Il Sole 24 Ore

Porti, strade e ferrovie per uscire dall’emergenza

Il nodo delle infrastrut­ture

- Marco Morino

Ripartire dalle infrastrut­ture e dalla logistica, dando così una forte spinta alla ripresa della locomotiva Emilia-Romagna dopo la crisi acuta dell’emergenza Covid-19. Ripartire dal polo logistico di Piacenza, che ha lanciato la sfida ad Alessandri­a e al centro di Rivalta Scrivia per ospitare un hub intermodal­e in aperta concorrenz­a con il Basso Piemonte. Un’opera che sia al servizio dei porti liguri (soprattutt­o Genova e La Spezia) e capace di intercetta­re i traffici, in particolar­e quelli via ferro, diretti verso l’Europa. Ripartire dal porto di Ravenna, leader per gli scambi commercial­i con i mercati del Mediterran­eo Orientale e del Mar Nero, al centro di un vasto programma di sviluppo che prevede, tra l’altro, il potenziame­nto dello scalo ferroviari­o merci e un investimen­to da 235 milioni per l’escavo dei fondali. Ripartire da un pacchetto di una ventina di opere viarie di importanza strategica per la competitiv­ità di alcuni distretti industrial­i di rilevanza internazio­nale, in grado di mobilitare investimen­ti pubblici per un importo complessiv­o di circa 3,9 miliardi di euro. Tra queste, indicate come prioritari­e sia dalla Regione sia da Confindust­ria Emilia-Romagna, ci sono: il Passante di Bologna; la bretella autostrada­le Campogalli­ano-Sassuolo; l’autostrada regionale Cispadana (tra Reggio Emilia e Ferrara); il Corridoio Ti-Bre; terza e quarta corsia lungo le autostrade A1-A13A14. Accanto ad altre opere viarie di minore impatto socioecono­mico ma di grande rilevanza sul piano locale come, tra le altre, la tangenzial­e di Mirandola o la Complanare nord tra BolognaSan Lazzaro e Ponte Rizzoli. La Regione Emilia-Romagna torna a insistere sul nodo cruciale delle opere pubbliche.

Lo fa attraverso una lettera che l’assessore alle Infrastrut­ture e trasporti, Andrea Corsini, ha indirizzat­o nelle scorse settimane alla ministra Paola De Micheli, con il pressante invito ad accelerare la ripartenza di una serie di interventi infrastrut­turali - strade e autostrade – in agenda da tempo e il cui percorso rischia di subire un ulteriore rallentame­nto a causa dei contraccol­pi della pandemia.

Spiega l’assessore Corsini: «Nella difficile situazione che stiamo vivendo, la realizzazi­one di alcune delle principali opere viarie programmat­e sul territorio regionale può rivelarsi un fattore decisivo per favorire la ripartenza dell’economia regionale e la competitiv­ità dei più importanti distretti industrial­i dell'Emilia-Romagna, in primis ceramiche e biomedical­e. Per questo ci sentiamo in dovere di rivolgere alla ministra De Micheli un pressante invito ad accelerare il più possibile le procedure per la progettazi­one degli interventi, l’affidament­o dei lavori e l’avvio dei cantieri. Bisogna dare una risposta positiva nei tempi più rapidi possibili alle esigenze espresse dal territorio, anche per agevolare la ripresa dell’apparato produttivo dopo il blocco delle attività economiche imposto dall’emergenza sanitaria».

Tra le opere immediatam­ente cantierabi­li di competenza Anas citate nella lettera sottoscrit­ta da Corsini, figurano il nodo stradale di Casalecchi­o di Reno-stralcio nord e la tangenzial­e di Reggio Emilia. Per entrambe si auspica un’accelerazi­one delle procedure di gara per l’affidament­o dei lavori.

L’Emilia-Romagna è una regione tra le più avanzate del Paese e d’Europa. È una delle aree europee a più forte componente industrial­e, fondata spesso su filiere geografica­mente concentrat­e e con una elevatissi­ma vocazione all’export (il più alto in Italia in termini pro-capite), con le connesse esigenze e ricadute in termini di logistica, cioè di spedizioni delle merci. In questo scenario, la Giunta Bonaccini riserva una particolar­e attenzione allo sviluppo del trasporto merci su ferro, in alternativ­a al trasporto stradale.

Tra le azioni qualifican­ti sono previsti il potenziame­nto dei collegamen­ti ferroviari con il porto di Ravenna, a beneficio del traffico passeggeri e merci e l’eliminazio­ne dei colli di bottiglia lungo la rete ferroviari­a regionale.

Senza trascurare il tema del potenziame­nto e della migliore integrazio­ne dei collegamen­ti ferroviari tra Piacenza e Milano, oggi qualitativ­amente e quantitati­vamente insufficie­nti a dare risposte moderne ed efficienti alle esigenze di un ampio territorio dell’area emiliana.

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