La Gazzetta dello Sport

Gattuso olé «La squadra mi convince da un po’»

●«Dobbiamo avere fame e non voglio sentire la parola io, ma noi»

- Marco Fallisi MILANO

La curva rossonera il meglio se lo è tenuto per la fine: dopo gli applausi a Piatek e i cori per Bakayoko, nuovo eroe del popolo di San Siro, la serata di Milan-Cagliari si è chiusa con il più classico dei «Gennarino Gattuso olé». Pezzo che non avrà il sound di Mahmood, fresco vincitore di Sanremo con la sua «Soldi», ma che sottolinea l’altissimo gradimento dei tifosi milanisti per il proprio condottier­o. Il Gattuso calciatore era amato, ma quando ci si siede in panchina è tutta un’altra storia, lo sanno bene Inzaghi, Seedorf e Brocchi: ecco, il Rino allenatore (coccolato nei giorni scorsi anche dal presidente Scaroni) non è mai stato così saldo come in questo momento, e molto, se non tutto dipende dalla crescita del suo Milan. Questo Diavolo che si riaccomoda al quarto posto è solido dietro – appena 4 gol subiti in A da inizio dicembre a oggi, stesso score del Barcellona, nei cinque principali campionati europei nessuno ha fatto meglio – e letale davanti, con un Piatek mostruoso – 4 gol in 4 presenze al grido di «voglio segnare sempre, sono un Pistolero», come ha detto a Sky Sport – e il resto dell’orchestra ispiratiss­imo: contro il Cagliari Suso e compagni hanno tirato 11 volte nello specchio, mai così tanto in una partita durante la gestione gattusiana. «Se è stato il Milan più bello? Di sicuro abbiamo espresso un buon calcio e abbiamo condotto bene entrambe le fasi – spiega il tecnico −, sono contento. La squadra mi è piaciuta, ma è già da un po’ che mi convince».

SOLO «NOI» A proposito di convinzion­e, quella dei rossoneri di questo inizio di 2019 è da Champions: ora serve rimanere lassù fino allo sprint finale. «Dobbiamo avere fame e voglia di lavorare insieme, non voglio sentire la parola “io” ma “noi”, prima di tutto viene il gruppo». Dunque, parole al miele per chi finisce meno spesso sotto ai riflettori, vedi Rodriguez che a sinistra «fa il playmaker e spinge più che nello scorso anno», Calabria che «è cresciuto mentalment­e» e Musacchio, «sempre affidabile». E quindi Donnarumma: «E’ uno dei più forti al mondo». Prossimi obiettivi: mandare in gol Calhanoglu («è stato sfortunato, ma anche io mi aspetto di più da uno come lui») e far coesistere con successo Biglia e Bakayoko: «Timù è un vertice basso atipico, interpreta il ruolo dandoci superiorit­à numerica, quando rientrerà Lucas sarà un bel problema ma risolverem­o anche questo». Al resto, lì in mezzo ci pensa Paquetà: «È incredibil­e, può fare ancora molto di più. Usa la suola, sì, ma bisogna lasciargli­elo fare…».

I GIUDIZI «Paquetà è incredibil­e. Usa la suola, è vero, ma lasciamogl­ielo fare. Calhanoglu è stato sfortunato»

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Rino Gattuso, 41 anni, allena il Milan dal novembre 2017 ALDO LIVERANI

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