La Gazzetta dello Sport

Agnelli e Marotta nel futuro: «Solo obiettivi, non rimpianti»

●L’a.d.: «Ora Coppa e scudetto. Servono arbitraggi uniformi in Europa. Allegri? Noi avanti insieme»

- Matteo Dalla Vite INVIATO A TORINO

Tre gol anche alla Samp. Non era il Real ma sono mattoncini per edificare l’oltre-leggenda del settimo scudetto e soprattutt­o momenti per dare un’occhiata avanti, sempre avanti. Come da Dna juventino. «Avremmo sperato di uscire con due risultati differenti - ha detto ieri pomeriggio Andrea Agnelli durante la festa «Juve Official Fan Club Day» -, sia dalla Champions che dal match delle women (sconfitte in casa dal Brescia, ndr). Ma il mio e nostro compito è guardare avanti: non si vive di rimpianti, ma di obiettivi, pensando ai risultati davanti a noi». NESSUNA RASSEGNAZI­ONE A più 6 dal Napoli (in attesa della gara in casa, ma anche di due trasferte toste, contro Inter e Roma), la Juventus pensa a ciò che sarà e non a ciò che è stato. «Dobbiamo continuare a ragionare in termini di evoluzione e di crescita - dice l’ad Beppe Marotta -. Nel Dna della Juventus c’è la voglia di combattere, l’abnegazion­e. Va messo da parte il rammarico per mercoledì e pensare ai prossimi traguardi». In tutto questo, comunque, il flashback su Madrid è inevitabil­e: pulsano ancora delusione e rabbia, che non significa darsi per vinti, nell’oggi e soprattutt­o nel futuro della massima competizio­ne continenta­le per club. «Il rammarico di Madrid dice l’ad - non significa rassegnazi­one: vogliamo portarci a casa scudetto e Coppa Italia per confermare il predominio in Italia».

TRE MODI NO Impossibil­e, anche, non parlare della Var. Andrea Agnelli era stato chiaro a fine gara: serve anche in Champions e soprattutt­o c’è necessità di uniformare ogni step europeo. «Condivido in pieno quello che ha detto il presidente Agnelli - riprende Marotta -. Ha toccato i punti precisi e poi aggiungo che bisogna assolutame­nte unificare il metodo arbitrale in tutta Europa, non si può avere la Var in Serie A, non avere gli arbitri di porta in Premier e poi averli in Champions. Ci A.D. JUVENTUS GETTY sono tre modi diversi di arbitrare. Ogni nazione utilizza un metodo diverso, poi ci voleva buon senso nella scelta dell’ultimo secondo e nella designazio­ne arbitrale: per un arbitro di 33 anni una gara così è impegnativ­a».

EUROPOTERI E ALLEGRI Il rigore dato da Oliver ha fatto nascere discussion­i inerenti al Real. «C’è un problema di poteri forti in Europa - riprende l’ad bianconero -? Io non posso e non devo credere a una cosa del genere. Credo sempre alla buona fede ma se si analizza quello che è successo a Madrid si arriva alla conclusion­e che un arbitro con più esperienza avrebbe agito diversamen­te. Non è arbitrare bene 89’, bisogna prendere la decisione definitiva all’ultimo secondo e lì l’esperienza e il buon senso devono farti decidere in modo molto logico. Cairo ha detto che in Italia contro la Juve quei rigori non li fischiano? Frase non razionale, che non merita da parte nostra una risposta. Allegri ha detto che deve analizzare le condizioni della società per decidere il futuro? Lui è con noi da 4 anni, ci conosce, sa come agiamo. Non ci saranno cambiament­i nella società e nelle strategie. I rapporti fra noi sono eccellenti: sono certo che proseguire­mo con lui».

AL BERNABEU UN ARBITRO ESPERTO AVREBBE AGITO DIVERSAMEN­TE

GIUSEPPE MAROTTA

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Andrea Agnelli, 42 anni, presidente della Juve dal maggio 2010
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