Oggi

MAFIA PADANA Il paese di Peppone fingeva di non vedere

IL COMUNE DI BRESCELLO ERA NELLE MANI DI UNA COSCA. ED È STATO SCIOLTO. COSA DIREBBERO I DUE PROTAGOSTI DELLA SAGA DI GUARESCHI? LO ABBIAMO CHIESTO AL FIGLIO ALBERTO

- Di Pierangelo Sapegno Brescello (Reggio Emilia)

Il paese di Peppone e don Camillo è il primo dell’Emilia sciolto per infiltrazi­one mafiosa. Ma cos’è successo di così incredibil­e nell’Italia dei nostri anni? Cosa direbbero adesso quei due nemici? Alberto Guareschi, figlio dell’indimentic­abile Giovannino, l’inventore dei mitici personaggi, ricorda un brano di suo padre, quando il sindaco e il parroco si chiedono se sono finiti fuori dal loro tempo. Ecco cosa direbbero: «“Non ti dà l’idea che noi siamo due fantasmi?... Verremo cacciati a calci e ci ritroverem­o miserabili e strapelati a dover dormire sotto un ponte”. “E cosa significa questo?” rispose Peppone. “Continuere­mo a litigare sotto il ponte”. Don Camillo pensò che in uno sporco mondo in cui non è possibile avere un vero amico è una gran consolazio­ne poter trovare un vero nemico».

E I CINESI COMPRANO IL BAR DEL FILM

«Questo succedeva nel 1966», dice a Oggi Alberto Guareschi. «Da allora le cose sono peggiorate e penso che sia un’aspirazion­e comune quella di avere buoni amministra­tori e parroci come Peppone e don Camillo». Per capire com’è cambiata l’Italia, basta venire qui, a Brescello, dove adesso la «pasionaria» si chiama Catia Silva ed è una signora bionda con gli occhi di fuoco che fa la guerra al pd e alla mafia tutti i giorni dal suo scranno della Lega Nord, mentre il parroco don Evandro Gherardi ripete per tre volte dal pulpito che non c’è la mafia a Brescello, come facevano i preti della Sicilia Anni 50 sotto la minaccia della lupara. In questo mondo rivoltato, il Caffè don Camillo della piazza, che sta proprio di fronte al bar Peppone, è finito prima nelle mani della famiglia Grande Aracri, in forte odore di ‘ndrangheta e poi in quelle

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy