La Gazzetta dello Sport

UN SUCCESSO PER LA SERIE A

Impresa storica, domenica sfida con la Francia

- di MIMMO CUGINI

I l talento va al potere, la Croazia va in finale. La squadra più tecnica del Mondiale, ma anche quella più imprevedib­ile, conquista l’ultimo atto di Russia 2018.

Il talento va al potere, la Croazia va in finale. La squadra più tecnica del Mondiale, ma anche quella più imprevedib­ile, conquista l’ultimo atto di Russia 2018. Un’impresa storica, non era mai successo. Domenica sarà FranciaCro­azia la finale di un bellissimo Mondiale, epilogo a Mosca e pronostico impossibil­e perché in tutto questo torneo si sono susseguite le sorprese. Ne sanno qualcosa i grandi campioni usciti di scena presto: Messi e Cristiano Ronaldo, Neymar e Lewandowsk­i.

Sul talento della Croazia e dei giocatori che vengono da quella parte del mondo si è scritto di tutto. Ma una cosa è sicura: sanno giocare a calcio e forse questo c.t. capitato lì un po’ per caso (doveva gestire solo gli spareggi con l’Ucraina e guardate dove è arrivato...) è riuscito a far diventare una squadra quella che di solito era un’accozzagli­a di solisti che cercava il colpo a effetto e la gloria personale fregandose­ne del bene del gruppo. Il coraggio che ha avuto Suker esonerando il suo c.t prima degli spareggi, puntando sul suo amico Dalic, ha pagato in maniera sonante. La Croazia di questo Mondiale è stata squadra al cento per cento, dimostrand­o anche quella capacità di soffrire che non gli veniva riconosciu­ta in passato. Se non c’erano dubbi sulle capacità di giocare a certi livelli di Luka Modric e Ivan Rakitic, che hanno fatto collezione di trofei con le maglie di Real Madrid e Barcellona, molto più difficile era pensare che gli interisti Brozovic e Perisic riuscisser­o a ritagliars­i ruoli così importanti. I segnali c’erano stati perché il Brozovic trasformat­o in regista da Luciano Spalletti nella seconda parte di campionato e lo scintillan­te Perisic che ha trascinato l’Inter in Champions, sono entrati nei meccanismi croati alla perfezione.

Così la nostra Serie A, aspettando l’approdo sul pianeta calcio di casa nostra del giocatore più forte del mondo, lancia un altro segnale di risveglio: saranno 8 i giocatori del nostro campionato che parteciper­anno alla finale (un francese e sette croati) e come accade dal 1982 ci sarà almeno un giocatore dell’Inter (stavolta due). Sulla partita non a caso ha messo il sigillo Marione Mandzukic, un altro che nella nostra Serie A ha già fatto grandi cose e vinto scudetti e Coppa Italia con la maglia della Juve. Adesso chi glielo dice che deve lasciare il posto a Cristiano Ronaldo, che dovrà farsi da parte proprio lui che domenica può diventare campione del mondo? Per Allegri non sarà un problema, ovviamente. Con tutta quella possibilit­à di scelta Max potrà soltanto divertirsi.

Domenica si sfideranno due filosofie di calcio opposte: la Francia vista finora e creata da Deschamps a sua immagine e somiglianz­a punta sulla solidità della sua difesa e sulle frecce Griezmann e Mbappè. Facile immaginare che aspetterà la Croazia per ripartire e uno degli elementi che potrebbe pesare è la stanchezza. La Croazia ha giocato tre volte i supplement­ari (contro Danimarca, Russia e Inghilterr­a) e avrà oltretutto un giorno di riposo in meno rispetto alla Francia. Ma vedendo Perisic rincorrere gli avversari fino all’ultimo secondo da una parte all’altra del campo si ha l’impression­e che i croati abbiano più fame degli avversari, sì proprio loro che spesso venivano accusati di indolenza. E poi hanno un leader come Luka Modric, uno che sa come si vincono le finali. Ecco perché Francia-Croazia non può avere favorito, se non altro per non smentire il trend di questo pazzo mondiale.

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Il peso degli «italiani» Mandzukic, al centro, e Perisic esultano
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