La Gazzetta dello Sport

La corsa a Rio ora è in salita: tempi strettissi­mi

Ricorso al Tna del marciatore finirebbe in coda a una ventina di altri casi aperti e «mirati» dall’intelligen­ce dell’antidoping

- Andrea Buongiovan­ni

Le parole di Alex Schwazer e Sandro Donati in conferenza stampa non danno adito a reazioni particolar­i da Iaaf e Wada. La Iaaf, come da prassi, pur se sollecitat­a, non interviene in alcun modo, nemmeno per sciogliere i dubbi che circondano la vicenda. Si esprimerà, eventualme­nte, solo dopo le controanal­isi del 5 luglio: «La Iaaf - rispondono da Montecarlo – non commenta un caso doping fino a che le controanal­isi non vengano effettuate o l’atleta coinvolto rinunci alle stesse». La lettera che ha informato Schwazer della positività agli steroidi anabolizza­nti è partita dai suoi uffici e, nel contenuto del documento, potrebbe esserci la spiegazion­e di tutto, con eventuale coinvolgim­ento anche del test del 1° gennaio. Tale spiegazion­e quindi, per il marciatore e il suo team, potrebbe essere meno estranea di quel che ieri hanno fatto trapelare. Se prima della scadenza del 28 giugno, quando scatterà la sospension­e provvisori­a per la positività, le controdedu­zioni verranno presentate, in qualche modo non potranno non tenerne conto. La Wada è invece estranea a tutte queste attività e non ha alcun ruolo nella vicenda. Avrà solo titolo di valutare l’eventuale sanzione quando applicata e di impugnare il provvedime­nto se ritenuto non adeguato.

RIO IN SALITA La strada per i Giochi di Rio dell’altoatesin­o, al di là delle convinzion­i della Fe- derazione internazio­nale, resta comunque tutta in salita. Questione di tempi strettissi­mi: un eventuale ricorso al Tribunale d’arbitrato dello Sport di Losanna, passaggio che appare obbligato, finirebbe in coda a una ventina di altri casi che coinvolgon­o atleti che gareggiano sotto l’egida della Iaaf stessa, casi che andrebbero tutti risolti prima del via dell’Olimpiade. Pare inoltre di capire che l’azione della Iaaf sia mirata soprattutt­o in direzione di Schwazer, nome da vertici internazio­nali, piuttosto che nei confronti del suo allenatore Alessandro Donati, delle cui «sorti» (ingombrant­e passato compreso) la Iaaf, in questo contesto, sarebbe inte- ressata fino a un certo punto.

AZIONI MIRATE Sono diverse le azioni mirate portate avanti in queste settimane dal dipartimen­to antidoping della Iaaf insieme al proprio ufficio di intelligen­ce, quello che ha probabilme­nte richiesto che la provetta del campione olimpico della 50 km di Pechino 2008 venisse ritestata. Una, tra lunedì e martedì, ha portato all’arresto in Spagna del somalo Jema Aden, allenatore tra i tanti di Genzebe Dibaba (atleta Iaaf 2015...) e dell’ottocentis­ta Musaeb Balla. Un’altra è in corso a Durban, in Sudafrica, sede in questi giorni dei Campionati africani.

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