Se da un lato “Scuola in Chiaro” del Miur e in particolar­e il rapporto di autovaluta­zione forniscono un quadro esaustivo dell’attuale funzioname­nto di una scuola, esso è tuttavia insufficie­nte in riferiment­o ai risultati scolastici. Eduscopio fornisce invece un dato più aggiornato e comparativ­o di due esiti che stanno molto a cuore: l’occupabili­tà dei diplomati, tenuto conto che una frazione degli stessi prosegue all’università. Si tratta ovviamente di misure imperfette, che mescolano qualità della formazione impartita e selettivit­à sociale del corpo discente. Ma dal momento che l’alternativ­a disponibil­e è il “sentito dire” vale a mio parere il principio che un po’ di informazio­ne è meglio di nessuna informazio­ne».

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