In corsia un sinistro ogni 10 giorni, chirurgia al top
Secondo l’ultimo report annuale di Marsh nelle strutture sanitarie si registrano in media 35 incidenti l’anno: tre quarti degli eventi sono legati ad attività chirurgiche, tra i più colpiti i reparti di Ortopedia e i Pronto soccorso
Un “incidente” ogni dieci giorni, pari a circa 35 in un anno per struttura sanitaria pubblica, con una concentrazione delle denunce per danni in Ortopedia, Chirurgia generale e Pronto soccorso. E i due talloni d'Achille, a guardare i risarcimenti stellari, degli errori da parto e delle infezioni ospedaliere. Questo il ritratto tracciato dal Rapporto «Medmal» di Marsh Italia, il broker assicurativo, la cui XI edizione sarà presentata il 2 luglio in un webinar in collaborazione con Il Sole-24Ore Radiocor e Sanità24. L’indagine si concentra su 13.500 sinistri relativi a 66 strutture pubbliche di 12 Regioni – tra ospedali di I livello, aziende polispecialistiche e universitarie e ospedali specializzati - per un totale di 40.521 posti letto, circa 28mila medici, 69mila infermieri e 1,4 milioni di ricoveri. E quest’anno è tutta focalizzata sui danni ai pazienti (esclusi terzi e visitatori). Sotto la lente è ancora il periodo pre Covid e cioè i sinistri denunciati tra 2004 e 2018, che potranno servire da utile bussola in vista del potenziale emergere del contenzioso da coronavirus che già alcune strutture stanno sperimentando. «Il report – avvisa Andrea Rocco, Head of Healthcare di Marsh Italia – mostra un impatto finanziario per le aziende sanitarie sostanzialmente stabile: l’aumento del costo medio dei sinistri, che sale a 81.500 euro rispetto ai 78mila dell’anno scorso, è infatti controbilanciato dalla diminuzione della loro frequenza. Questi dati, relativi al periodo precedente l’emergenza, sono un’ottima base di riferimento per monitorare i possibili effetti finanziari del Covid-19». Nel pubblico ma anche nel privato, che lo tsunami sanitario ha coinvolto in pieno: il rapporto dedica anche un focus alle cliniche – dove il liquidato medio scende a 72mila euro e dove il costo dei sinistri pesa per l’1% - e, novità di quest’anno, a 61 Rsa (le residenze sanitarie per anziani). Un terreno minato: qui si registra già al 2018 un prevalere di procedimenti penali (17% sul totale contro l’8,3% nelle cliniche private e il 5,3% nel pubblico), dovuto ai decessi che già in epoca pre Covid avvengono in questi centri: 30,4% contro il 15,9% nelle altre strutture private e il 13% nel pubblico.
Il report Marsh conferma il trend su tipologie di sinistri e specialità coinvolte: circa tre quarti degli eventi vanno ricondotti ad attività chirurgica (38,5%), errori diagnostici (20,3%), errori terapeutici (10,8%) e infezioni (6,6%). Quest’ultime - che nel 62% dei casi si sviluppano nell’area chirurgica, direttamente collegate alle “operazioni” e letali per il paziente in un caso su cinque – crescono nel pubblico del 4,3% tra 2010 e 2018. Al ralenti le denunce: in un quadro generale dove oltre il 30% è presentato entro 6 mesi e quasi la metà entro un anno, appena il 15,3% di quelle per infezioni è presentato entro i 6 mesi e il 70% solo dopo i 4 anni, mentre a oltre 10 anni resiste un residuo dell’11%. Le infezioni “costano caro”, insomma, di certo al paziente ma anche all'ospedale e al sistema: il liquidato medio sale a 101.500 euro.
In vetta ai “top claims” (sinistri con costo uguale o superiore ai 500mila euro) si confermano però gli errori da parto con il 25,7%, seguiti dagli errori chirurgici ( 21,7%) e diagnostici (21,4%). E pur rappresentando solo il 3,4% dei sinistri, gli errori da parto pesano sul costo totale per il 14,6%, con un liquidato medio pari a 501mila euro (6 volte la media). In generale, Ortopedia si conferma l’Unità operativa con la maggiore probabilità di verificarsi di un sinistro, mentre Ostetricia e Ginecologia è associata ai più alti indicatori di costo.
Il report guarda infine al tasso di rischio, segnalando un aumento dei costi rapportati all’organico: 6,9 sinistri ogni 100 medici, 2,8 ogni 100 infermieri e 1,1 ogni mille ricoveri, per valori assicurativi pari a 6.700 euro per medico, 2.790 per infermiere e 107 euro per ricovero. Numeri e stime che potrebbero subire anche notevoli variazioni con la sferzata imposta dal Covid. «Negli ultimi anni – spiega l’ad Marsh Italia Marco Araldi – abbiamo visto un crescente numero di organizzazioni abbracciare un approccio integrato alla gestione dei rischi: la situazione legata al coronavirus accelererà questo processo. L’emergenza sanitaria ha infatti evidenziato le aree in cui le strutture sanitarie possono migliorare le performance, come la gestione dei pazienti, la riconversione dei reparti e l’implementazione delle misure di sicurezza per gli operatori. Senza dimenticare il ruolo del territorio e la sua sempre più cruciale funzione di filtro e prevenzione».
I dati sono precedenti all’emergenza del Covid, ma sono utili per capire il possibile impatto di cause future
I sinstri più onerosi, che superano anche i 500mila euro euro, si confermano quelli per errori da parto