Porti, strade e ferrovie per uscire dall’emergenza
Il nodo delle infrastrutture
Ripartire dalle infrastrutture e dalla logistica, dando così una forte spinta alla ripresa della locomotiva Emilia-Romagna dopo la crisi acuta dell’emergenza Covid-19. Ripartire dal polo logistico di Piacenza, che ha lanciato la sfida ad Alessandria e al centro di Rivalta Scrivia per ospitare un hub intermodale in aperta concorrenza con il Basso Piemonte. Un’opera che sia al servizio dei porti liguri (soprattutto Genova e La Spezia) e capace di intercettare i traffici, in particolare quelli via ferro, diretti verso l’Europa. Ripartire dal porto di Ravenna, leader per gli scambi commerciali con i mercati del Mediterraneo Orientale e del Mar Nero, al centro di un vasto programma di sviluppo che prevede, tra l’altro, il potenziamento dello scalo ferroviario merci e un investimento da 235 milioni per l’escavo dei fondali. Ripartire da un pacchetto di una ventina di opere viarie di importanza strategica per la competitività di alcuni distretti industriali di rilevanza internazionale, in grado di mobilitare investimenti pubblici per un importo complessivo di circa 3,9 miliardi di euro. Tra queste, indicate come prioritarie sia dalla Regione sia da Confindustria Emilia-Romagna, ci sono: il Passante di Bologna; la bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo; l’autostrada regionale Cispadana (tra Reggio Emilia e Ferrara); il Corridoio Ti-Bre; terza e quarta corsia lungo le autostrade A1-A13A14. Accanto ad altre opere viarie di minore impatto socioeconomico ma di grande rilevanza sul piano locale come, tra le altre, la tangenziale di Mirandola o la Complanare nord tra BolognaSan Lazzaro e Ponte Rizzoli. La Regione Emilia-Romagna torna a insistere sul nodo cruciale delle opere pubbliche.
Lo fa attraverso una lettera che l’assessore alle Infrastrutture e trasporti, Andrea Corsini, ha indirizzato nelle scorse settimane alla ministra Paola De Micheli, con il pressante invito ad accelerare la ripartenza di una serie di interventi infrastrutturali - strade e autostrade – in agenda da tempo e il cui percorso rischia di subire un ulteriore rallentamento a causa dei contraccolpi della pandemia.
Spiega l’assessore Corsini: «Nella difficile situazione che stiamo vivendo, la realizzazione di alcune delle principali opere viarie programmate sul territorio regionale può rivelarsi un fattore decisivo per favorire la ripartenza dell’economia regionale e la competitività dei più importanti distretti industriali dell'Emilia-Romagna, in primis ceramiche e biomedicale. Per questo ci sentiamo in dovere di rivolgere alla ministra De Micheli un pressante invito ad accelerare il più possibile le procedure per la progettazione degli interventi, l’affidamento dei lavori e l’avvio dei cantieri. Bisogna dare una risposta positiva nei tempi più rapidi possibili alle esigenze espresse dal territorio, anche per agevolare la ripresa dell’apparato produttivo dopo il blocco delle attività economiche imposto dall’emergenza sanitaria».
Tra le opere immediatamente cantierabili di competenza Anas citate nella lettera sottoscritta da Corsini, figurano il nodo stradale di Casalecchio di Reno-stralcio nord e la tangenziale di Reggio Emilia. Per entrambe si auspica un’accelerazione delle procedure di gara per l’affidamento dei lavori.
L’Emilia-Romagna è una regione tra le più avanzate del Paese e d’Europa. È una delle aree europee a più forte componente industriale, fondata spesso su filiere geograficamente concentrate e con una elevatissima vocazione all’export (il più alto in Italia in termini pro-capite), con le connesse esigenze e ricadute in termini di logistica, cioè di spedizioni delle merci. In questo scenario, la Giunta Bonaccini riserva una particolare attenzione allo sviluppo del trasporto merci su ferro, in alternativa al trasporto stradale.
Tra le azioni qualificanti sono previsti il potenziamento dei collegamenti ferroviari con il porto di Ravenna, a beneficio del traffico passeggeri e merci e l’eliminazione dei colli di bottiglia lungo la rete ferroviaria regionale.
Senza trascurare il tema del potenziamento e della migliore integrazione dei collegamenti ferroviari tra Piacenza e Milano, oggi qualitativamente e quantitativamente insufficienti a dare risposte moderne ed efficienti alle esigenze di un ampio territorio dell’area emiliana.