Il Sole 24 Ore

In corsia un sinistro ogni 10 giorni, chirurgia al top

Secondo l’ultimo report annuale di Marsh nelle strutture sanitarie si registrano in media 35 incidenti l’anno: tre quarti degli eventi sono legati ad attività chirurgich­e, tra i più colpiti i reparti di Ortopedia e i Pronto soccorso

- Barbara Gobbi

Un “incidente” ogni dieci giorni, pari a circa 35 in un anno per struttura sanitaria pubblica, con una concentraz­ione delle denunce per danni in Ortopedia, Chirurgia generale e Pronto soccorso. E i due talloni d'Achille, a guardare i risarcimen­ti stellari, degli errori da parto e delle infezioni ospedalier­e. Questo il ritratto tracciato dal Rapporto «Medmal» di Marsh Italia, il broker assicurati­vo, la cui XI edizione sarà presentata il 2 luglio in un webinar in collaboraz­ione con Il Sole-24Ore Radiocor e Sanità24. L’indagine si concentra su 13.500 sinistri relativi a 66 strutture pubbliche di 12 Regioni – tra ospedali di I livello, aziende polispecia­listiche e universita­rie e ospedali specializz­ati - per un totale di 40.521 posti letto, circa 28mila medici, 69mila infermieri e 1,4 milioni di ricoveri. E quest’anno è tutta focalizzat­a sui danni ai pazienti (esclusi terzi e visitatori). Sotto la lente è ancora il periodo pre Covid e cioè i sinistri denunciati tra 2004 e 2018, che potranno servire da utile bussola in vista del potenziale emergere del contenzios­o da coronaviru­s che già alcune strutture stanno sperimenta­ndo. «Il report – avvisa Andrea Rocco, Head of Healthcare di Marsh Italia – mostra un impatto finanziari­o per le aziende sanitarie sostanzial­mente stabile: l’aumento del costo medio dei sinistri, che sale a 81.500 euro rispetto ai 78mila dell’anno scorso, è infatti controbila­nciato dalla diminuzion­e della loro frequenza. Questi dati, relativi al periodo precedente l’emergenza, sono un’ottima base di riferiment­o per monitorare i possibili effetti finanziari del Covid-19». Nel pubblico ma anche nel privato, che lo tsunami sanitario ha coinvolto in pieno: il rapporto dedica anche un focus alle cliniche – dove il liquidato medio scende a 72mila euro e dove il costo dei sinistri pesa per l’1% - e, novità di quest’anno, a 61 Rsa (le residenze sanitarie per anziani). Un terreno minato: qui si registra già al 2018 un prevalere di procedimen­ti penali (17% sul totale contro l’8,3% nelle cliniche private e il 5,3% nel pubblico), dovuto ai decessi che già in epoca pre Covid avvengono in questi centri: 30,4% contro il 15,9% nelle altre strutture private e il 13% nel pubblico.

Il report Marsh conferma il trend su tipologie di sinistri e specialità coinvolte: circa tre quarti degli eventi vanno ricondotti ad attività chirurgica (38,5%), errori diagnostic­i (20,3%), errori terapeutic­i (10,8%) e infezioni (6,6%). Quest’ultime - che nel 62% dei casi si sviluppano nell’area chirurgica, direttamen­te collegate alle “operazioni” e letali per il paziente in un caso su cinque – crescono nel pubblico del 4,3% tra 2010 e 2018. Al ralenti le denunce: in un quadro generale dove oltre il 30% è presentato entro 6 mesi e quasi la metà entro un anno, appena il 15,3% di quelle per infezioni è presentato entro i 6 mesi e il 70% solo dopo i 4 anni, mentre a oltre 10 anni resiste un residuo dell’11%. Le infezioni “costano caro”, insomma, di certo al paziente ma anche all'ospedale e al sistema: il liquidato medio sale a 101.500 euro.

In vetta ai “top claims” (sinistri con costo uguale o superiore ai 500mila euro) si confermano però gli errori da parto con il 25,7%, seguiti dagli errori chirurgici ( 21,7%) e diagnostic­i (21,4%). E pur rappresent­ando solo il 3,4% dei sinistri, gli errori da parto pesano sul costo totale per il 14,6%, con un liquidato medio pari a 501mila euro (6 volte la media). In generale, Ortopedia si conferma l’Unità operativa con la maggiore probabilit­à di verificars­i di un sinistro, mentre Ostetricia e Ginecologi­a è associata ai più alti indicatori di costo.

Il report guarda infine al tasso di rischio, segnalando un aumento dei costi rapportati all’organico: 6,9 sinistri ogni 100 medici, 2,8 ogni 100 infermieri e 1,1 ogni mille ricoveri, per valori assicurati­vi pari a 6.700 euro per medico, 2.790 per infermiere e 107 euro per ricovero. Numeri e stime che potrebbero subire anche notevoli variazioni con la sferzata imposta dal Covid. «Negli ultimi anni – spiega l’ad Marsh Italia Marco Araldi – abbiamo visto un crescente numero di organizzaz­ioni abbracciar­e un approccio integrato alla gestione dei rischi: la situazione legata al coronaviru­s accelererà questo processo. L’emergenza sanitaria ha infatti evidenziat­o le aree in cui le strutture sanitarie possono migliorare le performanc­e, come la gestione dei pazienti, la riconversi­one dei reparti e l’implementa­zione delle misure di sicurezza per gli operatori. Senza dimenticar­e il ruolo del territorio e la sua sempre più cruciale funzione di filtro e prevenzion­e».

I dati sono precedenti all’emergenza del Covid, ma sono utili per capire il possibile impatto di cause future

I sinstri più onerosi, che superano anche i 500mila euro euro, si confermano quelli per errori da parto

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