Corriere della Sera - La Lettura
L’uomo modifica il clima da più di 11 mila anni
Alcuni scienziati israeliani hanno scoperto testimonianze molto antiche di cambiamenti causati dall’uomo sui processi geologici della Terra, suggerendo che il nostro impatto su clima ed ecosistemi del pianeta sia già in atto da migliaia di anni. Come spiegano nell’articolo, pubblicato lo scorso maggio su «Global and Planetary Change», l’analisi di campioni di carotaggi prelevati nel Mar Morto ha rivelato che i tassi di erosione in quest’area negli ultimi 11.500 anni sono del tutto incompatibili con i tassi riscontrati altrove nello stesso periodo di tempo. Ne deducono che l’inavvedutezza umana abbia lasciato il segno sul pianeta molto prima di quanto si pensi. In particolare, gli autori hanno trovato una correlazione evidente tra gli inizi dell’agricoltura nella zona e le anomalie di erosione del suolo e dei depositi di sabbia. Il dibattito sull’opportunità di stabilire ufficialmente una nuova epoca geologica influenzata dall’uomo dura da anni. Ma la Commissione stratigrafica internazionale ha più volte chiarito che, per farlo, è necessario che l’impatto sia avvenuto su scala globale e sia stato abbastanza significativo da essere indubbiamente definito nel futuro record geologico. Anche se per ora questa nuova prova di impatto umano è stata osservata solo nella regione del Mar Morto, essa suggerisce che la nostra influenza sui processi geologici del pianeta ha una storia molto più lunga di quanto avessimo immaginato. Dunque, sempre più profetica appare l’intuizione della metà dell’Ottocento di Antonio Stoppani, abate geologo italiano, che per primo parla dell’uomo come di una nuova «forza geologica» agente sul pianeta e di «Era antropozoica», concetto che solo 150 anni dopo verrà riproposto come Antropocene da Eugene Stoermer e Paul Crutzen.