Gioielleria Toro 5 affari meraviglia, Mazzarri se li gode
●Meité è la perla, Aina e Djidji verso il riscatto Izzo e Nkoulou da veterani: valgono già il doppio
Ad aprire la strada ci aveva pensato Nicolas Nkoulou, l’ultimo della saga è stato Koffi Djidji, sbucato a Torino in una calda giornata post ferragostana. Misero piede entrambi nel loro primo giorno al Filadelfia nell’indifferenza generale. Acquisti mirati e rinforzi strategici, già all’epoca il Torino li presentò senza indugi, prima ancora che il campionato ci dicesse quale fosse il valore di questi difensori. Oggi il Toro ha scoperto di avere in casa un tesoro: oltre che tasselli strutturali del «Sistema-Mazzarri», si sono dimostrati affari formidabili. Nulla si produce per caso, soprattutto quando si ondeggia tra campo e mercato. Questo Toro forgiato da Mazzarri nasce da lontano, costruito (anche) sulle intuizioni del d.s. Gianluca Petrachi e del caposcout Antonio Cavallo, capaci di pescare per l’Europa giocatori dai nomi non certo di grido ma oggi propulsori di un Toro dalle aspirazioni europee. Questa non è solo la storia di Nkoulou e Djidji, è anche quella di Aina, Izzo e Meité. Investimenti ieri, pilastri oggi, saranno un patrimonio domani: perché il loro valore si è già raddoppiato.
CHE POTENZIALE Erano i giorni dello sbarco di Ronaldo alla Juve: rivedendo le prime pagine dei giornali dei primi dieci giorni di luglio non troverete il nome di Soualiho Meité, ma fu un colpaccio. Il Toro lo prese dal Monaco in uno scambio alla pari con Barreca, entrambi valutati 10 milioni. Comparve a Bormio il 9 luglio sera preceduto da un alone di mistero e con profilo basso. Gli è bastato poco, pochissimo, per ammutolire gli scettici: già nel test d’agosto a Liverpool fece intravedere i primi lampi di classe, ma il calcio italiano ha iniziato a conoscerlo dalla notte contro l’Inter, con quello scavetto e una prestazione che incantò addirittura San Siro. Il resto è una crescita continua, una valutazione impennata fin oltre i 25 milioni, le grandi d’Italia che inviano tutte le domeniche gli osservatori per lui. Fisico e tecnica, classe e visione, potenziale fuoriclasse. E il bello è che ancora nessuno al Toro ha capito quali possono esserne i limiti.
DA RISCATTARE Djidji è la sorpresa d’autunno, su Aina tira aria da esplosione. Il primo ha scalato le gerarchie, da Bologna è un perno della difesa di Mazzarri; il secondo ha acceso i propulsori sulla sinistra convincendo tutti. Sono arrivati entrambi in prestito, ma il Toro ne ha già fissato, a cifre d’affare visto il potenziale, i riscatti: 7 milioni per il centrale da versare al Nantes, 8 per il nigeriano al Chelsea. Il Toro inizia a valutare di esercitarne le opzioni: non c’è fretta, si potrà concludere tutto entro la primavera. E sarà un doppio colpo: le loro valutazioni corrono già oltre i 10 milioni.
IL MURO Izzo e Nkoulou sono il muro granata. Per loro è stata una prima parte di stagione da copertina, arricchita da un gol a testa. Izzo è il terzo centrale con la media voto (6,18) più alta della Serie A, poco dietro c’è Nkoulou (6,04 come Koulibaly). Monitorato dal c.t. Mancini, Izzo è costato 8 milioni più 2 di bonus, Nkoulou 3,5. Oggi valgono tra i 12 e 15 milioni. Istruzioni per l’uso: si tratta di mercato virtuale perché il Torino se li tiene stretti. Molto stretti.