Sulla crisi l’ombra del caso Cesa Conte gioca la carta Servizi
Merkel: misure uniformi di contenimento per evitare la chiusura dei confini
L’inchiesta di Catanzaro che coinvolge il segretario Udc Cesa, indagato per associazione con metodo mafioso, complica la caccia ai rinforzi per la maggioranza. Il premier Conte tenta l’ultimo rush: convocato all’improvviso in serata un Cdm per cedere la delega ai Servizi segreti, invocata da Iv e Pd. I dem invocano un governo Conte-ter.
Alle prese con i timori di una nuova ondata di epidemia virale, segnata da varianti del virus più pericolose, i Ventisette sono alla ricerca di un equilibrio tra disincentivi ai viaggi tra i paesi membri e al tempo stesso la preservazione del mercato unico e della libera circolazione. L’obiettivo non è facile da raggiungere in un contesto nel quale peraltro la pandemia sta colpendo gli Stati membri in modo molto diverso tra loro.
I capi di Stato e di governo dell’Unione hanno tenuto ieri sera una riunione in teleconferenza, la nona della serie da quando il mondo è stato colpito dalla pandemia. Prima dell’incontro, la cancelliera Angela Merkel ha chiesto una armonizzazione delle scelte a livello nazionale pur di evitare una chiusura delle frontiere come avvenne nella primavera scorsa. La Francia vorrebbe nuovi «controlli sanitari», mentre il Belgio pensa che si dovrebbe imporre divieti temporanei ai viaggi non essenziali.
Spiegava ieri un diplomatico a incontro ancora in corso: «È probabile una stretta nei viaggi non solo con alcuni paesi terzi, ma anche tra i paesi membri. Il problema è mantenere in vita il mercato unico, inteso in un significato più ampio di quello strettamente economico. I sempre più frequenti legami personali di persone residenti in paesi diversi rende complicato gestire la crisi sanitaria. Il tentativo di molti paesi sarà di disincentivare i viaggi».
La situazione non è facile. I dati sanitari sono ambigui; in alcuni casi migliori, in altri peggiori. Su una popolazione di 100mila persone, in Finlandia si contano 31 casi di infezione, in Portogallo fino a 684. La preoccupazione è che le nuove varianti del virus possano peggiorare bruscamente le cose. Fanno paura le immagini provenienti dal Brasile, per esempio. Nel frattempo, l’Europa deve fare i conti con i ritardi sul fronte delle vaccinazioni.
Da un lato, molti paesi si stanno dimostrando lenti a vaccinare. Dall’altro, la società Pfizer ha annunciato ritardi di produzione. Infine, l’Agenzia europea dei medicinali tarda a dare il benestare al terzo vaccino: AstraZeneca, che dovrebbe aggiungersi agli altri due sieri già autorizzati nell’Unione europea, Pfizer e Moderna. I Ventisette ieri hanno promesso di fare nuovi sforzi per velocizzare le vaccinazioni. Bruxelles vorrebbe che il 70% della popolazione adulta fosse vaccinata entro fine estate.
Sempre ieri sera i Ventisette dovevano discutere anche di certificati vaccinali per facilitare i viaggi. Per molti paesi è però ancora troppo presto. Intanto i governi hanno trovato un accordo sul riconoscimento reciproco di test antigenici e molecolari.