Covid e clima, con Biden torna il multilateralismo
Adesione all’alleanza globale sui vaccini Covax, rientro negli Accordi di Parigi Ma sulla Cina (che non ha rispettato gli accordi commerciali) confermata la linea dura
Joe Biden imbocca la strada del multilateralismo e del dialogo per gestire critici dossier globali, dall’emergenza sul clima al dramma della pandemia. In poche ore ha deciso di rientrare nell’accordo di Parigi contro l’effetto serra e di mantenere il seggio americano nell’Organizzazione mondiale della sanità. Di più: ieri ha aderito all’alleanza Covax, per portare vaccini ai Paesi più poveri.
E ha fatto decollare un nuovo, aggressivo piano nazionale antiCovid per riportare Washington all’avanguardia nella risposta alla crisi: 200 pagine fitte di impegni, da inediti centri federali per la somministrazione di vaccini alla produzione di farmaci ed equipaggiamento protettivo anche usando leggi di guerra.
Dialogo e diplomazia non hanno però ammorbidito l’atteggiamento su un delicato fronte internazionale, i rapporti con la Cina. L’insieme delle dichiarazioni di esponenti di spicco dell’amministrazione entrante ha evidenziato il consenso, tra democratici e repubblicani, sulla minaccia strategica posta da Pechino: prima la prossima titolare del Tesoro Janet Yellen ha denunciato le pratiche economiche scorrette della potenza asiatica. Poi il segretario di Stato in pectore Antony Blinken ha messo all’indice violazioni dei diritti umani all’interno e aggressività esterna del governo di Xi Jinping. Blinken ha detto di condividere l’ultima decisione del predecessore, Mike Pompeo, di accusare Pechino di genocidio contro gli Uiguri e le minoranze musulmane, ipotizzando nuove sanzioni. Tra queste la messa al bando di prodotti del lavoro forzato cinese e dell’export Usa di tech che possano servire alla repressione.
Le relazioni tra Washington e Pechino risentono anche di nuove tensioni nell’interscambio. Il bilancio della tregua nell’escalation del conflitto commerciale raggiunta da Trump nel gennaio 2020, che vide la Cina impegnarsi ad acquisti di beni made in Usa, ha deluso: stando a stime di Bloomberg, Pechino a fine anno scorso è riuscita a comprare solo il 58% dei promessi 172 miliardi. E il 39%, in particolare, nel settore energetico. La partita è dunque aperta per revisioni dell’intesa da parte di Biden, che ha indicato di non aver fretta di rimuovere dazi imposti da Trump.
È su altri fronti che la nuova Casa Bianca ha invece compiuto concreti passi di disgelo multilaterale. Armata di decreti presidenziali, completerà entro 30 giorni il rientro nell’accordo Onu sul clima, dopo che sotto Trump gli Stati Uniti erano stati gli unici su 200 firmatari a ritirare l’adesione. Attraverso l’epidemiologo Anthony Fauci ha fatto inoltre sapere d’aver rescisso un’uscita dalla Oms e che rispetterà gli obblighi di finanziamento dell’organizzazione. Fauci ha formalizzato la svolta al vertice di ieri dell’Oms, dove ha guidato la delegazione statunitense. E dove ha svelato l’adesione al progetto Covax. «Una buona giornata per l’Oms e la salute globale», ha commentato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus.
La strategia nazionale di salute pubblica di Biden sulla carta non è meno innovativa dopo i ritardi accumulati da Trump. Prevede la nascita di almeno cento centri federali per la somministrazione del vaccino in un mese. L’uso di mascherine sui mezzi di trasporto. E il ricorso, se necessario, al Defense Production Act, legge della Guerra di Corea, per ordinare ad aziende di sfornare prodotti e medicinali di prima necessità. Biden e il suo zar anti-pandemia Jeff Zients hanno evidenziato di aver riscontrato dodici gravi carenze nelle forniture indispensabili per la risposta al Covid, da mascherine a tamponi. Biden farà infine leva su conferenze stampa di scienziati per informare il pubblico e su misure antidiscriminazione per assicurare un equo accesso a medicinali.
Pechino avrebbe acquistato l’anno scorso solo il 58% dei 172 miliardi previsti dall’intesa con Trump