Lo sport reagisce allo stop ai giovani
Massaggi e bici per rigenerare testa e muscoli: Nibali è sempre esploso dopo il secondo giorno di riposo
Dopo aver incassato un paio di colpi di troppo, il campione è all’angolo. L’arbitro lo sta “contando”: è settimo in classifica a 3’29” da Almeida, ma siamo lontani dal k.o. tecnico. Ci sono gli ultimi round e al “gong” di questa mattina a Udine lo Squalo inizierà un nuovo capitolo della sua carriera, una sorta di confronto generazionale. Nibali ha trascorso l’ultimo giorno di riposo a Cimetta di Codogné (Treviso), “casa” di Peter Sagan nei primi anni italiani. Ha mangiato nel ristorante dove gli hanno dedicato una pizza (bufala, rucola e crudo) e ha recuperato energie fisiche e mentali. Al mattino un’ora e venti di allenamento con i compagni. Poi il controllo sui materiali con i meccanici. Quindi un pomeriggio dedicato alla cura del “motore”: doppia seduta con l’osteopata Gianluca Carretta e lunghi massaggi affidati alle mani di Michele Pallini,
L’analisi
Nibali ci crede ancora. E non solo lui. «Siamo davanti alla terza settimana più dura degli ultimi anni, è davvero troppo presto per dare Vincenzo per vinto. Questo è un Giro complesso», riflette Luca Guercilena, team manager della Trek Segafredo. «Ovvio che ci aspettavamo una classifica migliore ma ci sono da dire tre cose: la prima è che Almeida e Kelderman - ma anche Hindley e Geoghegan Hart sono attualmente di un altro pianeta, forti e probabilmente più “leggeri” e spensierati in questo clima di preoccupazione generale; la seconda è che i ritiri di Weening, Ciccone e Brambilla ci hanno evidentemente penalizzati; per finire i valori di Vincenzo sono in linea con i dati degli ultimi anni. Per questo possiamo ancora aspettarci delle sorprese». Lo Squalo ha già ribaltato un Giro che pareva perso, quello del 2016, quando a cinque giorni dalla fine era a 4’43” dalla maglia rosa Kruijswijk, rallentato da una caduta nella discesa del Colle dell’Agnello. In generale dopo il secondo giorno di riposo, ha più volte impresso il suo marchio: nel 2017 trionfò a Bormio prima che Dumoulin facesse pesare la sua velocità nella crono finale di Milano; nel 2010 chiuse sul podio dietro Basso e Arroyo grazie a una progressione iniziata proprio dopo il secondo break, con il quarto posto a Plan de Corones nella cronoscalata vinta da Garzelli; in quella del Nevegal del 2011 venne battuto solo da Contador, a cui quel Giro verrà tolto per il caso salbutamolo. Per non parlare del 2013, un’edizione dominata dalla crono di Saltara, ottavo giorno di corsa, in avanti. Fuori i secondi. Il match ricomincia.