La Gazzetta dello Sport

GÖTZE, IL GENIO DI RIO CHE NON VA IN RUSSIA

●Tre giorni dopo il Gran Sasso, la maglia rosa trionfa anche a Osimo. Il re 2017 cede 2” e lancia la sfida

- Luca Gialanella INVIATO A OSIMO (ANCONA)

Gli sono bastate tre accelerazi­oni per vincere due tappe (e la terza l’ha regalata all’amico Chaves). Sette chilometri full-gas su un totale di 1.922 km di Giro: 1.500 metri sull’Etna (2°); 4 km a Campo Imperatore per conquistar­e in maglia rosa la Montagna Pantani; ancora 1.500 metri ieri, a Osimo, secondo successo. E trovarsi così sempre più padrone. Simon Yates stupisce ogni giorno. Leggero e potente, agile e implacabil­e. Come si comporterà, però, quando affronterà salite da un’ora di sforzo? Riuscirà a mantenere la stessa straordina­ria brillantez­za, costruita in pista, che ha mostrato finora in questo Giro, per di più da debuttante?

RALLENTATO­RE La risposta potrebbe essere più articolata se Aru e Froome non fossero andati al rallentato­re anche sul duro strappo finale di Osimo. In classifica, il tricolore è già a 3’10” e il britannico a 3’20”, con il colombiano Lopez a 3’17”. Sulla carta, gli scalatori più forti e quindi i rivali più pericolosi del britannico tra Zoncolan, Finestre (con lo sterrato), Jafferau, Saint Pantaleon, Cervinia. Ma Osimo certifica che Yates, dopo 11 tappe, deve temere un solo nome: Tom Dumoulin. Sono i più forti.

SHOCK Il finale nel centro storico è un piccolo manuale del ciclismo. A 5 km c’è uno strappo dritto del 16% in pavé, sotto una gigantesca scritta «Forza Napoli». Picchiata all’8%, curva a gomito e di nuovo all’insù, con il punto-chiave: 500 metri al 12,4% di media e ancora una punta del 16%. Poi si sale all’8%, poi al 6%. Ai 5.000 metri, quando scattano Stybar e Wellens, Aru si è già sfilato dai suoi gregari. Froome è poco più avanti, ma le gambe girano senza fare velocità: gli manca la forza, non ha potenza. Yates aveva promesso di voler guadagnare il più possibile su Dumoulin, che considera «il rivale», e allora ai 1.500 metri, 16%, l’inglese è un missile rosa. Lo lancia Jack Haig. Sono 45” fuori sella che decidono una giornata tiratissim­a. Tanto per capire: De Marchi, in fuga con Sanchez e Masnada per 120 km e ripresi a -5 km, fa 345 watt medi di potenza a 44,4 km/h di media, e consuma 4.200 calorie. Capito che giornata pazzesca abbiamo vissuto tra Umbria e Marche, ancora lungo l’Appennino? Dopo tre ore e mezza, la media di Yates sarà di 45,463.

RIVALE Si stacca Aru (21”), si stacca Froome (40”), ma cedono pure Pinot, che aveva messo la squadra a tirare, e Pozzovivo. Consideraz­ione: come Lopez, anche il francese e il lucano erano già al top un mese fa al Tour of the Alps. Li vediamo sempre presenti, tanti piazzament­i, ma non incidono, sono pesanti. Intanto Yates è un furetto. I dati della sua prestazion­e li trovate nell’articolo a fianco, e sono impression­anti per un corridore di 57,5 kg. È nella forma della vita e riesce ad alternare spinta fuorisella e da seduto, stile pista, senza scomporsi. L’unico che gli resiste è Dumoulin. L’olandese, in evidente cre-

GLI ALTRI BIG Fabio e Chris ancora k.o.: ora sono a 3’10” e 3’20”. Pinot e Pozzovivo resistono

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STORIE E PERSONAGGI DA NON PERDERE
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