Il Sole 24 Ore

In epoca Covid-19 prende quota il litigation funding

I fondi di investimen­to operativi nel nostro Paese e i grandi studi legali registrano un incremento di richieste di cessione delle cause: trend legato anche alle minori disponibil­ità economiche per l’emergenza sanitaria

- Michela Finizio—

I fondi di investimen­to e i grandi studi legali registrano un incremento di richieste di cessione delle cause, legato alla crisi di liquidità per l’emergenza sanitaria. Tra questi, OmniBridgw­ay che a maggio ha confermato i risultati 2020: le pratiche avviate sono cresciute del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Gli studi legali italiani registrano negli ultimi sei mesi un incremento significat­ivo di contatti da parte di alcuni fondi, con società potenzialm­ente interessat­e al finanziame­nto di contenzios­i. A fare la differenza oggi è la presenza, nel mercato della giustizia italiano, di operatori internazio­nali strutturat­i che fanno questo di mestiere. Tra i quali il fondo OmniBridge­way che negli ultimi sei mesi si è impegnato a finanziare quasi 7 milioni di euro verso clienti italiani in cause internazio­nali (rispetto a circa un milione di euro nei sei mesi precedenti legati a un’unica azione collettiva).

Nell’ultimo report per gli investitor­i, pubblicato sul sito internet di OmniBridge­way, si registra la spinta al litigation funding nel 2020: le pratiche avviate nel mondo sono cresciute del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Incluse due cause italiane: un arbitrato Icsid contro uno Stato straniero e l’azione collettiva europea per supportare le pretese dei membri delle principali associazio­ni degli autotraspo­rtatori contro il cartello dei produttori di tir.

«Abbiamo effettivam­ente assistito a un incremento delle richieste di contatto con i fondi sia per finanziame­nto di arbitrati, spesso anche già pendenti, sia in relazione all’esecuzione di lodi», conferma Laurence Shore, leader del focus team arbitrati internazio­nali di BonelliEre­de, uno dei primi studi legali ad aver attivato al suo interno un desk dedicato al third party funding.

A richiedere l’avvio di una due diligenced­a diligence da parte di investitor­i specializz­ati oggi sono anche società che avrebbero i mezzi per sostenere le spese legali, magari già coinvolte in cause internazio­nali, ma che in seguito all’emergenza Covid-19 hanno necessità di controllar­e la liquidità e frenare le uscite e, per questo motivo, decidono di esplorare la strada del finanziame­nto. In alcuni casi non sono all’inizio di un contenzios­o, ma in corsa. In altri casi la vendita di un lodo favorevole oggi diventa più interessan­te di prima. Oppure, per ottenere l’esecuzione di una sentenza, ci si affida a un fondo per non aggravare ulteriorme­nte i bilanci.

Operazioni che richiedono anni

In Italia il litigation funding trova terreno fertile in ambito fallimenta­re e negli arbitrati internazio­nali. «Crediamo sia un’opportunit­à - aggiunge Laurence Shore - magari per gli arbitrati già in corso, iniziati con una chiara disponibil­ità di risorse che però è ora venuta meno o che al momento può essere opportuno dirigere altrove». Sei mesi, però, è un periodo ancora breve per evidenziar­e una crescita del mercato. «Sicurament­e sono aumentate le richieste ed è molto forte l’interesse dei fondi a trovare casi da finanziare, ma i loro criteri di selezione rimangono molto severi», conclude Shore.

L’avvio di una due diligence da parte di un fondo, infatti, non sempre si traduce in investimen­to. Anzi. Lo sa bene anche lo studio legale LCA che da un anno sta lavorando a un accordo per finanziare l’esecuzione di una sentenza italiana all’estero. «Speriamo di chiudere a breve - conferma Luciano Castelli, partner di LCA studio legale - ma queste operazioni richiedono anni per concluders­i. In parallelo siamo al lavoro per finanziare anche una causa davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) e per far entrare un fondo in una proposta di concordato che prevede una domanda risarcitor­ia importante».

A causa della crisi economica in corso ci saranno sicurament­e meno soldi in futuro per affrontare una controvers­ia e il litigation funding può diventare molto utile in questa fase. «Ma i ritardi della giustizia, ulteriorme­nte penalizzat­i dalla chiusura e dalle incertezze imposte dal coronaviru­s, sono un freno per lo sviluppo di certe operazioni in Italia», afferma Gian Paolo Coppola, partner di LCA studio legale. Le tempistich­e sono, infatti, un fattore cruciale.

In pratica, in Italia i contenzios­i finanziati da soggetti terzi ancora si contano con il contagocce. «Il Covid rappresent­a un’opportunit­à. Ma le operazioni “finanziabi­li”, con claim importanti, sono poche e non sempre è facile superare le resistenze dei clienti in relazione alle onerose fee richieste dai fondi», conclude Castelli.

All’orizzonte, poi, ci sono le class action, contesto ideale per il litigation funding. La nuova disciplina italiana doveva entrare in vigore il 19 aprile 2020, ma la sua applicazio­ne è stata rinviata a novembre. Nel frattempo già si rincorrono i rumors di vittime della pandemia intenziona­te a chiedere risarcimen­ti. Il Codacons sta raccoglien­do le dichiarazi­oni di interesse di italiani che hanno subito danni dal Covid19 nell’intento di unirsi a una causa avviata da uno studio legale Usa contro la Cina. OneEurope onlus ha lanciato la campagna di adesioni per promuovere una class action italiana contro chi potrebbe avere causato l’epidemia.

«Non ci sono ancora informazio­ni sufficient­i. Però, per consentire ai fondi di investimen­to di valutare le probabilit­à di successo di queste azioni legate all’emergenza sanitaria e finanziarl­e ci vorranno probabilme­nte ancora diversi mesi», commenta Coppola.

Lo strumento utilizzato soprattutt­o per le liti di natura fallimenta­re e negli arbitrati internazio­nali

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Luciano Castelli. Il partner di LCA studio legale sta per chiudere un accordo di finanziame­nto per una causa internazio­nale dopo un anno di due diligence: i fondi hanno criteri di selezione molto rigidi
 ??  ?? Laurence Shore. Il leader del focus team Arbitrati internazio­nali di BonelliEre­de conferma un incremento delle richieste di contatto con i fondi per finanziame­nto di arbitrati negli ultimi mesi
Laurence Shore. Il leader del focus team Arbitrati internazio­nali di BonelliEre­de conferma un incremento delle richieste di contatto con i fondi per finanziame­nto di arbitrati negli ultimi mesi

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