La via Emilia come la Data Valley
Bonaccini: la manifattura resta la nostra eccellenza, ma avrà sempre più bisogno di big data per competere con i territori più avanzati del mondo
Puòlareg ione crocevia d’ I tali auòlareg ione crocevia d’ Italia essere capofila della battaglia per l’autonomia dallo Stato centrale in nome dell’ efficienza della sua macchina dell’efficienza della sua macchina( e spesa) pubblica e della competitività delle sue imprese? Può la terra di storiche e blasonate filiere manifatturiere–i distretti dei motori, del packaging, delle piastrelle, dell’alimentare, del biomedicale – ambire a diventare la data valley d’Europa? E può un tessuto produttivo con il record nazionale di apertura ai mercati internazionali immaginarsi un futuro autarchico per non soccombere alle spinte non soccombere alle spinte localistiche e protezionistiche che arrivano dai mercati mondiali?
«Sì. Sì. No ». Sono le tre risposte secche che il governatore Stefano Bona cc in i dà agli interrogativi con cui lavi a agli interrogativi con cui lavi a Emilia si confrontando in questo anomalo 2020, con una pandemia che ha spazzato con una pandemia che ha spazzatovi a un quinquenni odi recupero di produttività del lavoro, di Pil, di export, di occupazione, portandola a confrontarsi con le grandi regioni europee industriali con le grandi regioni europeei ndustriali come Catalogna, Baden Wuerttemberg, Rhône-Alpes. «L’emergenza Covid-19 ha colpito la nostra regione molto più di altre manonc ambiala strada molto più di altre manonc ambiala strada da noi imboccata inno medi una crescita sostenibile e inclusiva. Servono investimenti pubblici: abbiamo presentato in aprile un programma di opere per 14 miliardi, in grado di attivare il doppio se non il triplo di investimenti privati – sottolinea Bonaccini -. Vogliamo essere più autonomi per poter spenderecon meno burocrazia le risorsecon meno burocrazia le risorse che abbiamo, senza chiedere un euro in più. Secondo, la manifattura resta l’ eccellenza della Regione e dell’ export, ma avrà sempre più bisogno di bigsemp re più bisogno di big data per competeredata per competere coni territori più avanzati del mondo. Per questo stiamo completando i cantieri del Tecno polo all’ex ManifatturaTabacchi di Bologna dove saranno installati i super computer del Centro meteo europeo e del Cineca (Leonardo). E ogni scelta viene condivisa con tutte le parti sociali ed economiche. A luglio inizieremo i lavori del secondo “Patto per il lavoro”, dove avrà un ruolo cruciale la formazione, con un New Deal dei saperi e delle competenze e che abbineremo quest’anno a un “Patto per il clima” per arrivare al 100% di energie rinnovabili nel 2035 a emissioni zero nel 2050».
Non c’è invece spazio per localismi e protezionismi, in un’Emilia-Romagna che non intende abituarsi al -2,4% di export registrato nel primo trimestre 2020 (e -12% in marzo), dopo dieci anni di crescita ininterrotta delle esportazioni (+23% a 66 miliardi di euro) fino a diventare la regione italiana con il più alto export pro capite. Con un terzo della produzione bloccata nei mesi scorsi per il Covid-19, 37 miliardi di fatturato industriale in meno, mercati e turisti mondiali paralizzati dall’incertezza (-43% le presenze stimate per il 2020) e un boom di Cig a 0maggio (pari a tutto il triennio 2017-2019) anche la locomotiva d’Italia si prepara a un crollosi prepara a un crollo del valore aggiuntodel valore aggiunto e dell’ export a due cifre quest’ anno e dell’ export a due cifre quest’ anno( fonte :(fonte: Uni on camere regionale eBank italia ). «Sebbene oggi sia allineata verso il basso con il resto del Paese, questa terra ha un assetto performante, che la porterà a uscire per prima dalla debacle post Covid», prevede il presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Pietro Ferrari. Non cambiano le linee guida di sviluppoNon cambiano le linee guida di sviluppo che gli industriali hanno condensato a inizio anno nel progetto “Traiettoria 2030” messo a punto con Prometeia, «il nostro futuro ruota attorno al capitale umano e agli investimenti su ambiente, digitale ed export», precisa Ferrari. Ma per rimettere in moto l’ economia ,« occorre ora una scossa fatta di piccoli investimenti in edilizia e sburocratizzazione », aggiunge il presidente, che ha appena presentato un piano operativo di semplificazioni che darebbero ossigeno immediato alle imprese.
«Il problema dell’ Emilia-Romagna si« Il problema dell’ Emilia-Romagna si chiama sistema-Paese, la produttività delle nostre fabbriche è addirittura superiore a quella dei competitor esteri, sono le zavorre italiane che penalizzano i nostri indicatori competitivi», sottolinea Ferrari, all’unisono con il vicepresidente nazionale di Confindustria delegato a Filiere e Medie imprese, Maurizio Marchesini, alla guida dell’omonima multinazionale della packaging valley: «La nostra struttura industriale flessibile e resiliente, grazie a filiere diversificate e corte, sarà avvantaggiata nella ripartenza post Coronavirus. Siamo una regione che spende sempre ogni euro di fondi Ue – dice Marchesini - e sono ottimista vista la quantità di denaro senza precedenti in arrivo dall’Europa per la ripresa e lo stimolo di un nuovo Piano nazionale 4.0. Ma non possiamo crollare nell’execution e aver bisogno di un centinaio di decreti attuativi per spendere i 55 miliardi del decreto Rilancio».
Così, tra l’annuncio di un miliardo di dollari in arrivo dalla cinese Faw per insediare in Emilia l’hub delle supercar elettriche, di un altro miliardo al largo della costa di Rimini per un parco eolico e del via al più grande centro stoccaggio di CO2 al mondo nell’offshore di Ravenna, la regione si prepara alla transizione traoldegreen economy. economy. «Quando Bjorn Borg tornò in campo dopo dieci anni pensando di vincere con la sua vecchia racchetta di legno fu sconfitto da un tennista modesto con una racchetta in grafite. Il digitale, il5Gep resto il6G,losm art working sono i fattori abilitanti con cui dobbiamo arredare il tunnel, perché non ci sono più luci infondo acui puntare non ci sono più luci infondo acui conclude Guido Caselli, direttore del Centro studi regionale Unioncamere.
Il governatore: investimenti nel digitale Ferrari: un piano per la semplificazione