Solo quarti posti per Kostner&C Cappellini-Lanotte contro la giuria
●«Abbiamo disputato la gara della vita, che cosa hanno visto?». Rizzo da applausi
L’Italia della figura a squadre opposta a super potenze come Canada, Russia (o Oar che dir si voglia), Stati Uniti e Giappone: già averne la possibilità, superato il taglio dei programmi corti, è un onore. Ma è Davide tra tanti Golia. Questione di tradizione, di cultura, di passione e di numero di praticanti. Gli azzurri, per un po’, sognano il podio. Poi chiudono con un quarto posto che, comunque lo si valuti, è risultato di prestigio. Finisce come a Sochi, ai Giochi di quattro anni fa. E se allora i punti dalla zona medaglie erano otto, stavolta si riducono a sei, con totali di 52 e 56. Segno che il gruppo è ulteriormente cresciuto. Che cosa manca ancora per compiere un definitivo salto di qualità? Riassume bene Carolina Kostner: «Mille piste sparse sul territorio». Contro le attuali 110... E’ una frase-slogan, che inquadra però con precisione il problema. Anche perché una generazione sta per andare in pensione e, sebbene quel c’è dietro sia di valore, riproporsi subito ai vertici non sarà facile. QUARTI POSTI Intanto, si apprezzi il risultato. Nei liberi, dopo il grande secondo posto nelle coppie di Valentina Marchei-Ondrej Hotarek di domenica (nella notte italiana di nuovo in pista per il corto della gara vera e propria con Nicole Della Monica-Matteo Guarise), Matteo Rizzo, la stessa Kostner e Anna Cappellini-Luca Lanotte sono tutti quarti. E sono piazzamenti di peso specifico diverso. Il 19enne Rizzo si supera ancora una volta e in una prova, vinta dal redivivo canadese Chan, si mette alle spalle il giapponese Tanaka, non uno qualsiasi. Con tanto di bacio al
ghiaccio e una serie di sinceri complimenti di capitan Lanotte per la maturità dimostrata. Nella danza di Virtue-Moir, invece, Anna e Luca recriminano: «Abbiamo fatto la gara della vita — sostengono — siamo orgogliosi di noi, delusi dal punteggio. La giuria è composta da competenti, ma non sappiamo cosa abbiano visto». Un po’ di dolcezza: lui s’è presentato sul Kiss and Cry col ciuccio del figlio Giacomo.
IMPRECISIONI
In mezzo, Carolina. L’Italia, quando tocca a lei, è a due punti dal terzo posto degli Stati Uniti. E’ lecito sperare che il gap possa essere colmato. Invece miss Nagasu, portacolori a stelle e strisce, esagera: chiude addirittura un triplo axel e fa incetta di punti. Come, poco dopo, la canadese Daleman, bronzo iridato. Per non parlare dell’inarrivabile 15enne russa Zagitova che, con 158.08, migliora la propria seconda prestazione mondiale all-time. La gardenese, invece, nuovo costume viola, è imprecisa. Non commette gravi errori, ma macchia «Il pomeriggio di un fauno» con diverse imperfezioni su elementi di salto. «In un paio di circostanze — ammette l’allieva di Michael Huth, ora a Seul per qualche giorno di allenamento — non mi son sentita a mio agio. Anche se poi, a mio agio, lo sono solo sul divano con un gelato al cioccolato... In ogni caso sono felice, soprattutto per la squadra. Siamo un bel gruppo». E’ però chiaro che, in vista della gara individuale, nonostante il solito punteggione per gli aspetti artistici, un campanello d’allarme sia suonato. Intanto, Canada (oro) e Atleti olimpici di Russia (argento), rispetto a Sochi, si scambiano le medaglie, mentre gli Usa restano di bronzo. Sono valori consolidati.