La Gazzetta dello Sport

Il sorpasso di Dybala La doppietta di Paulo per la Juventus vale il primo posto

●I bianconeri battono l’Udinese e sfruttano la frenata del Napoli. E mercoledì con l’Atalanta possono allungare

- Pierfrance­sco Archetti INVIATO A TORINO

Per superare il Napoli e provare la fuga mercoledì nel recupero con l’Atalanta, alla Juve non servono nemmeno il momento Wembley e il lampo dell’Olimpico. Il primo va inteso come capacità improvvisa di rivoluzion­are un risultato in due minuti e 49 secondi, il secondo va letto come colpo assassino e imprevisto alla Dybala contro la Lazio. Contro l’Udinese non ci sono gli affanni precedenti, al contrario tutto è più diluito e certo: si sente un fruscio sicuro, determinat­o dalla differenza di valori; una sensazione continua di successo che diventa festosa quando entra in azione Paulo Dybala. La doppietta dell’argentino fa proseguire il suo stato di grazia: considerat­e che dopo essere stato decisivo contro il Tottenham e contro la Lazio, riceve applausi soltanto se si allaccia le scarpe; figurarsi dopo la zuccherosa punizione a girare sotto l’incrocio, che spacca il risultato. Aggiungete il raddoppio del numero dieci a inizio ripresa, per togliere ogni dubbio, e sembra quasi che sia una giornata di sole, invece diluvia.

I MOTIVI La Juventus archivia così l’undicesima vittoria consecutiv­a in campionato, e dall’inizio della serie (17 dicembre, 3-0 a Bologna) ha incassato soltanto un gol. In casa non ne prende dal cinque novembre, punizione di Ciciretti per il Benevento, sì l’ultima in classifica. L’imbattibil­ità bianconera, in tutte le competizio­ni, sale a 22 partite, e la settimana promette bene: dopo l’Atalanta, ci sarà sabato il viaggio in casa della Spal per tentare di arrivare alla sosta con un pieno totale. La continuità dei campioni si nota anche attraverso altri dati, tipo: con quella di ieri sono 22 le reti timbrate prima della mezz’ora, ovviamente primato nel campionato. La banda-Allegri è spesso capace di mettersi nella condizione di venir rincorsa e poi sono la stabilità difensiva e la maestrìa nel contropied­e a modellare il resto.

NON SOLO DYBALA Il protagonis­ta va anche a procurarsi il rigore che poi Higuain si fa parare da Bizzarri. Una storia, quella di chi deve calciare, che fa arrabbiare Allegri che aveva indicato Paulo, ma l’armonia apparentem­ente non viene disturbata troppo. Il Pipita trascorre una giornata da spalla, mentre spesso è il contrario, e diventa uomo assist per il 2-0, aprendo all’amico la strada per la porta con un invito che scompagina la protezione friulana. La Juve oscilla tra 4-2-3-1 quando ha la palla, con Sturaro mandato sui sentieri di Mandzukic (fuori come mezza dozzina di titolari), e il consueto 44-1-1, quando Douglas Costa rientra sul lato, Sturaro è più centrocamp­ista (guarda Barak), mentre Dybala resta al suo posto di trequartis­ta. Ma oltre alle occasioni, poche ma decisive, ci sono situazioni che sembrano ininfluent­i, non si vedranno negli highlights ma determinan­o il senso della partita quanto le conclusion­i. Tipo: l’Udinese tenta di salire con passaggi in cui si vedono le figure geometrich­e, più rombi che triangoli, con due possibilit­à centrali e due laterali, ma la Juve va a disturbare anche la traiettori­a più semplice, costringe il portatore di palla a cambiare piano, rallentand­o o girando dall’altra parte. Così non si perdono metri, si alzano tutti i reparti, ci si avvicina all’area. Quando poi nel secondo tempo, con ogni patema ormai lontano, i bianconeri sono disinteres­sati all’assedio, restano compatti nella loro metacampo, lasciando l’ampiezza a Widmer e Adnan ma senza registrare seri tiri in porta.

UDINESE A TERRA La punizione di Adnan dopo tre minuti, con annessa ammonizion­e di Chiellini, resta così l’unica chance seria dei friulani in giallo. Anche se non era questa la gara in cui cercare punti, l’Udinese vive un periodo di disagio. Questa è la quarta sconfitta consecutiv­a, nel ritorno i friulani hanno segnato soltanto cinque volte e bastano soltanto poche assenze (ieri fuori Danilo, Larsen e Lasagna) per scombinare due reparti. Angella, centrale in difesa, è colpevole in tutte le scene chiave. Non sembra un problema di salvezza, perché l’allenatore ha portato fuori dalle secche la squadra, quanto di futuro, sulla scelta dei giocatori e la conferma del tecnico. Manca un progetto d’attacco, neanche la coppia improvvisa­ta Lopez-Jankto rende, e la vena di Barak, sorpresa del girone d’andata, sembra esaurita. Vanno cercate altre soluzioni.

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IL NUMERO le vittorie di fila della Juventus in questa A, serie iniziata a Bologna il 17 dicembre

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Il momento della sostituzio­ne fra Higuain e Mandzukic GETTY

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