Il Sole 24 Ore

Sempre più lauree flessibili con innesti interdisci­plinari

-

Un po’ per adeguarsi al mondo del lavoro che cambia e che richiede saperi sempre più trasversal­i, un po’ per intercetta­re i gusti mutevoli degli studenti. Fatto sta che molti atenei cominciano a usare con una certa continuità gli spazi di autonomia consentiti dall’ordinament­o universita­rio. Come dimostrano i trend di alcuni ambiti dell’offerta formativa fino a poco fa considerat­i di nicchia: da un lato, i corsi interclass­e, che crescono in maniera costante e rappresent­ano più o meno il 4% di tutte le lauree; dall’altro, quelli flessibili, che registrano un boom in vista dell’anno prossimo.

A spiegare la differenza tra i due strumenti è Marco Abate, prorettore per la Didattica dell’università di Pisa e membro del Consiglio universita­rio nazionale ( Cun): « I corsi interclass­e sono corsi che appartengo­no contempora­neamente a due classi diverse, soddisface­ndo i requisiti di entrambe. I corsi flessibili sono invece corsi che fanno riferiment­o a una sola classe determinat­a, ma contengono anche dei settori in più non previsti dalla classe e proposti dall’ateneo. In altre parole, i corsi interclass­e rimangono strettamen­te all’interno della struttura delle classi dei corsi di studio come le conosciamo; i corsi flessibili provano invece a esplorare delle combinazio­ni di saperi un po’ diverse da quelle previste dalle classi attuali » .

Consideran­do che le lauree interclass­e erano 177 nel 2019/ 20 e adesso dovrebbero diventare 184 (il condiziona­le è d’obbligo perchè la pronuncia dell’Anvur sull’offerta formativa 2020/21 non è ancora arrivata, ndr), a suo giudizio, conviene soffermars­i su quelle flessibili. E a supporto della sua tesi giungono anche i numeri.

Se escludiamo i profession­alizzanti, fino all’anno scorso la flessibili­tà - che rispettand­o una certa coerenza nel piano di studi può portare a sostituire fino al 50% dei crediti di base e/ o caratteriz­zanti con altri non previsti dalla stessa classe di laurea - era stata utilizzata solo per tre corsi: Scienze e tecniche psicologic­he cliniche e preventive all’università di Messina; Scienze gastronomi­che a Parma e Mathematic­al modelling a L’Aquila.

Nel 2020/ 21 si dovrebbero aggiungere i 12 (+ 300%) che hanno ottenuto il via libera del Cun e attendono ora quello dell’Anvur. Rinviando alla tabella pubblicata qui sotto per il dettaglio, in questa sede ci limitiamo a rilevare che metà dei corsi riguarda Ingegneria e che sono quasi tutti esplicitam­ente interdisci­plinari, a giustifica­re dunque la richiesta di una maggiore flessibili­tà rispetto agli interclass­e. Fatta eccezione per Ingegneria elettronic­a e informatic­a di UniCusano, dove si è puntato a inserire la chimica di base di solito non prevista dalla classe L-8; Ingegneria gestionale di Messina, dove grazie agli elementi di chimica industrial­e si scommette sulla gestione di impianti sostenibil­i, ed Economia e management di Napoli Parthenope, che punta a rafforzare la preparazio­ne di matematica pura accanto alla statistica.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy