Carli, un brivido di nome Empoli
●Il d.s. del Cagliari torna al Castellani dove si è consacrato scopritore di talenti
Non è retorica dire che stasera entrando al Castellani potrebbe sbagliare spogliatoio. Per Marcello Carli, direttore sportivo del Cagliari, lo stadio di Empoli è stato per tanti anni la sua seconda casa. Prima da giocatore (niente di speciale), poi da artefice, insieme al presidente Corsi e al suo maestro Pino Vitale, di uno dei progetti più interessanti del nostro calcio. Dove lo scudetto è disputare il campionato di Serie A e la sfida è quella di costruire atleti che diventino protagonisti nei club di prima fascia.
PERSONAGGIO Carli, toscanaccio e divoratore di sigari, viene nominato nella primavera del 2009 responsabile del settore giovanile azzurro e l’anno successivo è già direttore sportivo della prima squadra. L’uomo è geniale e ruspante. Guarda, studia e, soprattutto, «vede giocatori». Impossibile elencare tutti quelli che ha visto e che poi hanno sfondato. Fermandoci alla sua ultima infornata: Saponara, Zielinski, Mario Rui, Hysai, Rugani, Verdi e Vecino. Marcello aveva la sua base operativa dentro il centro sportivo a Monteboro. A contatto con la prima squadra e con i ragazzi del settore giovanile. Mille telefonate al giorno ma anche tanti momenti appoggiato ad una rete per vedere la crescita dei suoi gioiellini.
IDEA SARRI Prima di chiudere il suo percorso a Empoli si inventa una vera genialata alla voce allenatori. E’ lui a volere quel Maurizio Sarri che, dopo tanti esoneri e fallimenti, sembrava destinato a riprendersi il posto in banca. Lo prende, lo difende. E lo trasforma in uno dei tecnici più rock del momento.
NUOVA AVVENTURA Chiuso il ciclo Empoli, Carli aspetta la chiamata giusta che arriva dal presidente del Giulini. Cagliari è l’occasione che Carli aspettava. L’atteso salto di qualità. Dopo aver contribuito - tenendo compatti società-allenatore e giocatori - alla salvezza, finalmente il buon Marcello ha potuto cominciare a disegnare il suo Cagliari. Partendo da un allenatore, Maran, che ha sempre stimato. Un altro di quei personaggi del mondo del pallone che meritava di misurarsi su obiettivi diversi dalla «solita» salvezza. Il sorteggio, birichino, gli regala come prima tappa in campionato proprio la sfida contro il suo passato. Forse è meglio così. Sarà emozione vera. Che Marcello proverà a mascherare magari con qualche battuta da toscanaccio vero.