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ARCHITETTU­RA

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Architetto e ricercator­e, classe 1980, Ivo Poças Martins ha curato con Paula Santos Open House Porto, un evento di due giorni che nel mese di luglio ha invitato a scoprire i tesori nascosti della città. Due li frequenta tutti i giorni: abita in un palazzo di mattoni progettato da Manuel Correia Fernandes e il suo studio nel quartiere di Bouça è stato disegnato da Álvaro Siza negli anni Settanta. Edilizia popolare d’avanguardi­a. «La cosiddetta Scuola di Oporto che ha preso il via con Fernando Távora era la nostra risposta al Movimento Moderno», spiega. «Gli architetti hanno inventato un linguaggio nuovo con le poche risorse che avevano, moltiplica­ndo i riferiment­i alla tradizione locale e dando valore anche ai materiali più umili». La Casa da Música progettata da OMA, lo studio dell’olandese Koolhaas, ha rappresent­ato un punto di rottura. Inaugurata nel 2005, è un’astronave bianca atterrata a Boavista, icona di Porto Capitale Europea della Cultura. L’ideale sarebbe assistere a un concerto nell’auditorium che ha per fondale una grande vetrata, dove la città fa da sfondo alle note. Da vedere anche il Museo Serralves, un altro progetto di Siza, e la sua elegante villa rosa Art Déco. E la Porto che verrà? Il progetto che è curioso di vedere realizzato è il risultato di un concorso pubblico. Una scala mobile urbana progettata da studio depA Architects e Pablo Pita, nuovo simbolo della città che investe sul futuro.

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