La Gazzetta dello Sport

Djokovic, il rientro è amaro «Sembravo un debuttante»

●Operato al gomito un mese fa, cede al numero 109 al mondo Daniel: «In alcuni momenti mi sembrava di non essere io quello in campo. Ho bisogno di continuità»

- Federica Cocchi

«NON HO RIMPIANTI, MI MANCAVA TROPPO LA COMPETIZIO­NE»

Il proverbio della nonna parla chiaro: la gatta frettolosa fece i gattini ciechi. Ed è la fine che ha fatto Novak Djokovic, al rientro troppo affrettato nel Masters 1000 di Indian Wells. Il serbo, che per colpa del gomito dolorante era rimasto fuori da Wimbledon dello scorso anno per rientrare agli Australian Open di gennaio, ha avuto un nuovo stop proprio a Melbourne. Dopo quella sconfitta negli ottavi contro Chung, Nole aveva deciso di sottoporsi a un piccolo intervento, nei primi giorni di febbraio, per sistemare definitiva­mente l’articolazi­one. Passato un mese, eccolo di nuovo in campo, desideroso di tornare a fare ciò che più ama. Un rientro forse affrettato quello a Indian Wells, che ha mostrato quanto Nole sia ancora in difficoltà.

PRIMA VOLTA Ed è lui stesso ad ammetterlo dopo il k.o subito all’esordio contro il giapponese Taro Daniel: «Era come se fosse la mia prima partita nel circuito — ha spiegato dopo un match in cui ha colleziona­to 61 gratuiti, 32 dei quali di rovescio —.E’ stato molto strano, durante la partita ho perso il ritmo e il resto ne è stata la diretta conseguenz­a». Una delusione cocente per il 30enne serbo che sui campi california­ni ha trionfato cinque volte in carriera: «Non so come spiegarvi — ha proseguito —, ma in alcuni momenti mi è quasi sembrato di non essere io quello che era in campo a giocare». Esperienza extracorpo­rea? Forse, ma è più probabile che Nole abbia usato questa immagine per dire che non è ancora tornato ai livelli che sperava: «Le ultime settimane non sono state facili per la mia salute, ma ero così felice di essere di nuovo in campo, di allenarmi e di tornare così in fretta dopo l’intervento al gomito...». I suoi continui proclami sui social, in cui si diceva pronto a ripartire più forte ed elastico che mai, tradivano una desiderio incontenib­ile di tornare a competere, di ricomincia­re a buttare giù avversari come fossero birilli. Alla vigilia del rientro si diceva sereno, senza particolar­i aspettativ­e se non quella di giocare senza dolore, come non gli accadeva da due anni a questa parte. Ma l’impatto con la realtà è stato più duro del previsto: «Avevo l’impression­e di non essere io in quel match. Una sensazione sia fisica che mentale, ho commesso tanti errori gratuiti, non riuscivo a trovare i miei punti di riferiment­o a fondo campo, specialmen­te nel rovescio, che invece è un colpo su cui ho sempre potuto contare. Una situazione stranissim­a».

SALUTE Sembra comunque che i problemi di Djokovic siano più legati alla mancanza di match giocati che non a nuovi problemi al gomito destro che durante il match non gli avrebbe creato particolar­i fastidi: «Penso che si tratti del fatto che ho giocato davvero poco negli ultimi nove mesi — ha continuato —, appena quattro partite. Mancanza di confidenza, di abitudine a stare in campo, e allora ti chiedi continuame­nte se sei in forma o meno, è qualcosa che hai sempre in mente, hai paura che torni il dolore che ti ha fatto compagnia per tanto tempo». La fame, l’adrenalina della lotta, un’astinenza ormai insopporta­bile per Nole che ha deciso così di forzare i tempi un po’ incautamen­te: «Volevo solo giocare e vedere cosa potevo fare, non avevo aspettativ­e particolar­i. Del resto non avrei neppure dovuto essere in gara perché i tempi di recupero per un intervento come il mio sono stimati in 5-6 settimane, ma la mia convalesce­nza è andata molto più veloce del previsto, mi sono preparato per questo torneo e sono sceso in campo. Non ho alcun rimpianto, mi mancavano il tennis e la competizio­ne perché sono aspetti molto importanti nella mia vita». E nel frattempo si prende l’incoraggia­mento di Roger Federer: «Non sono sorpreso della sconfitta di Djokovic — ha detto il n.1 —. So cosa vuol dire stare fuori a lungo, quando ritorni tutto è più difficile, ma bisogna passare anche da questi momenti per tornare in alto». Parola del Magnifico.

LA CHIAVE

Il serbo era rimasto fermo da Wimbledon 2017 agli Australian Open di quest’anno

«Contro Daniel non sono riuscito a trovare punti di riferiment­o»

«STAVO BENE, IL RECUPERO È STATO PIÙ VELOCE DEL PREVISTO»

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AFP Novak Djokovic, 30 anni, n. 13 al mondo ha conquistat­o 5 volte il titolo a Indian Wells
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Taro Daniel, numero 109AFP

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