La Gazzetta dello Sport

E Cheick ci ha preso gusto Segna un gol ogni 40 minuti

●Scovato in Turchia a gennaio, dove non giocava più. Appena ha trovato la forma, è diventato super

- Gianluca Monti

Segna sempre lui, Cheick Diabaté. Sei presenze, di cui appena tre da titolare, e sette gol: uno ogni 40 minuti. Ha cominciato con il Crotone e ieri in casa del Sassuolo ha addirittur­a messo a segno la sua terza doppietta consecutiv­a dopo quelle contro Verona e Juventus.

FANTASMA Ora sono tutti a chiedersi dove si fosse nascosto Diabaté dopo che in Francia aveva ben figurato sia nel Metz sia nel Bordeaux (ha segnato con i Girondini più di un certo Dugarry). Diabatè, classe ’88, arrivato alla soglia dei trent’anni aveva deciso di monetizzar­e all’Osmanlispo­r in Turchia. Sei mesi ad inizio stagione 2016-2017 (senza mai far gol in campionato), poi sei mesi in prestito al Metz (8 marcature in 14 partite) e di nuovo in Turchia dall’estate scorsa, ma stavolta assolutame­nte ai margini. Un fantasma, in pratica. Al Benevento è bastato versare 200.000 euro all’Osmanlispo­r per prenderlo in prestito con diritto di riscatto. Vigorito lo

4 ● Doppiette consecutiv­e segnate da Vincenzo Montella con la Sampdoria nel torneo 1996-1997 e da Ettore Puricelli con il Bologna nel 1940-41 3 ● Partite di fila in cui è andato a segno Diabaté (tutte doppiette). In questa A la striscia migliore è di 5, l’hanno realizzata Dzeko (Roma) e Lasagna (Udinese)

farà suo a luglio per poi decidere se rivenderlo o tenerlo per provare la risalita in A.

I SEGRETI Ma chi ha portato Diabaté a Benevento? I meriti vanno innanzitut­to a Luca Marri, responsabi­le scouting della società gialloross­a. Nessun calciatore però è arrivato a gennaio nel Sannio senza l’avallo di Roberto De Zerbi, che Diabaté ha voluto fortemente nonostante la concorrenz­a di Coda e del suo pupillo Iemmello. Strano ma vero, però, Diabaté è stato l’ultimo dei nuovi acquisti ad esordire. È tornato in condizione con il tempo e grazie al prezioso lavoro dei preparator­i Marcattili e Teresa, poi De Zerbi lo ha «consegnato» al suo vice Possanzini, ex attaccante tra le altre di Reggina e Brescia, per capire se Diabaté era pronto. Ricevuto l’ok, lo ha mandato in campo e da allora non ha più potuto fare a meno di lui. Cheick in area si fa rispettare, talvolta sembra quasi danzare (la sua grande passione). La storia di Diabaté però non è stata ricca solo di gol ma anche di sofferenza. Ha perso prestissim­o la mamma, ad appena tredici di anni, prima ancora di trasferirs­i in Francia. Le radici per lui sono tutto e non a caso in Mali, dove fa tanta beneficenz­a, è un vero e proprio idolo. Come a Benevento, ormai. Non si sottrae mai alla consueta sessione di selfie e autografi con i tifosi dopo gli allenament­i. E oggi alla ripresa è prevista una vera e propria procession­e.

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Cheick Diabaté, 29 anni

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