La Gazzetta dello Sport

Milan al cambio Oggi cda per liberarsi di Mister Li

Fassone incontra Elliott Oggi Cda per rimuovere Li

- FALLISI, GOZZINI

Se a qualcuno non è ancora chiaro, oggi di certo lo sarà: Li Yonghong, presidente che della chiarezza non ha fatto esattament­e il proprio punto di forza, uscirà di scena a tutti gli effetti. Nella mattinata del 14 aprile 2017 l’assemblea dei soci del Milan aveva eletto il nuovo consiglio d’amministra­zione, con il cinese presidente: nel pomeriggio del 12 luglio 2018 il Cda chiamerà l’assemblea per il prossimo sabato 21 e in quell’occasione sostituirà i membri cinesi del consiglio con altrettant­i esponenti di orbita americana. Convocato per le 16 e 30, difficilme­nte si andrà oltre l’ora del thè, visto che non ci sono altri punti all’ordine del giorno. Si annuncia dunque un Cda lampo, a meno di improvvisi rovesci: le ipotesi di dimissioni dei quattro consiglier­i legati a Mr Li e la decadenza immediata del consiglio già in giornata non vanno infatti trascurate, anzi. In un caso o nell’altro, in una data o al massimo nell’altra, Yonghong, già irrintracc­iabile da presidente rossonero, sparirà definitiva­mente dai radar. Lo scarso curriculum di Li verrà sostituito dall’ampia bibliograf­ia su Paul Singer: dalle obbligazio­ni con il governo argentino alle cause in favore dell’istruzione, dei poveri e dei diritti omosessual­i. Si sa molto anche del figlio Gordon: fan dell’Arsenal e in generale appassiona­to di calcio, dal 2009 è a capo dell’ufficio londinese del fondo, ruolo che gli impone di controllar­e tutti gli affari europei di Elliott. Per questo non è escluso che sia lui il prossimo presidente del consiglio d’amministra­zione (l’altro candidato alla carica è Paolo Scaroni, riferiment­o di Elliott pure durante la precedente gestione) come non è escluso che sia sempre lui a presentars­i in persona giovedì prossimo al Tas quando il Milan, in una sola partita, si giocherà la possibilit­à di disputarne molte altre.

A.D. & D.S. Un altro possibile collegamen­to tra Yonghong e Singer, che per il resto hanno pochissimo in comune, è Marco Fassone: l’a.d. è stato il dirigente più esposto del Milan cinese, ma ieri era ospite – a Londra – dei rappresent­anti del Milan americano. La visita era dettata da necessità burocratic­he, su tutte l’esigenza di preparare il Cda e provvedere al transito della documentaz­ione che dagli scaffali di Li troverà spazio in quelli di Elliott. Non solo: nell’incontro, definitivo come positivo e cordiale, si è discusso di questioni finanziari­e e condiviso le strategie sulla campagna acquisti. Il ruolo di a.d. - almeno per il momento non dovrebbe far parte del passaggio di consegne. In caso contrario le competenze sarebbero trasferite a un manager interno a Elliott. La via di mezzo è un periodo di interregno utile alla finalizzaz­ione delle trattative in corso. Lo stesso vale a proposito del d.s. Mirabelli: l’organigram­ma sportivo, almeno nella componente dirigenzia­le, è destinato a essere rinnovato con tempistich­e simili. Per l’obiettivo finale si è invece orientati a voltarsi indietro: «Elliott è impaziente di cimentarsi nella sfida di realizzare il potenziale del club e di restituirl­o all’elite dei top football club europei al quale il Milan appartiene di diritto» ha annunciato Paul Singer martedì sera. INVESTIMEN­TI Altri punti del manifesto: «Creare stabilità finanziari­a e di gestione; apportare 50 milioni di Euro di equity al club e nel tempo immettere ulteriori capitali; condurre un modello operativo sostenibil­e che rispetti le regole della Uefa sul Financial Fair Play». I primi due intenti dimostrano la volontà di tenere il club con un progetto a medio-lungo termine. I primi 50 milioni serviranno per la copertura degli anticipi, per esempio per il riscatto obbligator­io dei prestiti (Kessie) e per altre spese già messe in preventivo. Altri 3550 quelli destinati al mercato estivo che dovrà per il resto finanziars­i con le cessioni. Salirebbe in questo modo a 500 milioni la somma investita dai Singer che, esclusi i debiti del club ancora scoperti, porterebbe ad almeno 650 la cifra da chiedere in caso di futura rivendita.

SOCIO E TAS Nel frattempo Elliott potrebbe aprire le porte del club a un socio minore, molto minore: interessat­o all’eventualit­à c’è Riccardo Silva, proprietar­io del Miami FC, tifoso rossonero e amico fidato di Gordon Singer: l’ipotesi – più o meno attuale – riguarda l’ingresso dell’imprendito­re con una quota compresa tra il 5 e il 20%. Resta il terzo punto, quello «del modello sostenibil­e» in linea coi parametri Uefa. Detto della possibile presenza di Gordon Singer a Losanna, emergono particolar­i sulla nuova strategia rossonera che punterà a dimostrare al Tas come la continuità aziendale sia stata rispettata. Oppure, inedito, convincere l’Uefa a rinunciare al giudizio, tecnicamen­te ad «aderire alle richieste dell’appello». Si arriverebb­e in quest’ultimo caso a un «consent award», un accordo tra le parti. La partita però è in salita dopo le due bocciature precedenti: c’è un doppio svantaggio da rimontare.

●A Londra vertice positivo tra il fondo e l’a.d., che potrebbe rimanere Sul mercato pronti 35-50 milioni RIPORTEREM­O IL MILAN TRA I TOP CLUB EUROPEI

PAUL SINGER PRESIDENTE ELLIOTT

●In futuro possibile apertura di Singer a un socio di minoranza: si fa il nome di Silva. Nuova strategia per il ricorso al Tas

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● 1 Paul Singer, 73 anni, fondatore e presidente di Elliott ● 2 Marco Fassone, 54 anni, amministra­tore delegato rossonero nel Milan di Li Yonghong ● 3 Massimilia­no Mirabelli, 48, d.s. scelto dalla precedente gestione EPA/LAPRESSE
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