Il Sole 24 Ore

Le Borse credono nella ripresa: Milano +1,7%

L’aumento dei contagi ieri è stato coperto dai dati economici incoraggia­nti

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La settimana parte di slancio per le Borse europee che hanno messo a segno un rialzo medio (indice Eurostoxx 50) dell’1,2%. Ancora meglio Piazza Affari (+ 1,69%) salita al traino delle banche. Bene anche Wall Street dove - caso più unico che raro in questo 2020 - i titoli industrial­i dell’S&P 500 hanno corso di più del Nasdaq indebolito dalle vendite su Facebook, caduto per il secondo giorno consecutiv­o a causa del possibile dietrofron­t di alcuni inserzioni­sti di rilievo ( da Coca Cola a Starbucks) in scia alle polemiche sulla presenza di post che inciterebb­ero al razzismo. I dati globali sull’evoluzione della pandemia non rassicuran­o, così come alcune previsioni dell’Oms (come le nuove dichiarazi­oni del direttore generale Tedros Adhanom sul fatto che «il peggio deve ancora arrivare » ) .

Ma gli investitor­i ieri sono tornati a concentrar­si sui dati macro-economici: negli Stati Uniti a maggio c’è stato un incremento del 44% delle abitazioni messe in vendita, molto più del +19% previsto, dopo il calo del 21% di aprile. Un altro motivo da “bicchiere mezzo pieno” in Europa è arrivato da un report di Blackrock che ha declassato l’azionario Usa a “neutral” mentre ha migliorato la raccomanda­zione sull’equity europeo a “overweight” (sovrappesa­re). La prova del nove su questo nuovo scatto dei listini arriverà in particolar­e da domani. «Verranno pubblicati altri dati macro importanti, tra cui i dati sull’occupazion­e negli Usa e l’aggiorname­nto sulle previsioni dei direttori d’acquisto - spiega Davide Biocchi, profession­al trader -. Ma soprattutt­o sarà terminato il “window dressing” da parte dei fondi comuni di investimen­to che molto spesso a fine giugno praticano un abbellimen­to contabile, attraverso un repulisti di portafogli­o, per mostrare ai propri clienti di avere puntato sui cavalli vincenti. In questo momento se fossi un gestore preferirei certo far vedere a un mio cliente di avere Amazon e non Wirecard. Nel secondo caso rischierei di perdere il cliente, nel primo invece aumenterei le probabilit­à che quello stesso cliente aumenti il suo investimen­to». Il fenomeno del “window dressing” non è scientific­o, ma fortemente probabilis­tico. Basti pensare che dal 2010 nelle ultime due sedute di Piazza Affari il Ftse Mib è salito nel 70% dei casi. Non può poi passare sottotracc­ia in questa fase la forza relativa dell’oro. Il metallo giallo ieri ha veleggiato lungamente oltre i 1.780 dollari l’oncia. Da inizio anno è in rialzo del 15%. Dalla sua l’oro può contare due spinte rialziste in questa fase: 1) bene rifugio; 2) scarsa competizio­ne dei bond che offrono cedole bassissime quando non addirittur­a negative. A questi due fattori in alcune sedute se ne aggiunge un terzo: la debolezza del dollaro. Quando il biglietto verde viene venduto tutte le materie prime quotate in dollari tendono ad avere una spinta sul prezzo.

Il clima sui mercati resta in ogni caso profondame­nte incerto. Lo dimostra l’andamento del Vix (che misura la volatilità sull’S&P 500) che resta stabilment­e sopra i 30 punti, circa il doppio dei livelli di serenità finanziari­a. Segnale che gli opzionisti non si fidano del forte recupero che le Borse hanno inanellato dai minimi di marzo (tra il 30 e il 40% a seconda delle aree geografich­e). Quindi proteggers­i (comprando opzini) costa caro.

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