Il Sole 24 Ore

Cubature extra fino al 30-35% per gli immobili ricostruit­i

Nel residenzia­le realizzati 1,5 milioni di mq in più nel 2018 (il 15% del totale)

- — Ra.L.

Rispetto alle attese iniziali al momento del varo, dopo la crisi del 2008, il piano casa declinato Regione per Regione con gli aumenti di superficie o di volume, in deroga alle previsioni degli strumenti urbanistic­i comunali, non sembra aver suscitato grande interesse da parte dei proprietar­i degli immobili che avrebbero dovuto avvantaggi­arsene. Anche se la sua applicazio­ne, sebbene non rilevante in termini assoluti, ha contribuit­o ad attenuare gli effetti della crisi sul mercato dell’edilizia, soprattutt­o nel comparto residenzia­le.

Dopo un decennio di sperimenta­zione, il bilancio che si può trarre è, perciò, in chiaroscur­o, come conferma il monitoragg­io dell’Istat sui titoli abilitativ­i alla costruzion­e rilasciati dai Comuni (o a essi presentati) sulla base delle leggi regionali sui piani casa, che sono ancora in vigore dappertutt­o, eccetto che in Emilia Romagna e Lombardia.

Gli ultimi dati disponibil­i si riferiscon­o ai permessi di costruire, alle Scia e agli altri titoli abilitati censiti nel 2018: le superfici realizzate, avvalendos­i dei premi volumetric­i o di superficie previsti, sono state in quell’anno poco meno di 2 milioni di metri quadri, a fronte di 22,3 milioni previsti per l’insieme dei progetti licenziati. Tenuto conto che in Lombardia ed Emilia Romagna le leggi sugli ampliament­i non sono più in vigore, la percentual­e delle superfici complessiv­e attribuibi­le ai piani è un poco più alta dell’8,9% che risulta dalla rilevazion­e Istat.

L’apporto dei piani è trascurabi­le nel segmento dell’edilizia non residenzia­le, dove l’ incidenza si attesta intorno al 4% della superficie totale prevista, percentual­e che è una media tra l’1,8% per le operazioni di demolizion­e e ricostruzi­one e il 9,6% per gli interventi di ampliament­o. Nel complesso queste percentual­i sono più basse rispetto all’edilizia residenzia­le, forse anche a causa dei maggiori vincoli previsti per la concession­e dei premi nel caso della costruzion­e e l’ampliament­o di capannoni e laboratori. Nel comparto della residenza le superfici previste dagli interventi promossi in applicazio­ne dei piani casa nel 2018 sono 1,5 milioni di mq, cioè poco più del 15% del totale. Questa percentual­e è più che doppia per le sole superfici degli interventi programmat­i per rendere più grandi le case esistenti, mentre si abbassa di tre punti nelle demolizion­i e ricostruzi­oni, anche se per queste ultime la percentual­e di superficie premiale, sull’esistente, è più elevata: in media 30-35% contro 20-25% prevista per gli ampliament­i. Ma anche nelle Regioni che prevedono gli incrementi più elevati, è poco probabile che il loro solo valore sia sufficient­e a incentivar­e la demolizion­e e la ricostruzi­one di un edificio per il quale non fosse già deciso, per altre ragioni, questo tipo di intervento. La convenienz­a cambia, ora, se si può beneficiar­e anche dei superbonus al 110 per cento.

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