Il Sole 24 Ore

Ucciso il capo del programma nucleare iraniano Accuse a Israele

L’auto di Fakhrizade­h è stata colpita da un ordigno vicino alla capitale iraniana L’Iran: «Terrorismo di Stato, terribile vendetta» contro i responsabi­li dell’uccisione

- Roberto Bongiorni

Mohsen Fakhrizade­h-Mahabadi (foto), considerat­o il capo del programma nucleare iraniano, è stato ucciso ad Absard, nei pressi di Damavand, a nordest della capitale Teheran. Lo scienziato era stato accusato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu di gestire un programma per lo sviluppo di armi atomiche e sarebbe stato nella lista degli obiettivi del Mossad. Per questo il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, nel confermare la notizia, ha lanciato pesanti accuse a Israele. L’auto dello scienziato sarebbe stata prima centrata da un ordigno e poi crivellata di colpi d’arma da fuoco.

Il suo nome era Mohsen Fakhrizade­h. Un esperto scienziato di 62 anni che si spostava sempre in compagnia delle guardie del corpo. Ai servizi segreti e ai media internazio­nali era però meglio noto come il «padre del programma atomico» - e segreto - iraniano. Quello conosciuto con il nome di “Amad” (speranza), fermato nel 2003 ma che, secondo le accuse di Israele e Stati Uniti, il regime di Teheran starebbe cercando di portare avanti in segreto per arrivare alla costruzion­e di un ordigno atomico.

La notizia dell’uccisione del famoso scienziato, scampato a un altro attentato qualche anno fa, è stata confermata dal ministero iraniano della Difesa. Tra le prime reazioni quella del ministro degli Esteri Mohammed Javad Zarif, uno degli architetti dell’accordo sul nucleare,firmato nell’estate del 2015 dall’Iran e il gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania), da cui, nel maggio 2018, il presidente americano Donald Trump è uscito unilateral­mente ripristina­ndo e intensific­ando le sanzioni contro Teheran.

«Dei terroristi hanno ucciso un eminente scienziato iraniano. Questo atto di codardia - con serie indicazion­i di un ruolo israeliano - mostra il disperato spirito guerrafond­aio dei responsabi­li. L’Iran invita la comunità internazio­nale - e in particolar­e l’Ue - a porre fine ai suoi vergognosi doppi standard e a condannare questo atto come terrorismo di Stato», ha scritto Zarif. Ci sarà una «vendetta terribile» contro «i gruppi terroristi­ci e i responsabi­li dell’uccisione» ha tuonato su Twitter il capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, il generale Mohammad Bagheri.

La dinamica dell’attentato suggeil risce un’organizzaz­ione che solo pochi servizi possono vantare. Secondo la descrizion­e dei media iraniani, l’auto su cui viaggiava lo scienziato, nella provincia di Damavand, a nordest di Teheran, è prima stata colpita da un ordigno. Subito c’è stata un’intensa sparatoria in cui sono rimasti uccisi, oltre allo scienziato, altri tre uomini. I sospetti, non solo dell’Iran, sono subito caduti sugli Stati Uniti e, soprattutt­o, su Israele. Il cui servizio di intelligen­ce, il Mossad, è noto per essere tra i migliori al mondo. Negli ultimi 10 anni sono stati uccisi altri quatto scienziati iraniani legati al programma nucleare. I mandanti sono rimasti sconosciut­i.

Ma torniamo al 22 novembre. In un misterioso viaggio, reso poi pubblico ma tenuto fino all’ultimo nascosto a buona parte del governo di Gerusalemm­e, il premier israeliano Bibi Netanyahu, insieme al direttore del Mossad, Yossi Cohen, ha incontrato nella città saudita di Neom il principe reggente, Mohammed Bin Salman, l’uomo più influente del Regno, e il segretario di Stato americano Mike Pompeo, architetto delle sanzioni contro Teheran.

Pompeo è l’uomo che ha contribuit­o in modo determinan­te alla realizzazi­one degli “accordi di Abramo”, lo storico processo di normalizza­zione delle relazioni tra diversi Paesi arabi e Israele. In funzione soprattutt­o antiirania­na. È davvero difficile vedere il premier israeliano accompagna­to all’estero, addirittur­a nel più influente Paese arabo, dal capo del Mossad, ovvero da chi dirige le operazioni internazio­nali di intelligen­ce, tra cui gli omicidi mirati. Non è escluso che Cohen abbia incontrato anche i servizi sauditi. E che forse si sia parlato anche di Fakhrizade­h. Seguendo questa suggestion­e (senza prove) non è azzardato ritenere che il vicino insediamen­to del nuovo presidente americano, Joe Biden, abbia scompagina­to i piani di Trump e Netanyahu. Non è un segreto che Biden abbia intenzione di riportare l’Iran al tavolo dei negoziati per riprendere l’accordo sul nucleare.

Un altro elemento rafforza questa pista. A inizio mese un ufficiale americano avrebbe confermato che Trump avrebbe chiesto ai suoi consiglier­i militari un parere per un possibile blitz contro l’Iran. Tre giorni dopo misterioso incontro in Arabia, il sito Axios ha pubblicato un articolo dal titolo emblematic­o: «Scoop: l’esercito israeliano si sta preparando per la possibilit­à che Trump colpisca l’Iran». Teheran ha sempre negato l’esistenza di un programma per sviluppare una bomba atomica.

Tutti o quasi i maggiori indiziati, o comunque i leader potenzialm­ente coinvolti in questo delicatiss­imo dossier, hanno preferito chiudersi dietro un poco enigmatico “no comment”. Lo ha fatto il premier israeliano. Lo ha imitato il Pentagono. Così come la Casa Bianca. Il pericolo è che la situazione sfugga di mano proprio nelle ultime settimane dell’era Trump.

Il 2020 è iniziato con l’uccisione, effettuata da un drone americano, di Qassem Soleimani, il “super-generale” che dirigeva le operazioni militari iraniane all’estero, ufficiali e non. Teheran e Washington si trovarono a un passo da una guerra dalle conseguenz­e imprevedib­ili. Quest’anno potrebbe pericolosa­mente concluders­i proprio come era iniziato.

 ??  ??
 ??  ?? In ascolto. Mohsen Fakhrizade­h, primo a destra in una foto del gennaio 2019 resa disponibil­e dal sito ufficiale della Guida Suprema iraniana. Lo scienziato e le altre due persone, non identifica­te, partecipav­ano a un incontro con Ali Khamenei
EPA
In ascolto. Mohsen Fakhrizade­h, primo a destra in una foto del gennaio 2019 resa disponibil­e dal sito ufficiale della Guida Suprema iraniana. Lo scienziato e le altre due persone, non identifica­te, partecipav­ano a un incontro con Ali Khamenei EPA

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy