La Gazzetta dello Sport

Riparte il mercato Mirabelli assicura «Teniamo i big e...»

●Torna il nome di Morata. Il ds: «Silva-Falcao? Improbabil­e. Donnarumma patrimonio, resta»

- Alessandra Gozzini MILANO

Un «mercato mondiale» è lo slogan suggerito da un paio di consideraz­ioni. La prima: con l’ingresso del nuovo socio arriverà in cassa anche nuovo denaro, e una parte potrà essere reinvestit­a sul mercato. Si torna dunque al piano A, quello della ricchezza e della fiducia nell’Uefa. A come «attacco» e A come «Alvaro», il nome di battesimo di Morata. L’investimen­to principale sarà fatto sul centravant­i e il prossimo partner straniero potrà aiutare ad arrivare a uno spagnolo che gioca in Premier League. Morata al Chelsea ha vissuto una stagione non troppo esaltante e – dietro un buonissimo stipendio – lascerebbe l’attico della City con vista Tamigi per una villa con affaccio su San Siro. Di Londra Alvaro ha confidato di apprezzare lo skyline e di odiare il traffico. A Milano è effettivam­ente più scorrevole e a lui la dirigenza rossonera riservereb­be una corsia preferenzi­ale: è il prediletto della società, che già l’anno scorso cercò di prenderlo dalla Juventus prima della deviazione inglese. La famiglie, cioè Alice, veneta sposata l’estate scorsa nella basilica palladiana del Redentore alla Giudecca, e i gemellini Alessandro e Leonardo in arrivo a breve, apprezzere­bbero il ritorno in Italia. Secondo spunto: lo stadio Luzhniki, impianto multifunzi­one di Mosca, ospiterà la gara inaugurale del Mondiale e anche il d.s. rossonero Mirabelli. Oltre a Russia-Arabia Saudita, l’appuntamen­to è utile per attività di pubbliche relazioni visto che agenti e, in generale, addetti ai lavori saranno ugualmente presenti in tri- buna. L’agenda del direttore sportivo è fitta di incontri e spostament­i: dopo il debutto mondiale un aereo lo riporterà in Puglia per un evento con i tifosi, un altro lo ricondurrà di nuovo in Russia e un altro ancora lo accompagne­rà in giro per il mondo per visionare altri giocatori e soprattutt­o prendere contatti decisivi per poi passare a trattative vere e proprie. «Non ci faremo trovare impreparat­i in ogni caso, ma speriamo che nessuno ci tolga l’Europa League che abbiamo conquistat­o sul campo. Anche l’Uefa sa che, senza Milan, la coppa perderebbe fascino. Lavoriamo 24 ore al giorno per migliorare la rosa, l’anno prossimo come minimo dovremo entrare in Champions League».

MIGLIORI Intercetta­to in Piazza Rossa da Premium, Mirabelli ha spiegato che, oltre al rafforzame­nto della squadra, c’è un altro obiettivo che il club si pone come prioritari­o: «Vogliamo tenere i nostri giocatori migliori, anche se sono richiesti». Certi spifferi da Casa Milan, sede della società, raccontano che in effetti le proposte sono molteplici e per – quasi – tutti i big: la dirigenza si tappa le orecchie. Nessuna sirena sembra invece scattata per Donnarumma e il d.s. conferma: «Ora c’è silenzio attorno a lui e fa anche bene viste le tante cose dette. È un patrimonio del calcio italiano e pensiamo di tenerlo a lungo. Anche Raiola è abbastanza tranquillo, non ci sono problemi con lui». No – diplomatic­o? – allo scambio Silva-Falcao: «Mi sembra improbabil­e, Falcao è un grandissim­o ma nella parte finale della carriera mentre André è un giovane a cui bisogna dar tempo di abituarsi alla Serie A. Sono convinto che in futuro diventerà tra i più forti al mondo. Non abbiamo ricevuto per lui offerte da far venire l’acquolina in bocca».

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LAPRESSE Massimilia­no Mirabelli, 48 anni, direttore sportivo del Milan

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